Quale futuro?
Dibattito/inchiesta sommario
per contribuire al
dibattito: scrivere a postmaster@alpcub.com
indicando il nome o uno pseudonimo
Nota di
lettura. Per ora pochi scrivono direttamente, la maggior parte del
dibattito, anche in questa seconda parte, si svolge attraverso interviste nella
valle. Vengono inoltre inseriti all'interno del dibattito
materiali utili , notizie e collegamenti ad archivi presenti nel sito e nel web.
Quello che segue è il sommario interattivo da cui si può saltare al
testo corrispondente. Il sommario coglie alcuni temi di ogni intervento
o materiale allegato.
Collaboro
da circa un anno per la Comunità Montana, nell'ufficio che si occupa
della gestione dei boschi comunali... Andrea
Materiali
- Omicidi sul lavoro - Dossier Thyssen
- e vari
Materiali
- Alcune notizie catasto rustici /
neve per lo sci
Materiali
- Il panorama delle aziende in difficoltà - eco
del chisone
Certo se la bassa valle diventa un
dormitorio per nuova popolazione che arriva da fuori- e lavora fuori - o che scende dall’alta valle, ci sarà ancora del
lavoro nell’edilizia , trasformando il territorio in un abitato
continuo D. 29.12.08
Materiali
- Notizie in breve da Riforma
Il Comitato275
è
un organismo di utilità sociale, apartitico e senza scopo di lucro. è
formato da un gruppo di persone che usufruisce del trasporto pubblico
sulla Linea Sestriere -Torino. Ad oggi, il Comitato è formato da circa cento
soci; (c.275)
Materiali Apre i battenti Biblioteca donna
a Porte / Accordo Smat-Acea per l'acqua
Materiali : Pracatinat
passaggio da Consorzio a Spa
Materiali : brevi
su rifiuti/enti montani
Materiali Assemblea
pubblica di alp a Perosa
Rileggiamo:Olimpiadi Torino 2006 - L'aria della
val Susa - di Stefano Bertone e Luca Degiorgis - 25/02/06
E'stato presentato a Perosa il
film sui carbonai, nell'ambito delle iniziative degli 'Amici
della scuola Latina'.
La Montagna è sempre stata
appannaggio dei fuggiaschi o di chi aveva ragioni per estraniarsi dal
resto del mondo. Solo negli ultimi secoli si è visto un certo inurbamento
ma, non appena se ne sono create le condizioni, gli uomini sono ridiscesi.
(dal dibattito sul film 'Il vento fa il suo giro')
Materiali - messa in liquidazione
dello stabilimento Teksid di Borgaretto/ rifiuti le
bollette aumenteranno del 15 per cento / latte alla stakka Più 0,40 euro di media al
litro / gruppi acquisto solidale
Materiali
dopo
l'assalto cinese si parla di uno smembramento di Rio Tinto. In che
mani finirà la Luzenac? Se lo chiedono anche i francesi che nelle
settimane scorse, nelle miniere dell'Ariege, hanno scioperato per
cinque giorni. Ciò nonostante per ora nessuna nuova. A.M eco
del chisone / Fenestrelle, la Provincia punta a
recuperare la Ridotta
FENESTRELLE: LA PROVINCIA PENSA AD UN
ASCENSORE CHE PORTI AL FORTE
Materiali
La NewCocot Spa acquista la Manifattura di
Legnano Spa mediante trasferimento di ramo d’azienda». A
comunicarlo è stata la proprietà della Manifattura, che il 1°
febbraio scorso ha ufficializzato così la situazione ai
sindacati e alle rappresentanze interne dei lavoratori. Mercoledì
5 febbraio, poi, a Milano è stata presentata anche la
richiesta, sempre per la Manifattura di Legnano, di concordato
preventivo al Tribunale fallimentare. eco del chisone
A Massello si faceva un
lavoro misero, che però accomunava tutti nella necessità, Adesso
chi torna ad agire sul territorio torna con una mentalità
individualistica e con esigenze che non credo appartenessero alla
cultura della montagna. Ci sono dei valori del lavoro agricolo di
cui nessuno parla, la collaborazione, le decisioni assembleari, le
corvèè volontarie: anche queste sono delle conquiste di una
storia secolare, mica solo le ferie e i diritti degli operai.
(..) Carmen Moiani
Materiali
Cronache in breve: Manifattura in diffcoltà/ Utili alla
SKF /Super perito per Pragelato
Materiali
- Intervista ECo a Manfredini, assessore al lavoro
In
alta alle Susa l’industria non esiste, a meno che non si contino gli
impianti del Sestiere. In bassa valle una antica tradizione industriale,
che si è trasformata come nel resto d’Italia, passando dalle medie
aziende alle piccole aziende. Paolo, febbraio 2008
Molte
famiglie come la mia sono scese a valle. Mio padre ha deciso di scendere
Pomaretto. Voleva che i suoi figli trovassero altri lavori,
conosceva i rischi e la silicosi.A. 21.3.08
documenti
Quale sviluppo
Gli
amministratori variano da comune a comune. Per esperienza so che sono molto più
popolari le scelte di investimenti su impianti sportivi che sulle fognature
documenti
Il villaggio operaio di Villar Perosa
- tesi
Agliodo_Wesen_spezzone.mp3
segue
rassegna stampa
*****Collaboro
da circa un anno per la Comunità Montana, nell'ufficio che si occupa
della gestione dei boschi comunali.
Il
settore forestale in Val Chisone è abbastanza vitale, con una serie di
imprese locali che utilizzano e trasformano il legno. I numeri sono
tuttavia molto piccoli e, considerando la risorsa, non si può pensare a
forti incrementi di lavoro e manodopera. Per la verità ci sarebbe molto
da lavorare sui boschi privati (tutti hanno in mente in che stato di
abbandono siano molti boschi privati...) ma gli ostacoli sono molti e
non facilmente risolvibili (frammentazione della proprietà, mancanza di
strade, scarso valore del legname ecc.).
Altra
attività che potrebbe essere rivitalizzata è quella agricola. Le
potenzialità ci sono (prodotti tipici, agriturismo, ecc.) in parte
anche la convenienza economica (compresi aiuti “pubblici”) rimane
però aperta la questione che ha portato all'abbandono dell'agricoltura
negli anni passati (durezza del lavoro, scarso guadagno, attrazione
della fabbrica...): quanti sono oggi disposti a tornare a stili di vita
diversi da quelli attuali e ad abbandonare un certo modello di sviluppo?
Andrea
al
sommario
****** Omicidi
sul lavoro
* Thyssen
- omicidi sul lavoro rassegna stampa
mp3 Audio
Veglia politica sulla Tyssen- (l'infedele-La7) 12.12.07
manca l'inizio prima
parte seconda terza
quarta
omelia
card. Poletto
----------------------------------------------
***** materiali vari
al
sommario
Alcune notizie
Rustici di campagna, magari inutilizzati da anni e
semidistrutti. Sin qui sono stati considerati "rurali":
non iscritti al Catasto e neppure soggetti all'Ici. Da quest'anno
non sarà più così. I proprietari dovranno pagare l'Imposta
comunale sugli immobili. Sin dal 2007.
Si chiamano "tasse locali", ma i Comuni ne farebbero
molto volentieri a meno. Perché questo extragettito Ici sta
cominciando ad esacerbare l'animo dei cittadini.
L'Agenzia del Territorio ha inviato alle Amministrazioni locali
- Pinerolese compreso - i primi elenchi: fabbricati che vanno
dichiarati al Catasto edilizio urbano. Se il proprietario non
provvederà entro 90 giorni a partire dal 7 dicembre, data della
pubblicazione, provvederà in surroga l'Ufficio provinciale
dell'Agenzia del territorio. Con oneri e spese a carico del
cittadino "inadempiente". (vedi in rassegna_stampa_dicembre.htm
)
È bastata la neve, quella che era mancata un anno fa, a
far decollare (con profitto) le prenotazioni per le vacanze
natalizie e delle settimane bianche nelle stazioni sciistiche
piemontesi. Un particolare afflusso è atteso sulle Montagne
olimpiche (pur non essendo facile il rilancio "post
2006").
Ora, alla vigilia delle feste di fine anno, con il solito
monitoraggio nazionale che rileva oltre 2,5 milioni di
italiani presto in marcia verso le località alpine, gli
albergatori in Valle annunciano già il "tutto
esaurito" per le due settimane che andranno dal 23
dicembre al 6 gennaio. Molti gli stranieri (soprattutto russi
e spagnoli negli alberghi di Sestriere e inglesi a Sauze d'Oulx),
ma anche tantissimi italiani (molte le comitive del Centro-sud
al Colle), mentre iniziano a ripopolarsi le seconde case e
cominciano i primi affitti a "rotazione" di molti
alloggi.
