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Nato a Napoli il 31 dicembre 1901, fucilato a
Villar Pellice (Torino) il 4 agosto 1944, ingegnere, Medaglia
d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Di famiglia valdese, Jervis, che nel 1926 si
era laureato in ingegneria a Milano, nel 1934 era stato
incaricato dall'Olivetti di dirigere la Scuola apprendisti
meccanici dell'azienda. Dopo l'8 settembre 1943 l'ingegnere non
esitò ad entrare nelle file della Resistenza e sua prima
attività (era un provetto alpinista e conosceva bene
l'inglese), fu quella di far passare clandestinamente in
Svizzera decine e decine di ex prigionieri di guerra alleati.
Ricercato dalla polizia nazista e da quella fascista, Guglielmo
Jervis decise di trasferirsi in Val Pellice e qui, grazie anche
ai contatti che aveva avuto in Svizzera con i servizi segreti
alleati, organizzò sopra Angrogna il campo che ricevette il
primo lancio d'armi per i partigiani effettuato dagli Alleati
nelle Alpi occidentali. Willy, con questo nome avrebbe militato
per non molto tempo nella Resistenza, era intanto entrato a far
parte del primo Comitato militare del Partito d'Azione che lo
nominò commissario politico regionale delle formazioni
"Giustizia e Libertà" operanti in Piemonte. Durante
una missione in Val Germanasca, Willy finì nelle mani dei
tedeschi. Aveva con sé documenti militari compromettenti e i
nazisti capirono di aver pescato un pesce grosso. Sottoposero
per giorni e giorni Willy ad atroci torture, ma l'ingegner
Jervis non si lasciò sfuggire la minima informazione. Nella
notte fra il 4 e il 5 agosto Willy ed altri quattro partigiani
furono trasportati sulla piazza di Villar Pellice e fucilati.
All'ingegnere fu riservato un trattamento particolare: il suo
cadavere fu lasciato appeso, per ludibrio, ad un albero. Qualche
tempo dopo, proprio al di là del muro contro il quale i
partigiani erano stati messi a morte, fu trovata una piccola
Bibbia che Guglielmo Jervis portava sempre con sé; sulla
copertina del volumetto si trovarono, incise con uno spillo,
queste parole: "Non piangetemi, non chiamatemi povero.
Muoio per aver servito un'idea".
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