Zanussi ricatta: "O così o chiudiamo"
Avete sette giorni di tempo, altrimenti
chiudiamo due fabbriche. E' questo l'ultimo ricatto della
Electrolux Zanussi contro i sindacati accusati di aver riacceso
il conflitto, ovvero di fare il proprio mestiere nel difendere i
lavoratori. Ora Fim, Fiom, Uilm hanno sette giorni per tentare di
salvare il più famoso modello "partecipativo"
all'italiana e soprattutto per evitare lo smantellamento di due
stabilimenti, con il relativo licenziamento di più di 1500
dipendenti.
Oggetto dello scontro: la flessibilità e l'aumento della
produttività. Dopo la decisione di scioperare da parte delle Rsu
e dei sindacati metalmeccanici in seguito alle decisioni
arbitrarie dell'azienda, ieri è stata annunciata la procedura
per la dismissione degli stabilimenti di Mel, in provincia di
Belluno (più di 1100 dipendenti) e Rovigo (380 dipendenti). La
"comunicazione" è firmata dal presidente
dell'Electrolux Component Companies, Ettore Gregorini e dal
direttore delle Risorse Umane del gruppo Electrolux Zanussi,
Maurizio Castro. Destinatari: i segretari della Fim, Giorgio
Caprilio, della Fiom, Claudio Sabattini e della Uilm, Antonino
Regazzi.
Nella lettera-ricatto, l'azienda accusa i sindacati di aver
voluto scatenare un "conflitto senza precedenti" dopo
la firma dell'accordo di febbraio. Ma quell'accordo è saltato
perché l'azienda stessa ha cominciato a decidere tutto da sola,
scavalcando i sindacati, come è successo per l'utilizzo, a
rotazione, nello stabilimento di Mel una decina di lavoratori
dello stabilimento di Rovigo. E' proprio contro i blitz della
Zanussi che i sindacati hanno organizzato gli scioperi.