(vedi in rassegna_stampa_dicembre.htm
)
***-***
riforma 21.12.01
12 /12/07incontri
in Comunità Montana a Perosa con aziende e sindacati
sulla crisi delle fabbriche -AUDIO
spezzone audio-mp3
Alle lavoratrici e ai lavoratori della Manifattura
di Perosa
Venerdì 21 e Domenica 23 dicembre 2007 ci saranno
finalmente le elezioni delle RSU e RLS.
Per la prima volta la nostra piccola associazione
presenterà due operaie in Manifattura, così come
abbiamo fatto in molti altri luoghi di lavoro in particolare nella
nostra Valle. Voi sapete che per almeno 5 anni ci hanno impedito
di partecipare dicendoci (aziende e sindacati) che
non avevamo i requisiti, poi visto che abbiamo resistito per tutti
questi anni ora possiamo partecipare
(bontà loro).- dalla locandina
542 alp
al
sommario
***** Secondo me parte dei dati occupazionali della
valle sono da trattare con le pinze: Nell’alta valle può darsi che
l’occupazione turistica valga per tutto l’anno, da Fenestrelle fino
a Porte non è che si può pensare di vivere sul turismo, se non per
impieghi temporanei e brevi.
Le realtà industriali sono in agonia da anni,
sembra, comunque non c’è turnover
e calano gli occupati. E’ un bel problema ma non sono quali
sono le soluzioni… Per le olimpiadi tanti han fatto credere che le
Olimpiadi o il sistema turistico fosse in prospettiva un’alternativa
all’industria ma non è
così.
Per le realta che lavorano nell’edilizia non so
quali prospettive ci siano.. Certo se la bassa valle diventa un
dormitorio per nuova popolazione che arriva da fuori- e lavora
fuori - o che scende dall’alta valle, ci sarà ancora del
lavoro nell’edilizia , trasformando il territorio in un abitato
continuo ….- vedi oggi esempi di
insediamenti intensivi di Pinasca, villaggi turistici di
Pragelato (oggi sotto inchiesta giudiziaria)oppure le nuove edificazioni
a S.Germano.
Hanno fatto credere che il turismo portasse più
lavoro, per qualche anno l’hanno contata così….
Sull’edilizia turistica continuano a sbagliare
come vent’anni fa. E’ il caso di Prali con le seconde case che
restano vuote quasi tutto l’anno.
Bisogna vedere il passaggio generazionale, oggi
molti giovani fino ai trent’anni vivono in casa coi genitori. E’ un
dato nazionale. C’è un disagio, chi va a vivere fuori magari si
indebita tutta la vita per l’acquisto della casa. Altri hanno il
disagio reale di vivere in casa perché non guadagnano abbastanza da
potersene uscire. Poi
magari mentre aspettano tempi migliori spendono per il tempo libero.
Non mi sembra che la Comunità Montana che dovrebbe
essere l’ente politico più rilevante in zona abbia un ruolo molto
brillante.
Per il tempo libero segnalo il problema dei cinema:
quello di Finestra sulle Valli, è sovente chiuso, è una perdita. Forse
bisogna che il potere pubblico stimoli l’iniziativa privata.
D. 29.12.08
-------------------------------------
quattro incontri a Pinerolo Il
futuro possibile - pdf
2008
1° incontro
- scheda 25 gennaio- L’ENERGIA
: BENE COMUNE audio
.wav -37 Mb Tartaglia
2* incontro
- scheda 30 gennaio- Risparmio energetico -audio_
wav - 121 Mb Gamba-Bertolotti
3* incontro
- scheda 8 febbraio- Etica,famiglia, economia - audio-
wav 27Mb- Burlando
4* incontro
- scheda 15 febbraio (annullato)
al
sommario
****_**** notizie in breve
riforma
4 gennaio 2008
riforma 11 gennaio
--------------------------------
vedi materiali recenti:
al
sommario
**** COMITATO275
Pendolari Autobus Linea Sestriere –Torino
1. UN COMITATO…. PERCHE’?
Quando le persone che usufruiscono di un servizio
iniziano a percepire pesanti disfunzionalità, negligenze, disattenzione ai loro bisogni, da parte di
chi offre il servizio medesimo, iniziano a soffrirne prima come singoli e successivamente come
gruppo.
Le persone sentono l’esigenza di condividere il
proprio disagio e chiedono il supporto della collettività o, meglio, del gruppo cui appartengono.
E’ da questo momento che inizia il percorso di
formazione di un Comitato, “espressione comunitaria” di una insoddisfazione a cui si cerca di
porre rimedio, attraverso il dialogo collettivo sulla base di uno scambio democratico delle idee volto a
definire e condividere una proposta di
miglioramento.
Anche il nostro Comitato trova le proprie radici in
questo contesto, dove il bisogno (trasporto pubblico locale) non è pienamente soddisfatto e genera
nel tempo effetti negativi di alta significatività nei confronti della vita del singolo
come lavoratore/pendolare e come membro di una
comunità e non trova appagamento nelle risposte offerte
dalle Istituzioni il cui ruolo e responsabilità sarebbe proprio l’espletamento e il controllo del
servizio stesso.
2. CHI SIAMO
Il Comitato275 è
un organismo di utilità sociale, apartitico e senza scopo di lucro i
cui contenuti e la struttura sono ispirati a principi di solidarietà, trasparenza e
democrazia che consentono l'effettiva
partecipazione di tutti gli aderenti alla vita
associativa del Comitato;
è
formato da un gruppo di persone che usufruisce del trasporto pubblico
sulla Linea Sestriere -Torino. Ad oggi, il Comitato è formato da circa cento
soci;
si prefigge di
intervenire a favore di tutti i propri aderenti e dei cittadini che per
motivi di lavoro o di studio utilizzano i mezzi di trasporto
pubblico;
ha definito uno Statuto ed un Atto
costitutivo per costituirsi formalmente;
ha elaborato
un programma di attività ed ha costituito un Sito Internet www.comitato275.it
per creare un punto di incontro per i pendolari, informare e
sensibilizzare gli utenti sulle problematiche riguardanti il servizio di pubblico
trasporto.
3. GLI OBIETTIVI
L’obiettivo principale (cardine) del Comitato è il
miglioramento del servizio di trasporto pubblico su gomma in tutti i suoi aspetti.
E’ ovvio che tale miglioramento si ottiene sulla base
dello svolgimento responsabile dei ruoli degli
attori coinvolti nel processo di offerta del servizio:
Sapav S.p.A. quale Azienda Concessionaria del
Servizio, la Provincia quale Ente concedente, i viaggiatori in
qualità di cliente finale.
dal
documento del 2006 -pdf link
al
sommario
**** dai giornali
Porte, domenica 13, nel pomeriggio,
l'inaugurazione
Apre i battenti Biblioteca donna
È la prima in Italia - Intitolata a Lidia Poet
PORTE - Nessuno ci aveva mai pensato in Italia, a raccogliere libri
sulle donne. Lo hanno fatto nel paese alle porte della valle, dando
vita alla prima biblioteca di genere nazionale.
Si chiama "Biblioteca donna Lidia Poet", al momento
conta un migliaio di libri ed è accolta nei locali del municipio di
Villa Giuliano.
Ideatrice, il sindaco Laura Zoggia, anche consigliera nella
Commissione Pari opportunità della Regione Piemonte. Con lei,
all'impresa, hanno collaborato molte donne portesi, tra cui
l'assessore Elisa Bessone e la volontaria Elisa Levino.
Un lavoro lungo, partito tanti mesi fa. E le donazioni dei libri,
arrivati da ogni parte d'Italia, alcuni anche dal ministero dei Beni
culturali.
La stanza contiene «scritti di donne per le donne - li
definisce la Zoggia - ma anche per quegli uomini che vogliono
capire meglio il pensiero femminile». Pagine che raccontano di
donne con spessore e contemporanea leggerezza. Donne nell'arte;
Maria, donna e madre; il femminismo; le pari opportunità. Dal
romanzo al saggio, insomma.
Per la gestione futura, l'Amministrazione sta pensando di
attivare una borsa lavoro a favore di una giovane donna. Anche perché
la biblioteca dovrà essere ampliata, aggiornata, si dovranno
gestire i prestiti e tutti i volumi verranno messi in rete.
Poi, la scelta del nome: Lidia Poet. La prima donna avvocato
d'Italia, proveniente proprio dalla valle, che nel 1883 si vide
negata l'iscrizione all'albo degli avvocati. Non bastava la laurea,
al tempo: quel cromosoma X era capace di annullare anche il 30 e
lode. Dovette attendere fino al 1920 per essere chiamata avvocato.
