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miniere della Roussa La
vita di un minatore-
intervista Ferdinando Cirillo Charrier,
* 1907
al Chezalet di Bourset, Roure.
testo
completo in pdf da dattiloscritto originale
U:Piton http://www.alpcub.com/roussa_piton.pdf
dalla tesi di E.Rochon:

Intervista
alla moglie di un minatore - da libro
di U.Piton

http://www.alpcub.com/intervista_piton.pdf
"Vedove di
minatori 431 delle quali:
decedute a loro volta 240
tuttora
viventi 191
Questo triste bilancio di vedove è una eloquente testimonianza della durata
della vita dei minatori.
31.10.1988"
Carlo Ferrero- ricerca sulla silicosi
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--Dal
1946 al 1956 il numero dei lavoratori,
provenienti dall'Italia, morti nelle miniere belghe e in altri incedenti
sul lavoro è di oltre seicento.
--A
causa di un errore umano, l'8
agosto 1956 il Belgio venne scosso da una tragedia senza
precedenti, un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon
fossile del Bois du Cazier, causò la morte di 262 persone di dodici
diverse nazionalità, soprattutto italiane, 136 vittime, poi belghe, 95;
fu una tragedia agghiacciante, i minatori
rimasero senza via di scampo, soffocati dalle esalazioni di gas.
--Le operazioni di salvataggio furono
disperate fino al 23 agosto quando uno dei soccorritori pronunciò in
italiano: "Tutti cadaveri!"
140mila
minatori italiani in Belgio...
http://www.raistoria.rai.it/articoli/belgio-140-mila-italiani-in-miniera/13411/default.aspx

http://www.netverbum.it/poesiaosseg.htm
La
ballata delle vedove di Osseg
Le vedove di Osseg in gramaglie sono giunte a Praga a protestare:
"Cosa farete per i nostri figli cara gente?
Oggi non hanno mangiato ancora niente!
E i loro padri, uccisi, giacciono nelle vostre miniere"
"Cosa faremo?" hanno chiesto i signori di Praga
"Cosa faremo per le vedove di Osseg?"
Le vedove di Osseg in gramaglie hanno incontrato i soldati di polizia:
"Cosa farete per i nostri figli cara gente?
Oggi non hanno mangiato ancora niente!"
Allora i soldati di polizia hanno caricato i loro fucili
"Ques-to", hanno detto i soldati di polizia,
"Ques-to faremo per le vedove di Osseg!"
Le vedove di Osseg in gramaglie sono giunte innanzi al parlamento:
"Cosa farete per i nostri figli cara gente?
Oggi non hanno mangiato ancora niente!"
Allora i signori deputati hanno pronunciato un discorso:
"Questo", hanno detto i signori deputati,
"Questo faremo per le vedove di Osseg!"
Le vedove di Osseg in gramaglie passarono la notte in strada:
"Qualcuno dovrà pur aiutarci qui a Praga..."
Era una notte di novembre
e la neve era caduta in grandi, umidi fiocchi
"Questo", disse la neve,
"Questo possiamo fare per le vedove di Osseg..."
B:Brecht
http://www.alpcub.com/la%20tragedia%20del%20beth.htm
http://firstlinepress.org/sudafrica-le-vedove-dei-minatori-uccisi-dalla-polizia-attendono-ancora-giustizia-e-aiuti/
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-c911ac3e-9073-44bf-ab23-831c8613186a.html
le donne oltre ai lavori di casa e la
cura della famiglia,
dovevano lavorare la campagna e con le bestie mentre gli uomini erano in
miniera,
sovente restavano sole l'intera
settimana

schede introduttive sui lavori con il bestiame e con la
terra da 'Lavori tradizionali in Val
Gernmanasca'- di Carlo e Enrichetta Ferrero
pagina indice
dossier miniere www.alpcub.com/xminiere1.htm
mappa
e elenco miniere val Germanasca

Le
prime miniere di talco a Roure- appunti di Ugo Piton per convegno
storico 2007

testimonianza raccolta da U.Piton

Roure (Miniera La Roussa). Il trasporto avveniva con
sacchi a spalle e con le slitte guidate perlopiù da donne e ragazzini. In
seguito vennero costruite le teleferiche, prima verso Balma nel 1920 poi
verso Roreto. Questo provocò l'accesa protesta delle trasportatrici che
si vedevano così sottrarre un lavoro pesante ma che costituiva una
entrata in più nel bilancio famigliare.

operaie alla cernita ai mulini
Maria Florinda Nevache, Castel del Bosco, cernitrice di
talco:

testimonianza raccolta da U.Piton


la proprietaria Ada Prever Villa (Madama Villa)


(dalla mostra aziendale per i 100 anni della T&G.
Così descrivevano la direzione su
25aora nel 1968:
dossier 25a
Ora-
31/10/68
intervista
a Valdo Pons-2010

intervista a NINO LONG.grafite- 1995
Articolo
su PrimoPiano-1990:'La valle
della pietra dolce'- M.Dellacqua:
(...)

