stabilus chiude |
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maggio a Villar Perosa (TO)
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Per difendere il lavoro alla Stabilus Rosanna non vuole più mangiare
Eugenio Giudice
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Da martedì mattina ha cominciato in solitudine lo sciopero della fame
per difendere il suo diritto al lavoro. Rosanna
Nardi, 40 anni, operaia di Pinerolo, ha piazzato un igloo viola
davanti alla sua azienda, la Stabilus di Villar Perosa, che la casa
madre tedesca ha deciso di chiudere per trasferire la produzione a
Coblenza.
Perché Rosanna ha deciso questa protesta?
Mi ero stufata delle chiacchiere. Da settimane qui si parla della
nostra difficile situazione, ma nessuno ha fatto qualcosa di concreto.
Nessuno chi?
Le istituzioni locali per cominciare. A Moretta per la Locatelli in
crisi, il Comune ha avviato un corso straordinario per operatori socio
sanitari, da noi nulla. Non siamo in grado con questa crisi di trovare
un’altra sistemazione, o ci aiutano o per noi è la disperazione, a
cominciare dalle 80 famiglie che hanno vissuto grazie al lavoro in
questa azienda.
Vorrebbe quindi che intervenissero le istituzioni?
Certo, che la Stabilus torni indietro sulle sue decisioni non ci spero
più, anche se questa è un’azienda sana: vendiamo ancora oggi in
tutto il mondo i nostri prodotti. Avrebbero potuto farsi vivi anche
gli Agnelli…
Gli Agnelli?
La Stabilus, che produce ammortizzatori a gas per portelloni d’auto,
lavora per il gruppo Fiat. Gli Agnelli qui a Villar Perosa sono di
casa. Ma nessuno dal Lingotto ha detto bah.
La sua è una protesta solitaria.
Sto ricevendo molta solidarietà. Dai miei compagni di lavoro
innanzitutto che hanno deciso di montare un’altra tenda qui davanti
alla fabbrica e mi tengono compagnia giorno e notte. E poi dalla gente
di qui, che mi porta la frutta anche se non la posso mangiare. Però
è vero che sono soltanto io a fare lo sciopero della fame.
Perché?
Perché, a differenza di altri che hanno famiglia e figli, io sono
single e in un certo senso devo rispondere soltanto a me stessa.
Faccio questo anche per gli altri che non se lo possono permettere.
Come si vive sotto la tenda, davanti alla sua fabbrica? ![]() Da questa tenda vede gli uffici, e quindi i dirigenti che entrano in fabbrica ogni mattina.
Vedo Ralf Hunke, il direttore dello stabilimento che esce proprio qui
a fumare. Ma non mi rivolge la parola. Anzi, evita anche di incrociare
il mio sguardo. Le segretarie invece, che sono donne e mi capiscono,
hanno mostrato affetto e comprensione. Ma anche il vicedirettore
Davide Allegra, che conosco da quando faceva l’operaio, mi ha dato
una mano facendomi usare i servizi della fabbrica.
Per quanto tempo ha lavorato alla Stabilus?
Da 15 anni. Sono stata una delle prime assunte, matricola numero
undici, sono addetta ai macchinari di quarto livello.
E’ stato il suo primo lavoro?
No, io lavoro da quando avevo 16 anni. Prima facevo lavoretti, anche
le pulizie. Poi prima della Stabilus avevo un part time. Finalmente
nel ’94 il lavoro fisso a tempo indeterminato.
Quanto ha guadagnato in media?
Milletrecento, millequattrocento euro. Io però ultimamente ho fatto
il turno di notte, mi ha garantito qualche soldo in più e tutto
sommato non l’ho trovato troppo faticoso. Grazie a questo lavoro mi
sono comprata anche una moto, la mia passione. Una Kawasaki Z750 che
ora purtroppo dovrò vendere.
Lei è iscritta al sindacato?
Non più. Ero delegata della Fiom, dal ’96 fino al ‘99. Poi ho
lasciato perdere perché anche il sindacato fa poco, troppi discorsi a
vuoto.
Non pensa ai rischi per la salute?
Subito non ci ho pensato. Ho detto: mi volete vedere morta? Muoio
davanti alla fabbrica. E così ho chiuso con ogni tipo di
alimentazione, tranne l’acqua. Poi dopo due giorni è venuto il
medico e mi ha fatto capire che non avrei resistito molto e che non
avrei neanche potuto vedere gli eventuali effetti della mia protesta.
In sostanza mi ha obbligato ad alimentarmi con un po’ di brodo.
Quanto ha intenzione di andare avanti?
Finché le istituzioni non ci daranno una risposta. Io tengo duro, qui
ci sono anche i miei compagni e dal 20 aprile ci sarà qui accanto
un'altra tendopoli di operai, quelli della ex Manifattura. Insomma la
compagnia non mi manca.
eco del chisone 8giu2011 |