Monito del tempo: discriminazione sessuale e lotta - tutta femminile
- per l'affermazione.
E il luogo, Porte. Uno dei primi paesi ad essere guidato da una
sindachessa, per ben 10 anni: Edda Gasco. Oggi, di nuovo un sindaco
donna, un assessore donna, come donne sono i capigruppo delle due
minoranze consigliari e tante presidentesse di associazioni locali.
Una biblioteca che è anche simbolo di sorellanza femminile:
libri donati da donne per le donne. Emblematica la storia della
rarità, "Sputiamo su Hegel - La donna clitoridea e la donna
vaginale e altri scritti", di Carla Lonzi. Baluardo del
movimento femminista degli Anni '70, il volume è ormai introvabile,
non più in stampa. A Porte è arrivato dall'Università di Genova:
l'ha regalato una docente germanista, perché restasse al servizio
di tutti.
Domenica 13, ci sarà anche la Rai, alle 16, in municipio, per il
taglio del nastro. Alle 17, poi, nella chiesa di S. Michele
Arcangelo, concerto del gruppo femminile (non poteva essere
altrimenti) friulano "Vocinconsuete". L'ingresso è
libero, grazie al contributo della Provincia di Torino.
Martina Bonati- eco del chisone 9.1.08
-----------------------------
Il 28 dicembre scorso, a Torino, è stato
sottoscritto dai rispettivi amministratori delegati, Paolo Romano e
Francesco Carcioffo, l'accordo tra Smat Spa e Acea Spa per la
gestione del ciclo dell'acqua in Provincia di Torino. Uno storico
compromesso la cui portata, soprattutto per il Pinerolese, non è
stata ancora del tutto compresa.
L'azienda pinerolese infatti manterrà nei prossimi 17 anni la
titolarità del servizio (come gestore salvaguardato), continuando a
progettare e realizzare le opere decise dall'Ato torinese sul
territorio. Annualmente l'azienda e il Pinerolese riceveranno 8
milioni di euro: 2 milioni (dalla tariffa) per l'espletamento del
servizio e 6 milioni per investimenti. In tutto 136 milioni di euro.
Inoltre è già stato saldato dalla Smat il debito storico nei
confronti dell'Acea di tre milioni di euro.
A.M.eco del chisone 9.1.08
---------------------
>>>>PMT- Cassa integrazione
ordinaria. Non sono bastate le forzature
fatte per la “mobilità spintanea”...a sanare i problemi. Se non
facciamo gli struzzi capiremo che tra
qualche tempo ci saranno di nuovo
problemi grossi ...allora svegliamoci.
>>> Consorzio Pra Catinat: il
14 e 15 gennaio ci saranno le elezioni
delle Rsu con 2 candidati dell'ALP/Cub.
I problemi da affrontare saranno la trasformazione in Spa del Consorzio
e le conseguenze
sui lavoratori
>>>Manifattura di Perosa: Elezioni
RSU e RLS. ALP/Cub ottiene un buon
risultato, ma grazie all'accordo del
93 ALP/Cub con 51 voti si deve
accontentare di una sola Rsu. vedi locandina 543 alpcub
al
sommario
-*-
vedi pdf allegato
al
sommario
****+++
riforma gennaio 08
al
sommario
**** assemblea
pubblica di alp
Avremo molto lavoro in questo nuovo anno
in particolare in Valle. Sarà un anno decisivo
per la OMVP e per la Manifattura due
fabbriche in vendita pur con storie e situazioni
diverse. Anche per la Sachs-ZF sarà
un anno complicato di cassa integrazione
straordinaria. Molto del futuro della
Valle dipende da come se ne esce da queste
tre situazioni.La nostra responsabilità è cresciuta dopo il buon
risultato alle elezioni in Manifattura dove
molte lavoratrici e lavoratori ci hanno dato
fiducia premiando le nostre candidate (ma
grazie
all'accordo del 1993 ALP/Cub con 51 voti si
deve accontentare di una sola Rsu.E' una fiducia che dobbiamo
onorare con più impegno.
Il primo impegno sarà un'assemblea
pubblica
sulla situazione in Valle il 18 gennaio
ore 18 presso la Comunità Montana
a Perosa Argentina
vedi locandina
544 alpcub
Il primo
impegno di ALPCUB
del 2008 è stato un'assemblea pubblica sulla situazione
in Valle il 18 gennaio
ore 18 presso
la Comunità Montana a Perosa Argentina - seguiva tre incontri nel 2007
tra amministratori, sindacati e aziende e l'unico appuntamento pubblico
promosso da forze politiche,
di AN.
- audio
premessa1-Lanza mp3 - 6Mb
- audio
premessa sulla lotta MVP-Fiat anni 80-
Lanza mp3 -6Mb
- audio
premessa sul lavoro in valle-
Lanza mp3- 4Mb
. audio
Manifattura -Lanza mp3 - 5Mb
- audio
OMVP - Lanza mp3 - 10Mb
- audio
Sachs - Lanza mp3 - 4Mb
- audio
varie aziende - Lanza mp3 - 5Mb
- audio
Intervento mp3 - 14Mb
- audio
Intervento mp3 - 6Mb
La lotta dell'MVP
(83-84)
Le lotte che abbiamo fatto negli anni passati
sicuramente sono state un elemento importante nel mantenimento
dell'occupazione in valle. Nell'83-84 c'è stata la lotta più
grande, con l'aiuti dei sindacati, delle forze politiche e delle
chiese. La Fiat aveva deciso di trasferire le lavorazioni dello
stabilimento MVP di Villar a Firenze e c'è stata una lotta che è
durata sei mesi che ha prodotto un accordo e mantenuto quello
stabilimento nel nostro territorio.Se non fosse stato per la tenacia
degli operai e del sindacato locale a livello nazionale la direzione
sindacale diceva ' questo stabilimento viene chiuso ma nessun
lavoratore perderà il posto di lavoro perchè c'è quello di
Rivalta'.
Noi invece non pensavamo solo al nostro posto di
lavoro, ma pensavamo ai nostri figli e alle loro prospettive. Così
facemmo l'accordo con la Corte e Cosso di Buriasco e con un pezzo di
Fiat nacque la Boge. Eravamo in piena spaccatura sindacale sulla
scala mobile: qui si continuò a fare una lotta unitaria. Nella
nuova fabbrica vennero lavoratori della Corte e Cosso e altri
lavoratori, scelti in base alla residenza. Questo accordo sancì la
presenza di una fabbrica sul territorio. Se non l'avessimo fatta,
pensate a cosa è adesso Rivalta: avremmo in quella zona di Villar
un bel magazzino ecc.
Oggi continuiamo ad avere 200 addetti alla Sachs e
80 alla Stabilus. Le lotte non sono sono tutto ma quelle degli anni
scorsi hanno fermato una certa tendenza e mantenuto nel territorio
una presenza manifatturiera che riteniamo fiondamemtale. Enrico
Lanza
al
sommario
****rileggiamo:
Olimpiadi Torino 2006 - L'aria della valle
di Stefano Bertone - Luca Degiorgis - 25/02/2006
Fonte: ilmanifesto.it
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Lunedì sera siamo stati
a Bussoleno e abbiamo potuto respirare un po' dell'aria che tira
in Val Susa quando si parla di ricadute olimpiche. E, a parte
alcuni limitati casi, se ne è ricavata l'impressione che il
ritorno economico e turistico sia stato minore delle promesse
iniziali e delle aspettative che ne erano scaturite. In
particolare questo è vero tra gli abitanti dell'alta valle che
vi avevano ingenuamente riposto grandi speranze - quelli della
bassa infatti hanno sopratutto funto da corridoio di
attraversamento. Le riflessioni si sono allargate ai modelli di
"sviluppo" che vengono proposti (ed accettati) per il
territorio. Nonostante sul campo le idee non manchino, anzi, c'è
l'impressione che in occasione di grandi eventi organizzati in
modo piramidale e accentrato, sia molto difficile per chi non
frequenta le stanze dei bottoni fare passare la svolta verso un
turismo più soft. Sono inoltre eventi che portano
implicitamente con sè una grande fretta: immaginate le
centinaia di lavori, autorizzazioni e cantieri accavallatisi dal
2001 alla settimana scorsa.
Un'abitante dell'alta valle, che preferisce restare anonima, ci
offre una versione critica della montagna di oggi dipingendola
come "problematica e piena di contraddizioni: un ambiente
montano notevolmente compromesso da infrastrutture e cemento,
un'economia basata su turismo di massa e costruzione e fruizione
di seconde case ed il passaggio in media di 5.000 tir al giorno
con pesanti ricadute sulla qualità dell'aria".