(...)
alcolismo al
secondo posto in Piemonte dopo Torre Pellice
Nella Talco&Grafite, poi Luzenac, poi Imerys Talc
le donne raggiungono posti di responsabilità, fra queste:
la biologa dott.ssa Annamaria Bonora
, nel laboratorio chimico di
Malanaggio
Rossella Polliotto guida un camion del
talco dal 1992

Nel museo delle miniere,
Scopriminiera,
lavorano a turno una dozzina di donne
come guide
 Questa foto di Ecomuseo delle Miniere e della Val Germanasca è offerta da TripAdvisor.
http://www.youtube.com/watch?v=plgtZKjs1h4
http://www.youtube.com/watch?v=ZwMVic6SeTo
-
- Alle donne spetta il merito di avere
mantenuto vive e attive le miniere partecipando all'evoluzione della
loro storia , sia direttamente col lavoro sia indirettamente in
tempi più recenti, sostenendo la causa dei loro padri, mariti,
figli o fratelli nelle alterne vicende che hanno caratterizzato la
storia delle miniere fino ai giorni nostri.
-
-
estratto:
-

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-
-
(...)Dopo una ventina di giorni Giuseppe trovò
anche per Priama un’ occupazione all’interno della
miniera, avrebbe dovuto vagliare la pirite, il lavoro era
semplice e non eccessivamente pesante, una volta che la pirite
veniva estratta, veniva portata ai vagli dove le donne
effettuavano la cernita, ovvero toglievano i vari materiali in
esubero che non erano pirite (ad esempio legno o ferro).
Quest’attività però, le fece prendere coscienza
dell’effettivo e grave pericolo cui ogni giorno i suoi
fratelli erano andati e andavano incontro lavorando dentro la
miniera, venne a conoscenza dei particolari e di tutti gli
effettivi rischi che vi si correva dentro e allora realizzò,
che quella stanchezza e quella fatica che spesso aveva letto
nei volti dei suoi cari meritava ancora più rispetto di
quello che fino a quel momento gli aveva attribuito, d’un
tratto si sentì un’irriconoscente per la fragilità che
aveva mostrato, per aver versato lacrime al momento della
partenza invece di mostrar coraggio e forza come i suoi
fratelli, promise a se a se stessa di non pianger più nelle
difficoltà, ma di lottare con energia per sconfiggere le
difficoltà della vita. Se scoprire la vera consistenza del
lavoro in miniera, aveva fatto crescere ancora di più Priama
plasmandole il carattere e fortificando la sua anima, di certo
i sentimenti di amicizia e solidarietà che da sempre aveva
avuto nel cuore ora erano vissuti in maniera più intensa e
totale; forse per la mancanza delle famiglie d’origine, o
per la grande miseria, o per entrambe le cose, i minatori di
Gavorrano diventarono una grande famiglia, si aiutavano e
sostenevano a vicenda e la parola amicizia intesa come
s’intende come oggi, sembra sminuire ciò che realmente si
provava a quei tempi.(...) |
Cile.Oggi 18mila donne lavorano in miniera, ossia il 7,2 percento della forza lavoro impiegata in quest’industria. Una percentuale che nel 2015 dovrebbe raggiungere il 10 percento.
Ma l’impresa mineraria statale Corporación del Cobre (Codelco), la maggiore produttrice di rame del mondo, punta più in alto: quest’anno vuole destinare un contratto di lavoro su cinque a una donna. Comincia la pianificazione di programmi volti a conciliare vita familiare e lavoro, a migliorare le strutture e provvedere alla formazione lavorativa delle donne.
“Fino a non più di 10 anni fa, le donne non potevano nemmeno entrare nelle miniere. Era una possibilità che non veniva neanche presa in considerazione, perché si pensava che portassero sfortuna” afferma Andrés León, responsabile risorse umane nella miniera El Teniente della Codelco.
Ma i tempi sono cambiati. “Il nostro obiettivo è portare la presenza femminile al 20 percento della forza lavoro, assumendo le donne come impiegate, capi sezione, e affidando loro incarichi amministrativi e commerciali” ha riferito León all’IPS.
Alcune divisioni della Codelco sono vicine al raggiungimento dell’obiettivo. Nella miniera Gabriela Mistral, 1.350 chilometri a nord di Santiago, le 104 donne minatori che vi lavorano rappresentano il 18,2 percento del personale.
“Alcune divisioni sono molto più indietro, come la nostra a El Teniente, dove la presenza femminile è del sei percento. Ma vogliamo arrivare almeno al 20 percento,” afferma León.
“Siamo convinti che le donne diano un contributo positivo al lavoro, soprattutto nel caso delle miniere. Oltre ad essere uno stimolo professionale, aiutano a creare un’atmosfera positiva, con un tocco di umanità e creando squadre multitasking”, riferisce.
L’industria mineraria è uno dei pilastri dell’economia cilena: nel 2012 costituiva il 17,6 percento del PIL, con 47 miliardi di dollari in esportazioni. Oggi dà lavoro, direttamente o indirettamente, a quasi un milione dei 7,1 milioni di lavoratori presenti nel paese.
Il Cile è il maggiore esportatore di rame al mondo, attività che lo scorso anno gli ha reso 42,7 miliardi di dollari, portando 7,5 miliardi nelle casse dello stato.
Il progetto della Codelco di inserire nel proprio libro paga un maggior numero di donne ha portato ad un incremento da cinque donne con incarichi dirigenziali e 121 in ruoli professionali nel 1998 a rispettivamente 26 e 690 quest’anno |
http://it.wikipedia.org/wiki/North_Country_-_Storia_di_Josey
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OPERAIE E CAPITALE Storia e
condizioni della forza-lavoro femminile nell'industria moderna www.alpcub.com/operaie_e_capitale.htm
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corriere 17lug13
Minatrici
contro la disoccupazione - In piazza
contro la disoccupazione e contro i tagli ai sussidi. In lotta contro
le scelte del goversno per affrontare la crisi sono arrivate a Madrid
le lavoratrici delle miniere delle Asturie, Leon e Aragona (AP Photo /
Andres Kudacki)
http://books.google.it/books?id=XvHx5KXDwlcC&pg=PA196&dq=donne+e+miniera&hl=it&sa=X&ei=x7EIU9msA4j9ygOes4LoDA&ved=0CD0Q6AEwAg#v=onepage&q=donne%20e%20miniera&f=false
(estratto):

