L'azienda
chiama i sindacati a Roma: «Non compatibili» le richieste delle Rsu. Ma poi
si rassegna a trattare |
Melfi,
trappole Fiat sulla via del negoziato |
liberazione 9-5-04 |
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Prosegue la trattativa tra Fiat e sindacati su salario e
condizioni di lavoro allo stabilimento di Melfi. Il tentativo dell'azienda di
dividere sindacati e delegati dei lavoratori non è andato in porto. Ieri la
trattativa si è svolta a Roma, su richiesta della Fiat, che aveva convocato
nella sua sede della Capitale i rappresentanti delle segreterie nazionali di
Fiom, Fim, Uilm e Fismic. Secondo quanto riferito dal responsabile auto della
Fim, Bruno Vitali, la Fiat avrebbe comunicato ai sindacati che non intendeva
discutere circa le richieste "aggiuntive" avanzate dai rappresentanti
delle Rsu, che ritiene «non compatibili» con il perimetro della trattativa,
che ha come oggetto i temi della maggiorazione salariale, del premio
competitività e della turnazione. Una obiezione
di carattere "tecnico" che poco ha a che vedere con i contenuti
della vertenza. Un problema tirato fuori con il chiaro obiettivo di provocare
divisioni tra i sindacati nazionali e i delegati dei lavoratori della Fiat
Sata. Ma la trappola non sembra avere funzionato. «La Fiat - riferisce
Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom - ha dichiarato, dopo una
giornata complicata la disponibilità a modificare le sue posizioni, andando
oltre quanto finora offerto (aumenti salariali graduali fino a raggiungere i
97 euro lordi, ma solo nel 2007 ndr). A questo punto ci sono le condizioni
per proseguire la trattativa, vedremo se la disponibilità dell'azienda è
reale». Significative
erano state la parole pronunciate in precedenza dal responsabile del settore
auto della Uilm, Giovanni Contento, uscendo dalla riunione: «L'azienda ci ha
illustrato il documento che ha presentato alle Rsu di Melfi - aveva riferito
Contento -. Noi già lo conoscevamo ma abbiamo ringraziato per questa
spiegazione. Per noi, comunque, il confronto e la trattativa si deve fare con
le Rsu, perché ci sono le condizioni per l'accordo e le segreterie - aveva
chiarito il dirigente della Uilm - non intendono sostituirsi alle Rsu. Noi
non eravamo venuti per nessun accordo, con nessuna intenzione di trattare a
Roma. La trattativa va fatta a Melfi». Più decisa era la
posizione della Fiom. «La Fiat é distante. Il documento è distante e non ci
sono novità - aveva tagliato corto Cremaschi -. Ora si tratta di capire se
l'azienda è disposta ad andare oltre, solo così si può iniziare una
trattativa. Su questo documento, per noi, l'accordo non si fa». Il muro eretto
dai sindacati ha funzionato, perché poi, in tarda serata, c'è stata una
riunione "ristretta" con la Fiat per verificare se c'erano le
condizioni per riprendere la trattativa, e dove. Alla fine, l'incontro si è concluso
con una "fumata bianca": il negoziato può continuare. Nel frattempo i
lavoratori continuano a presidiare lo stabilimento lucano: «Domani (oggi ndr)
si terrà una nuova assemblea alle 10, e in quell'occasione, se non ci saranno
fatti positivi, decideremo le forme per continuare la mobilitazione», si
legge in una nota dell'assemblea permanente. La novità è
che, qualora il negoziato dovesse impantarsi di nuovo, il governo, secondo
quanto annunciato ieri dal ministro del Welfare Roberto Maroni, potrebbe
intervenire: «Noi per ora - ha detto Maroni - osserviamo, seguiamo da vicino
la trattativa, ma senza intromissioni come è il ruolo del Governo. Mi auguro
- ha proseguito il ministro - che si arrivi presto a una conclusione con
un'intesa fra le parti senza necessità di un nostro intervento. Ma se fosse
necessario, come sempre, come abbiamo fatto in altre vicende in passato e due
anni fa con la Fiat di Termini Imerese, siamo comunque pronti a intervenire».
Roberto Farneti
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