L'interlocutrice se la prende con "un modello economico che
sembra aver snaturato e trasformato la montagna in un grande
parco dei divertimenti per turisti che riproduce lo stile di
vita cittadino, rendendo malato l'ecosistema alpino" ma al
contempo riconosce che quello stesso modello "dà la
possibilità ai valligiani di vivere in queste montagne che
altrimenti sarebbero state abbandonate per cercare sostentamento
nelle città vicine". Ecco così la temuta contraddizione,
cioè "il tentativo di offrire un prodotto appetibile sul
mercato turistico basato sull'immagine distorta di una valle
alpina dove contemporaneamente possiamo trovare le tradizioni e
la cultura tipica del montanaro affiancata dal più moderno
impianto sciistico e dal locale alla moda". E le
municipalità montane, coinvolte nel processo decisionale sin
dagli albori, come si sono atteggiate? "Probabilmente - ci
risponde - all'inizio avevano la speranza che si potesse fare
qualcosa di utile per il territorio", ma successivamente
anche fra loro è intervenuta la presa di coscienza che il
grande evento "non avrebbe portato quella ricaduta
economica sperata e soprattutto che si sarebbero trovati il
compito di gestire un'eredità difficile".
Così, quando le chiediamo come si vivono questi giorni in alta
valle, ci parla della sensazione diffusa che "la tanto
ostentata febbre olimpica non abbia contagiato nessuno e che gli
animi siano stati e siano piuttosto tiepidi". Sono commenti
che ricordano da vicino la fredda disillusione che colpì il
post-mondiali di sci di Sestriere '97. Due gravi
sottovalutazioni dei rischi in soli 9 anni sono troppe e
richiedono, una volta per tutte, che ci si impegni a non
ripeterle mai più nel futuro. Se si vuole salvare il salvabile.
--------------------
vedi
in locandina 545 alp
al
sommario

26.1.08
E'stato presentato a Perosa il
film sui carbonai, nell'ambito delle iniziative degli 'Amici
della scuola Latina'.
“L’ISOLA
DESERTA DEI CARBONAI”
Quello del carbonaio è un mestiere che, nel nord d’Italia, scompare
nella seconda metà del novecento. Questo film è
l’espressione della cultura materiale conservata da due ex
carbonai della Val Lemina, una piccola vallata che parte da
Pinerolo, in provincia di Torino.
Il documentario mostra le fasi di
lavorazione di una carbonaia, ossia come dal legno si possa
ottenere carbone. Non si limita però ad una esemplificazione
didascalica di azioni produttive; attraverso i racconti dei
carbonai e le immagini dei boschi, delle radure della vallata,
delle borgate franate su se stesse, scopre un mondo di fantasmi,
un territorio “desertificato”. Un territorio in assenza
d’uomo, che porta però con sé le tracce del suo
stanziamento, della sua scomparsa e del suo possibile ritorno.
Il film trova nella colonna sonora una chiave di lettura visionaria di
un sentimento comune degli anni che viviamo, la sensazione di
vivere qualcosa che non è più e che, allo stesso tempo, non è
ancora. Così “L’Addio” de “Il Canto della Terra” di
Gustav Mahler restituisce l’unione e l’aderenza tra terra e
uomo che la storia del novecento ha così pesantemente
annebbiato e dà una chiave utopica, indicando l’unica strada
praticabile: quella del ritorno rinnovato, in una terra dove
passato e futuro siano entrambi presenti.
Lo stesso titolo del film segue questo percorso utopico, riadattando un
testo giovanile del filosofo Gilles Deleuze dal titolo
“L’isola deserta”. Riporto qui di seguito le ultime righe
di questo saggio così luminoso nel trattare le ombre
immemorabili del nostro pensiero: “C’è nell’ideale del
ricominciamento qualche cosa che precede il cominciamento
stesso, che lo riprende per approfondirlo e spostarlo indietro
nel tempo. L’isola deserta è la materia di questo
immemorabile o più profondo”.
“L’isola deserta dei carbonai” è un film di Andrea Fenoglio,
finanziato dalla Comunità Montana del Pinerolese Pedemontano.
È stato prodotto dalla detour audiovisivi s.c. in
collaborazione con l’Associazione Guide Natura di Caprie.
( il documentario raccoglie il racconto in piemontese del lavoro
di carbonaio: i sottotitoli
in italiano sono in questo testo in pdf
------------------------
L’ISOLA
DESERTA DEI CARBONAI
Un film
commissionato e finanziato dalla Comunità del Pinerolese
Pedemontano
Da
un’idea di Piergiorgio Manavella
Un film di
Andrea Fenoglio
Con
Cesarino (Cesu) Bianciotto e Felice Gaido
Montaggio
di Marco Odetto e Andrea Fenoglio
Fotografia
di Andrea Fenoglio e Sandro De Frino
Riprese
con Mini-Steady di Sandro De Frino
Suono in
presa diretta di Fabio Russo
Mixaggio
audio di Fabio Russo
“Il
Canto della Terra” di Gustav Mahler è eseguito dalla Wiener
Philharmoniker diretta da Pierre Boulez e cantato da Violeta
Urmana e Michael Schade. Edito dalla Deutsche Grammophon di
Amburgo 2001-2002.
Sottotitoli
di Andrea Fenoglio e Piergiorgio Manavella
Hanno
collaborato alla realizzazione del film: Piergiorgio Manavella,
Fabio e Diego Mometti.
Ringraziamenti
a: Carlo Bianciotto, Riccardo Bianciotto, Romano Bianciotto e
famiglia,Vanda Bianciotto, Marisa Bosio, Pasquale Garnero,
Gianni Nobili, Bruno Italdo, Elmo Rocia, Guerino Ughetto.
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Cade il Governo. Dopo
una lunga
agonia cade nel peggiore dei modi (mancata comprensione al dramma di
Mastella e troppo a sinistra secondo Dini) un governo che aveva creato molte
aspettative tra i lavora tori e
altrettante delusioni. Dopo la fa se dei grandi regali alla confindustria e a i padroni, ora che
tocca va a i lavora tori a vere qualche
cosa , lo si fa cadere.
In questi giorni tutti parlano di riforma elettorale mentre delle condizioni dei
lavoratori e
del sala rio non si parla più
vedi in locandina
546 alp
al
sommario
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un
film 'occitano':
****Il
vento fa il suo giro. Ma questa volta non è detto che torni! E’
un’affermazione che non ha a che vedere con le mutazioni climatiche,
vorrei solo che qualcuno fosse in grado di confutarle.
Il
pessimismo nasce da una serie di dati di fatto e problematiche, che
incontrano sovente proposte risolutive ardite, talvolta del tutto
irricevibili. I latori di tali editti sono di solito intellettuali che
amano farsi belli emanando sentenze dai loro morbidi rifugi cittadini.
Il tutto
nasce da un tipo di società, da una cultura che ha perso la sua
competizione contro la modernità. E questo non deve stupire: la Montagna
non è il luogo naturale per l’uomo ove trarre il suo sostentamento. La
colonizzazione dei territori alpini è nata quando per vari motivi le
genti non avevano più posto nelle aree a valle. Ne consegue che siano
anche i primi luoghi ad essere abbandonati quando le condizioni lo
permettano. Le civiltà sono fiorite lungo le coste o i fiumi, in
prossimità di nodi viari o in zone fertili. La Montagna è sempre stata
appannaggio dei fuggiaschi o di chi aveva ragioni per estraniarsi dal
resto del mondo. Solo negli ultimi secoli si è visto un certo inurbamento
ma, non appena se ne sono create le condizioni, gli uomini sono ridiscesi.
Il tutto viene ulteriormente accentuato sulle nostre Montagne, più aspre
rispetto ad altre dell’arco alpino.
E questo
preoccupa, ma solo fino ad un certo punto. Non si può costringere la
gente ad abitare in luoghi inospitali, offrendo in cambio unicamente degli
aspetti suggestivi. (....)
vedi dibattito
sul film 'Il vento fa il suo giro'
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per approfondimenti sulle tematiche della cultura occitana due approcci
diversi:
-rivista quadrimestrale
Valados Usitanos- richiedere Corso XI febbraio 27 - 10152 Torino
sul film
http://www.ilventofailsuogiro.com/
link al sito (vedi video trailerdi presentazione del film)
VIDEO:
La recensione di Paolo D'Agostini link repubblica
una
recensione link Savigliano
un'altra
recensione link
al
sommario
****** BORGARETTO - Lunedì mattina i dipendenti
delle Teksid getti speciali di Borgaretto sono precipitati
improvvisamente nel panico alla notizia della messa in liquidazione
dello stabilimento.