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donne che portano amianto (Bagnada/Valmalenco)
Atzuni.
"Donne e bambine nella miniera di Montevecchio" . di Iride
Peis Concas
video http://www.youtube.com/watch?v=4QRwe3-Rck8
http://www.radio.rai.it/radio3/elenco.cfm?Q_PROG_ID=725
Dal lunedì al venerdì
dalle 14:30 alle 15:00
Il
Terzo Anello:
Di Daria Corrias
A cura di Fabiana Carobolante
Miniere è un affresco vocale sulla storia della
Miniera di Montevecchio in Sardegna.
Dieci puntate in cui un gruppo di uomini e donne raccontano gli ultimi
cinquanta anni di una delle miniere più ricche e antiche d'Italia.
La miniera di Montevecchio si trova nella provincia di Cagliari, tra i
paesi di Guspini e Arbus nella zona detta del Medio Campidano. Fu una
delle più ricche e produttive di tutta l'isola e la prima ad essere
data in concessione nel 1848. Le sue viscere erano ricchissime di
minerale: ben cento chilometri di gallerie e un filone lungo
quindicimila metri. Si estraevano blenda e galena, piombo, zinco e
argento e i suoi giacimenti furono coltivati e sfruttati sin
dall'epoca romana.
Montevecchio è il paese della miniera, sorto appositamente in seguito
all'apertura e allo sfruttamento a pieno ritmo del giacimento.
Per anni la miniera di Montevecchio fu una delle più attive e
produttive miniere non solo dell'isola, ma dell'Italia tutta grazie
alla fatica e al sacrificio degli uomini e delle donne che vi
lavoravano sin da giovanissimi in condizioni precarie e ai limiti
della sopportazione.
Eppure, nonostante la difficoltà e il pericolo, il minatore ha un
rapporto particolare con il sottosuolo: ama la miniera perché unica
fonte di reddito sicuro a differenza del precario lavoro nei campi.
Oggi Montevecchio è un paese quasi disabitato. Ci vivono poche
centinaia di persone, discendenti dei circa tremila minatori che
animavano il villaggio quando la miniera era attiva.
L'intero distretto minerario di Montevecchio fa parte del Parco
Geominerario Storico e Ambientale della Sardegna che, nel 1997, l'Unesco
ha dichiarato patrimonio culturale dell'intera umanità.
Questo lavoro non sarebbe stato possibile senza il prezioso aiuto di
Iride Peis Concas. A lei va il mio ringraziamento più sentito per
avermi aiutata, sostenuta e accompagnata nella scoperta e nel ricordo
del sacrificio e del lavoro degli uomini e delle donne di miniera.
Grazie a Ersilia, Barbara, Monda, Miranda e Marisa, Antonio e Maria,
Mariella, Serafino e Angela, Rinaldo e Maria Cristina, Gabriella e
Giuseppe, dottor Concas, Bruna, Maria, Efisio Cadoni, Efisio Loi, Ugo,
Giovanni, Mario, Egidio.
Bibliografia:
Iride Peis Concas 'Donne e bambine nella miniera di Montevecchio' e
'Gente di miniera' Pezzini Editore
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