I lavoratori della scuola si trovano di fronte ad un contratto firmato dai soliti noti senza che fossimo, come al solito, consultati in alcuna maniera. Passata la sbornia mediatica sugli "aumenti" che ci avrebbero concesso, alcuni fatti sono evidenti:

• le retribuzioni europee promesseci non ci sono;
• gli "aumenti" contrattuali consistono in un, parziale, recupero dell’inflazione e di quanto ci spettava da anni come recupero del taglio degli scatti di anzianità;
• al personale ATA vengono ridotte le retribuzioni mentre crescono i carichi di lavoro;
• ai precari della scuola non è stato riconosciuto il diritto all’immissione in ruolo.

• il riordino dei cicli prepara un ulteriore degrado della scuola pubblica;
• la concessione della dirigenza scolastica scolastica ai capi di istituto e l’introduzione di criteri aziendali nella conduzione della scuola determina il peggioramento delle nostre condizioni di lavoro;
• il finanziamento pubblico alle scuole private sia a livello nazionale che regionale sottrae risorse necessarie a garantire il diritto allo studio.

• riprendere l’iniziativa nelle scuole e a livello generale;
• indire assemblee per discutere della situazione;
• organizzare, scuola per scuola un referendum vincolante sul contratto. Invitiamo i delegati delle RSU a impegnarsi in tal senso;
• organizzarci nella CUB Scuola e togliere ai sindacati concertativi il monopolio della rappresentanza.