Un classico fulmine a ciel sereno o meglio una mazzata terribile per
tutti gli occupati che da qualche anno vivono nell'incertezza del
futuro e affidavano ai negoziati per la vendita dello stabilimento
alla Avio le speranze di salvare il posto di lavoro. Le trattative
con il maggior committente dello stabilimento, fino a venerdì,
sembravano a buon punto tali da consentire la stesura definitiva, ma
durante il fine settimana è arrivata invece la rinuncia dell'Avio.
Così ai vertici dell'azienda lunedì hanno convocato le
rappresentanze sindacali per comunicare il mancato accordo e la
decisione di mettere in liquidazione l'attività.
La protesta dei lavoratori non si è fatta attendere. Presidio
permanente davanti alla fabbrica e blocco del traffico di via Rondò
Bernardo, con conseguente modifica del tracciato della linea 41,
disagi, presenza delle Forze dell'ordine e spostamento di
cassonetti. Il blocco della strada è durato circa un paio d'ore.
Ad oggi l'incertezza per il futuro è massima. «Ancora una volta
ci eravamo quasi illusi, come ad agosto quando la Teksid di
Borgaretto era tornata nella sfera della Fiat con l'acquisto da
parte di Power Train - afferma Bruno Papallo, Rsu dello
stabilimento -. Questa mattina è stata subito decisa la
mobilitazione permanente dei lavoratori».
Un centinaio gli operai fuori dai cancelli con alcuni rappresentanti
sindacali: «L'ambiente fino a venerdì era positivo -
afferma Dario Basso, segretario provinciale della Uilm - mentre
ora la comunicazione della messa in luquidazione ha scatenato
l'immediata protesta nei 210 lavoratori che hanno già organizzato
un presidio permanente».
Quali prospettive ora per i molti posti di lavoro a rischio?
A mezze parole vengono fuori ipotesi tutte da verificare nei mesi
che verranno: dopo un periodo di cassa integrazione straordinaria
che non sarebbe superiore ad un anno, la soluzione potrebbe essere
la messa in mobilità, con la perdita dei posti di lavoro.
Inizieranno ora trattative su più tavoli con l'interessamento degli
enti locali superiori e dell'Amministrazione comunale; la speranza
è quella che, come per altre realtà beinaschesi, si possa trovare,
tramite il dialogo e la mediazione, la via d'uscita che tuteli il
futuro di più di 200 famiglie.
Silvano Ferraris
Gli interventi previsti dall'Acea Spa
costeranno due milioni di euro
Per affrontare l'emergenza rifiuti le
bollette aumenteranno del 15 per cento
|
Brutte notizie per gli utenti del
Consorzio Acea. Le bollette per la raccolta rifiuti sono
destinate ad aumentare in media del 15 per cento. È quanto si
evince dalle decisioni prese dall'azienda Acea in fase di
determinazione del bilancio di previsione 2008, approvato la
scorsa settimana dai soci della Spa, ovvero gli amministratori
dei Comuni del Pinerolese. «Su invito del Consorzio e degli
amministratori comunali - afferma il presidente dell'Acea
Spa, Roberto Prinzio - abbiamo messo a bilancio il preventivo
di spesa per far fronte all'emergenza rifiuti: complessivamente
si tratta di due milioni di euro, che spalmati sulle utenze
determinano un aumento del 15 per cento delle bollette».
Come illustrato la scorsa settimana nella cronaca
dell'assemblea del Consorzio Acea, a cui aveva partecipato il
presidente della Provincia Antonio Saitta, l'Azienda con questo
denaro dovrà predisporre un primo intervento sulla discarica
del Torrione, ridefinire il sistema di raccolta differenziata
con l'introduzione di un parziale "porta a porta",
conferire all'esterno parte dei rifiuti. Per quanto riguarda il
rimodellamento vero e proprio della discarica del Torrione,
occorrerà un altro milione e mezzo di euro che però l'Acea Spa
si accollerà sotto forma di investimento. «È necessario
però - afferma il presidente Prinzio - che l'assemblea
del Consorzio formalizzi al più presto queste scelte e dia
l'incarico ufficiale all'azienda di portare avanti gli
interventi programmati».
L'Azienda ha voluto fare presente, attraverso il bilancio
pluriennale, quali conseguenze sulle tariffe avrebbe la mancata
realizzazione dei suddetti interventi e di una nuova discarica,
gli aumenti in bolletta, in pochi anni, porterebbero al
raddoppiare le tariffe.
Per quanto riguarda la vicenda della nuova discarica, da
registrare solamente l'invio da parte del presidente dell'Ato,
Paolo Foietta, di una lettera al presidente del Consorzio
Giuseppino Berti, in cui s'invita l'assemblea consortile a fare
propria l'indicazione del Comune di Buriasco sui tre possibili
nuovi siti in territorio di Cumiana. L'unico modo, secondo
Foietta, affinché l'Ato possa prenderli in considerazione.
Alberto Maranetto
Più 0,40 euro di media al litro,
primo scatto a gennaio
Aumenta il latte alla stalla
Accordo tra le parti con mediazione
della Regione
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«Se c'è parapiglia nessuno di noi si siederà al
tavolo delle trattative» avevano minacciato i
rappresentanti dei caseifici ai vertici della Coldiretti,
invitati dall'assessore regionale all'Agricoltura Mino
Taricco per trattare sul prezzo del latte alla stalla. E così
giovedì 7 alle 9, quando sindacati agricoli e industriali
hanno varcato i cancelli della sede dell'assessorato, non
c'era traccia di dissenzienti. Mezz'ora dopo, come
d'incanto, un bel po' di trattori e qualche centinaio di
produttori s'erano ammassati in strada.
Così verso le 14 gli industriali accettavano per gli
ultimi tre mesi dell'attuale stagione di concedere quei tre
sospirati centesimi in più al litro, passando dai 37,10
centesimi di dicembre ai 40,33 da gennaio in poi, modulando
gli aumenti gradualmente, purché la media degli ultimi tre
mesi della stagione raggiunga quanto concordato. «Abbiamo
accettato la gradualità – riferisce il presidente
provinciale della Coldiretti Chiabrando –, per cui a
gennaio i centesimi saranno solo 39, ma a marzo 42, perché
quest'ultimo vogliamo che sia base di partenza per la
trattativa che si aprirà dal 1º aprile per la stagione
2008–09. È quanto si paga in Lombardia e non vedo perché
non possa essere accettato anche dai nostri caseifici».
Altro punto fermo della prossima trattativa è
l'indicizzazione del prezzo, ovvero l'aumento automatico
della remunerazione del latte alla stalla qualora si
verifichino nel corso dell'anno documentati aumenti sulla
filiera di produzione.
Altra prerogativa che si mantiene da parte dei mungitori
è quella di potere dare disdetta del conferimento del latte
ad un determinato caseificio due mesi prima della scadenza
del contratto e riservarsi la possibilità di decidere fino
all'ultimo giorno.
r. a.
A Pinerolo e Piossasco, i Gruppi
di acquisto collettivo
Uniti, per risparmiare sulla
spesa
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"Collettivo è meglio!", è l'iniziativa di
acquisto collettivo di prodotti alimentari di qualità
proposto dalla Provincia, in collaborazione con il
Movimento consumatori. A Pinerolo e Piossasco lo si sta
sperimentando. Sostanzialmente, con questo progetto i
promotori intendono offrire possibilità di risparmio ai
cittadini pur aumentando la qualità della merce. Un
obiettivo apparentemente arduo, in realtà possibile e
praticabile attraverso il Gruppo d'acquisto collettivo (Gac)
e la "filiera corta", cioè un rapporto
commerciale diretto tra produttore e consumatore.
A Pinerolo l'iniziativa è stata raccolta con
entusiasmo dall'assessorato comunale alle Politiche
sociali «come azione di sostegno al reddito nelle
famiglie più vulnerabili», spiega l'assessore
Giorgio Canal. L'operazione, oltre al valore economico,
porta con sé importanti significati culturali: «La
novità è riuscire a far spendere meno anche se il
prodotto è buono, biologico, garantito rispetto ai
prezzi di mercato». E poi, ancora, «educare ad
un consumo critico, proponendo frutta e verdura di
stagione - spiega Paola Biglione, facilitatrice,
responsabile dello sportello di via Bignone 40 a
Pinerolo, dove ci si rivolge per prendere parte al
Gruppo di acquisto collettivo e fare le ordinazioni -:
prodotti locali e garantiti, che diano sostegno alle
Piccole e medie imprese». Periodicamente il
Movimento consumatori si occupa di far eseguire analisi
chimiche sui prodotti, al fine di controllare che i
prodotti siano davvero biologici.
Allo sportello di Pinerolo le ordinazioni si ricevono
il lunedì dalle 15 alle 17 e il mercoledì dalle 13
alle 15 e dalle 18 alle 20; la consegna, invece, è
fissata una volta a settimana, sempre il mercoledì.
Prendere parte al "Gac" è semplice: ci si
rivolge allo sportello, quindi ci si iscrive al
Movimento consumatori (la tessera costa 1 euro) e si
versa una caparra (10 euro) che verrà restituita a
ottobre 2008, quando si concluderà la fase
sperimentale. Intanto, si sta pensando come rendere
ancora più incisiva e alla portata di tutti
l'iniziativa: «Stiamo pensando - conclude Paola
Biglione - di aggiungere anche un paniere con alcuni
prodotti di qualità ma non necessariamente biologici, e
quindi con prezzi ancora più bassi coinvolgendo aziende
del Pinerolese».
Per info sul Gruppo di acquisto collettivo di
Pinerolo: tel. 347 75.67921 (in orario sportello) o www.movimentoconsumatori.to.it.
al
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Consigliere Regionale GIAN PIERO
CLEMENT
OMVP – SKF: Incontro in
Regione
La situazione è tutt’altro
che rassicurante
Si è svolto venerdì 25 gennaio
l’atteso incontro tra SKF-OMVP, la Regione e gli Enti Locali.
Erano presenti: per la Regione, il
VicePresidente con delega all’industria Peveraro ed il consigliere
regionale Clement; per gli Enti Locali, il Presidente della Comunità
Montana Val Chisone Coucourde ed il Sindaco di Villar Costantino; per la
SKF – OMVP, il responsabile personale dott. Ceva e l’amministratore
delegato OMVP Ing. Bentorelli.
La SKF ha illustrato le attività
presenti in Val Chisone. Il settore Avio Precisi occupa attualmente
circa 500 persone e le prospettive a breve e medio termine sono buone e
sono previsti piccoli incrementi occupazionali (+ 15/20 persone).
Anche il settore SKF – TBU
(boccole ferroviarie) va bene, ci sono circa 80 occupati.
La situazione di criticità è
sostanzialmente concentrata su OMVP che occupa ad oggi circa 630
persone. Il fatturato attuale è di circa 120 milioni di Euro annui, con
un 80% su SKF ed un 20% verso l’esterno. Mentre sulle produzioni che
vanno sul mercato esterno non esistono grandi preoccupazioni, sulla
produzione acquistata da SKF esiste una crisi di competitività sui
prezzi. I prodotti che possono essere acquistati dai produttori
emergenti (Cina – Corea – India –Est Europa) costano mediamente
tra il 22%-33% in meno, soprattutto per 3 motivi: un minor costo della
materia prima (acciaio), minori costi energetici e l’Euro forte.
Questi fattori, nei prossimi anni, determineranno un forte calo dei
volumi produttivi, stimato in un 25% – 30%, con riflessi inevitabili
sull’occupazione.
A fronte di questa situazione si
inserisce la scelta della multinazionale di vendere OMVP. Scelta fatta a
livello internazionale su tutte le produzioni di fucinatura e torneria,
già realizzata in Francia (2005) e Germania (2006). Restano da vendere
lo stabilimento italiano e le attività presenti in Bulgaria.
La volontà di SKF è quella di
vendere, possibilmente ad un unico gruppo, sia le attività italiane sia
quelle bulgare, senza nessuna partnership, ma garantendosi certezze di
continuità sulle forniture, sulla qualità e sui prezzi. I contatti con
eventuali acquirenti sono in fase avanzata con due cordate; ma
soprattutto con una di queste si sta arrivando alla stretta finale, o
quasi.
L’azienda pensa di poter
chiudere la trattativa e comunicarla ufficialmente alle OO.SS. entro la
fine di marzo. “È chiaro - dice SKF – se la vendita non dovesse
realizzarsi, il ridimensionamento occupazionale (-25/30%) sarebbe
inevitabile, anche se spalmato su diversi anni e con il ricorso ai
classici ammortizzatori sociali”.
La mia valutazione è di grande
preoccupazione, anche perché questa pesante incertezza genererà grandi
criticità ed insicurezza.
Lo stabilimento di Villar Perosa,
prima RIV, poi SKF, ora OMVP, ha segnato la storia e lo sviluppo
economico della nostra valle. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci ad
un suo ulteriore ridimensionamento.
Il nostro territorio non può
prescindere da una forte attività manifatturiera delle nostre
industrie.
Se non viene realizzata la vendita
la SKF- OMVP deve assumersi l’onere di realizzare un piano industriale
di investimenti che ridia competitività allo stabilimento partendo da
quelli previsti nel PTI (Piano Territoriale Integrato): centrale per la
produzione di energia elettrica ad olii vegetali, nuova pressa
verticale.
Se invece la vendita viene
realizzata devono essere sia gli Enti Locali (Comuni, Comunità Montane,
Regione), sia le Organizzazioni sindacali a chiedere con forza al nuovo
imprenditore una politica di rilancio e diversificazione delle
produzioni.
Nessuno pensi di venire a Villar,
comperare il “business” e svuotare, magari progressivamente, lo
stabilimento.
La grande professionalità delle
maestranze di Villar Perosa, figlia di cento anni di storia e
tradizione, può e deve essere valorizzata, per continuare ad avere a
Villar Perosa uno dei motori dello sviluppo economico del nostro
territorio.
La Regione continuerà a fare la
propria parte nel seguire con attenzione la vicenda e non va escluso un
Tavolo di confronto nazionale in caso di sviluppi negativi.
Consigliere Regionale PRC - SE
Gian Piero Clement
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>>> Sachs-ZF :
Nell'incontro con la Direzione,Alp/Cub ha chiesto di ridurre il più
possibile le perdite salariali,
proponendo di allargare di più la rotazione, preparando con corsi di
formazione dei lavoratori per inserirli sulla produzione delle moto.
Inoltre ha proposto per il 2008, come contrattazione
integrativa, che l'azienda integri i ratei persi. Se fosse accolta
questa proposta si darebbe un
importante contributo di recupero salariale
ai lavoratori che fanno molta cassa.
vedi in l ocandina 547 alp
al
sommario
******La Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca ha inviato ad alcune Associazioni operanti
sul territorio
una lettera di convocazione ad una riunione, cui parteciperanno anche
sindaci ed assessori, nella quale si decideranno le regole da dare
alla fruizione estiva della strada dell'Assietta.
La riunione è fissata per martedì
12 febbraio, alle ore 21,00 presso la sede della Comunità Montana a
Perosa
SITUAZIONE ATTUALE
" Il territorio della
dorsale dell'Assietta con i suoi 60 Km di strada carrozzabile sterrata
e panoramica è oggetto di una serie di azioni di riqualificazione
finalizzate a preservare le inestimabili risorse paesaggistiche e
ambientali che si sviluppano nelle aree protette del Parco
Orsiera-Rocciavrè e del Gran Bosco di Salbertrand.
Le azioni di riqualificazione prevedono l'allestimento di aree
attrezzate, l'installazione di una nuova segnaletica, l'organizzazione
di eventi, promozioni ed escursioni e la definizione di una serie di
prescrizioni che ne facilitino la fruizione contemporanea da parte di
utenze diverse.
In questo quadro, la SP 173 dell'Assietta (dal km 0,500 si Sestriere
fino a Pian dell'Alpe) e la SP 172 del Colle delle Finestre (dal km
2,900 di Meana di Susa a Pracatinat) saranno aperte al transito dal 1
giugno al 31 ottobre con le seguenti modalità:
- Limite di velocità di 30 km/h,
- Divieto di transito ai veicoli di massa a pieno carico superiore
alle 3,5 tonnellate e/o aventi larghezza superiore ai 2,00 metri,
- Divieto di sorpasso e di sosta al di fuori dei parcheggi.
Al fine di favorire una fruizione dolce e una circolazione lenta sulla
strada da parte di ciclisti ed escursionisti a piedi e a cavallo, sono
inoltre previste delle giornate di totale chiusura al traffico
motorizzato della SP 173 dal Col Basset a Pian dell'Alpe il
2-5-9-12-16-23-30 luglio e 2-6-9-13-16-20-23-27-30 agosto.
Tutte le informazioni aggiornate sono disponibili su
www.stradadellassietta.it"
al
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****
Le mie radici sono in Val
Chisone e poi sono risalito con mia moglie in Val Germanasca,
alla ricerca di qualcosa che non trovavo più in basso, per il week
end e le vacanze. Dopo un po’ di tempo, guardando il paesaggio,le
case abbandonate, sempre più chiuse durante gli anni, mi sono
interrogato sul passato e sull’esodo dalla montagna. Era uno
stillicidio continuo, i pochi giovani tendenzialmente sono scesi. Lo
spopolamento avviene per due fattori: uno demografico, un altro
le necessità lavorative. Conosco pochissimi giovani sui vent’anni
che abbiano preso la strada inversa, invece è accaduto per alcuni più
in là negli anni.
La
storia dello sviluppo di una valle può essere vista come una somma di
storie personali: non possiamo pensare che arrivi dall’alto o da ‘fuori’.
Chi ci vive qualcosa deve inventarsi, dal basso,
chi arriva da fuori può anche fare dei danni, chi arriva
dall’alto fa ‘ calare ’ dei contenuti che poi vanno concentrati
su opere che con la valle hanno poco a che fare. Vedi la storia del
piccolo vallone di Massello, di Pragelato.
Sulla
carta si parla di contributi regionali, europei, di sviluppo della
montagna, di sviluppo
ecocompatibile ecc. , poi la ricaduta su territorio è pari a zero.
Chi si è fermato in montagna con questi progetti? Vivere in montagna
o vivere la montagna? Una cosa è vivere ed altra è passarci due
giorni di week-end. C’è chi dice: 'con la banda larga internet io
faccio l’architetto a Massello'. Ma se poi la borgata è vuota con
chi vivi? Se non c'è una comunità attorno non si resiste, a meno che
non si accetti la solitudine.
A
Maniglia toccata con mano la situazione di case chiuse, abbandonate
per validi motivi di sopravvivenza, abbiamo deciso di acquistare
alcune vecchie casette che nel tempo abbiamo fatto ristrutturare ed
affittato. Nel tempo abbiamo portato centinaia di villeggianti.
Partivamo privilegiati, avendo un lavoro di insegnanti
elementari,non avevamo il bisogno di realizzare con le case un guadagno
immediato, ma invece un progetto : far conoscere a tanti la montagna. Il
modello dominante di montagna è Sestriere, Cervinia, il Trentino:
questi sono pubblicizzati.
E’
stata una scommessa: certo ci sono problemi vari, si paga l’acqua
all’Acea, le tasse e l’energia elettrica per le seconde case,
abbiamo dovuto fare le fosse perché non c’era la rete fognaria.
Oltre ai costi del vivere in montagna ci sono i costi del trasporto
fino alla pianura.
(Abbiamo
anche aperto il sentiero ‘Arturo Genre’ con un’associazione che
si è mossa fuori dagli schemi proposti dalla com. Montana.)
Ci
volevano inserire nei siti turistici, ma noi dicevamo non utilizziamo
risorse pubbliche, facciamo da soli con il passaparola: sono venuti da
tutta Italia e dall’estero.
Abbiamo
quattro piccoli alloggi ( dai 30 ai 60 metri quadri ; 2-4-6 posti
letto). Uno l’abbiamo dato in affitto a una famiglia torinese che
viene da molti anni. Gli altri li diamo in affitto massimo un mese,
per far girar più gente. In
questa forma di affitto a tempi brevi non si bloccano alloggi per
anni, come avviene nel resto della valle, si ha un ricambio di 'turisti',
che cominciano ad amare il territorio.
Pian piano abbiamo visto che si interessano alla valle, sono curiosi,
frequentano magari il culto.
Pensiamo
che chi ristruttura una casa non può disinteressarsi al territorio
circostante, ai sentieri, ai prati: non ci può essere l’abbandono.
Chi viene nota se il territorio è curato dai residenti. Poi bisogna
coinvolgere chi compra in questa cura. Si tratta probabilmente di
recuperare vecchie attività,finalizzate a restare sul territorio,
vedi le giornate di pulizia comunitaria dei sentieri ecc. Chi a suo
tempo faceva questi lavori sentiva il territorio come suo.
I
residenti locali vedono e tollerano i nuovi arrivati, ci sono sovente
situazioni di convivenza difficile. Anche chi viene da fuori certe
volte non rispetta alcune regole, vedi dove posteggiare la macchina
ecc.
C’è
stato anche qualche tentativo di riuso delle case come il nostro
ma poi è rientrato. Negli ultimi tempi sono state vendute vari
rustici come seconda casa.
Il
futuro della valle Germanasca .
Partiamo dalle cifre: circa 2300
persone, distribuite in 20 KM partendo dai 600 metri e salendo fino ai
1500,in 5 comuni. Pomaretto vale praticamente la metà degli abitanti
della valle.
Parlare
di sviluppo con questi numeri è impossibile. Inoltre l'età
anagrafica è alta. Potrebbe essere anche una valle poco abitata con
parecchie borgate interessanti: ma ci deve restare qualcuno che crede
nel futuro. Per il momento restano per lo più alcuni artigiani.
Si
tira in ballo chi ci rappresenta, ma il problema riguarda tutti
noi.
La
Comunità Montana: le iniziative di ascolto e di ricerca con la
popolazione, durano brevi momenti. Ci si attiva, si fanno commissioni
poi tutto finisce e si legge sui giornali che è partito un progetto
del Gal o simili. La consultazione è un pretesto per legittimare
scelte già fatte.
L'esperienza del consorzio per i
pascoli di Maniglia è stata invece diversa ed efficace. Ci siamo
trovati, dopo una ricerca, tutti i proprietari, per decidere e per
la costruzione dei recinti col lavoro dei volontari locali e
materiali forniti dall'azienda. La popolazione ha dato migliaia di ore
di volontariato, il progetto è partito: è al settimo anno . Dietro a
questa iniziativa che funziona c'è qualcosa di credibile. Invece ci sono
diversi esempi di progetti 'immateriali'che danno soldi per un po' a
qualcuno ma sul territorio non c'è ricaduta.
A Massello c'è stato un momento in
cui si pensava che ci sarebbe stata una inversione di tendenza, con
l'azienda faunistica, poi si è visto che non c'era una reale
ricaduta.Ci siamo ricreduti. C' è la Foresteria, forse funziona ma
non è servito a a fermare lo spopolamento.
Franco e Silvana
al
sommario
IL 12% DELLA RIO TINTO (MINIERA
LUZENAC)
IN MANO AI CINESI
Rio Tinto sempre nella bufera. Il gigante
minerario anglo-australiano proprietario della Luzenac, società
concessionaria delle miniere di talco della Val Germanasca, è da
tempo al centro di una complessa guerra per il controllo del mercato
delle materie prime per la siderurgia. L'ultimo colpo di scena è
l'annuncio nei giorni scorsi dell'acquisto del 12 per cento del
gruppo da parte dei cinesi della Chinalco in alleanza con
l'americana Alcoa. Questo accade proprio allo scadere dell'offerta
di acquisto "non amichevole" da parte dell'altro colosso
minerario Bhp Billinton.
In questa guerra tra titani il peso delle miniere di talco della
Val Germanasca è uguale a zero. Tant'è che la Rio Tinto, proprio
per affrontare al meglio la competizione nei settori più redditizi
del ferro e dell'alluminio, ha deciso di sbarazzarsi di tutti gli
altri asset, primo fra tutti l'estrazione del talco appunto
e, notizia recente, anche del boro. Questo ancor più oggi che dopo
l'assalto cinese si parla di uno smembramento di Rio Tinto. In che
mani finirà la Luzenac? Se lo chiedono anche i francesi che nelle
settimane scorse, nelle miniere dell'Ariege, hanno scioperato per
cinque giorni. Ciò nonostante per ora nessuna nuova.
A.M. (6.2.08)
Video
breve storia sindacale miniere di talco e notizie dal mondo
-per scuole - 79MB-30'
Fenestrelle, la Provincia punta a
recuperare la Ridotta
FENESTRELLE: LA PROVINCIA PENSA AD UN
ASCENSORE CHE PORTI AL FORTE
Per Pracatinat nell'immediato solo una
strada più agevole
FENESTRELLE - Correzione di rotta, a
Fenestrelle, per l'impianto di risalita che dovrà collegare
fondovalle, Forte S. Carlo e Pra Catinat. «Nell'immediato
- spiega l'assessore ai Trasporti della Provincia di Torino
Franco Campia - abbiamo intenzione di acquistare la Ridotta
Carlo Alberto lungo la 23, di metterla in sicurezza e di far
partire da lì un'ascensore inclinato con passerella sulla
strada, per raggiungere la parte restaurata del Forte».
Per Pracatinat, invece - che proprio in questi giorni sta
mettendo a punto il Piano di sviluppo e il passaggio da
Consorzio a società di capitale - si progetta l'adeguamento
della strada di accesso: «Dovrà consentire il passaggio
di pullman da 55 posti. Stiamo studiando gli interventi sui
punti critici e sull'imbocco, che potrebbe essere spostato a
monte della frazione di Depot».
L'idea di progettare un impianto più lungo, che raggiunga
i centri di soggiorno con facilità anche d'inverno, non è
stata accantonata: quel progetto è stato inserito nel
concorso di idee indetto in occasione del Convegno mondiale di
architettura, quest'anno in programma a Torino. Gli architetti
di tutto il mondo erano già stati chiamati a consumare le
loro matite sulla rifunzionalizzazione del Forte. L'impianto
si aggiungerà al tema del concorso.
Ad annunciare l'accordo di programma da sei milioni di euro
con la Regione era stato circa un anno fa il presidente della
Provincia Antonio Saitta. Il compito di definire il tipo di
tecnologia e il tracciato dal monumento simbolo della
Provincia con gli ex-sanatori era stato assegnato la scorsa
estate all'Agenzia Torino 2006. «C'erano diverse soluzioni
possibili - spiega Campia, che segue i progetti sul Forte
insieme all'assessore Giorgio Giani -: per cui alla fine
abbiamo pensato di lasciare aperto lo spettro delle
possibilità per il concorso».
Il sindaco di Fenestrelle Michele Chiappero esprime «soddisfazione
per l'impegno che gli enti superiori dimostrano per il paese».
Per l'acquisizione della Ridotta la trattativa è tuttora
in corso. Più di un progetto per il suo recupero è
naufragato negli anni scorsi. Proprietà dell'artista torinese
Gianni Zattarin, ha ottenuto in passato finanziamenti
importanti, che però non hanno avuto seguito. «Oggi è
sempre più pericolante - commenta Oscar Raviol,
vice-sindaco e vice-presidente dell'associazione Progetto S.
Carlo, che gestisce il forte - comunque e andrebbe messa in
sicurezza. Dopo Mondiali e Olimpiadi, questa è davvero
l'ultima occasione per risolvere la questione, tra l'altro con
una riqualificazione che riprenda il passaggio sopra la strada
che c'era in origine. Speriamo che il proprietario la valuti
bene e che si trovi un accordo sul valore dell'immobile».
Ma è soprattutto l'associazione a vedere di buon occhio il
progetto della Provincia: «È importante recuperare la
Ridotta, che è l'ultima parte della fortificazione, e rendere
più accessibile il Forte nel periodo estivo». Il
recupero consentirebbe di usare il nuovo parcheggio accanto
alla 23, magari ampliabile con l'occasione, e di sfruttare
anche a piedi una stradina già esistente.
Il presidente di Pracatinat Celeste Martina: «Per noi
è vitale un'accessibilità diversa. A decidere di che genere
sono le istituzioni. Se l'intervento sulla strada consentirà
ai pullman da 55 posti di arrivare, non potremo che essere
soddisfatti, visto che lavoriamo sui grandi gruppi».
Luca Prot (6.2.08)
----------------------
>>> Manifattura: La
situazione si complica.Oltre ai problemi derivati dallo scorporo di
ramo d'azienda ci sono i libri in
tribunale per il forte
indebitamento e del gruppo, la nomina del Commissario che avrà il
compito di evitare il fallimento e di favorire la ripresa produttiva
con la New Cocot. Molti saranno però gli ostacoli per
dare risposte a tutti. Noi pensiamo, anche alla
luce di situazioni simili, come la Bertone, fabbrica
storica del Torinese, che occorre evitare
di tenere sotto silenzio la situazione, ma fare
sentire le nostre ragioni e coinvolgere le Istituzioni Regionali e i
Ministri Damiano e Ferrero. Se si
deciderà per questa strada ALP/Cub darà il massimo contributo che
è ciò che ci hanno chiesto le
lavoratrici e i lavoratori con
i loro voti nelle recenti elezioni delle RSU.
>>> OMVP: Il
clima peggiora giorno per giorno e
in particolare le donne sono oggetto di gravi
pressioni. Abbiamo l'impressione che si cerchi
di incentivare l'esodo prima della vendita. Non
è la strada giusta e ci faremo sentire.
vedi in locandina
548 alp
al
sommario
All’azienda tessile lombarda, con sede anche
in val Chisone, ritorna l’incertezza. La proprietà ha
annunciato il passaggio in «affitto» alla Newcocot dei propri
impianti. I sindacati chiedono un incontro a breve con i
responsabili della procedura di concordato preventivo richiesto
dalla Manifattura di Legnano.
Davide Rosso
«La NewCocot Spa acquista la Manifattura di
Legnano Spa mediante trasferimento di ramo d’azienda». A
comunicarlo è stata la proprietà della Manifattura, che il 1°
febbraio scorso ha ufficializzato così la situazione ai
sindacati e alle rappresentanze interne dei lavoratori. Mercoledì
5 febbraio, poi, a Milano è stata presentata anche la
richiesta, sempre per la Manifattura di Legnano, di concordato
preventivo al Tribunale fallimentare. L’11 febbraio ancora un
incontro, sempre a Milano, di coordinamento delle rappresentanze
sindacali del Gruppo di Legnano per fare il punto sulla
situazione e capire come muoversi per «il futuro degli
stabilimenti e dei dipendenti della Manifattura».
Da Perosa Argentina, sede di uno degli
stabilimenti, il maggiore della Manifattura di Legnano, si segue
con preoccupazione l’evolversi della crisi del gruppo tessile
lombardo, crisi che si era resa manifesta un paio di anni fa e
che sembrava essersi, per così dire, incamminata su una piega
ben diversa nel luglio scorso con l’accordo siglato dalla
proprietà e dai sindacati sul Piano industriale. L’accordo
prevedeva la salvaguardia dello stabilimento perosino ma la
chiusura di sei stabilimenti del Gruppo di Legnano e la mobilità
per circa la metà dei 1200 dipendenti. L’accordo di luglio
parlava anche di una riduzione di dipendenti nello stabilimento
di Perosa scendendo da 247 unità a 220.
Dopo i fatti di inizio febbraio lo scenario
pare cambiare profondamente per gli attuali 630 dipendenti,
profilandosi un probabile passaggio alla NewCocot Spa, società
che ha già rilevato tra l’altro nel 2006 il gruppo tessile
Olcese e che è costituita da tre imprenditori, uno dei quali
indiano, e ha sede a Cologno Monzese. A complicare ulteriormente
la situazione il fatto che in realtà la NewCocot non
acquisterebbe la Manifattura, ma si parlerebbe di un «affitto»
per due anni, mentre la Manifattura ha presentato domanda di
concordato preventivo al Tribunale fallimentare di Milano con
relativa, se viene ammessa dai Tribunale, cessione dei beni.
«La comunicazione del 1° febbraio è stata
fatta ai sindacati e alle Rsu di tutti gli stabilimenti –
dicono all’Associazione lavoratori pinerolesi, sindacato che
alle ultime elezioni a gennaio alla Manifattura di Perosa per i
rappresentanti interni ha ottenuto un forte consenso –. Da una
prima lettura di quanto sta accadendo emergono le eccedenze in
molti stabilimenti, in particolare a Legnano. Nei prossimi
giorni ci sarà l’incontro nel quale si dovrà recuperare il
dato occupazionale, è certo però che occorrerà essere uniti
per salvaguardare i posti di lavoro».
Dall’incontro dell’11 a Milano giungono
notizie di forti riduzioni negli stabilimenti del gruppo di
Legnano (si parla di una riduzione di una ventina di posti a
Perosa, di una quarantina a Cividate, mentre a Legnano
rimarrebbero 20 lavoratori). «La questione – dice Enrico Tron,
della Cisl – è che manca un Piano industriale e poi occorre
capire quali sono i piani della NewCocot. In sostanza che cosa
la spinge ad assorbire la Manifattura? Occorrerà discutere come
si vuole procedere alla riorganizzazione e via dicendo. Sono
tutte questioni a cui occorrerà dare una risposta nei prossimi
giorni».
Al momento il coordinamento dei sindacati,
visto che l’ipotesi di «cessione di ramo d’azienda non
risponde alla garanzia occupazionale rispetto alla quale la
società Manifattura si era impegnata e che può vanificare le
intese sindacali e individuali già raggiunte», si è dato tra
le proprie priorità quella di incontrare il giudice per
instaurare con lui un dialogo fin da subito. «Siamo da un lato
a un epilogo – dice ancora Tron – e dall’altro a una fase
complicata della vicenda. In termini di tempi comunque
spingeremo perché questi siano relativamente brevi. Occorre che
la procedura sia presto avviata».
Insomma, per la Manifattura siamo in una fase
«aggrovigliata» con i sindacati e i dipendenti pronti a far
quadrato e a far sentire la loro forza in termini di
salvaguardia dell’azienda. (riforma)

al
sommario
Una dettagliata indagine della Conmunità
montana Valli Chisone e Germanasca sui suoi "over
75"
Universo anziani: gente soddisfatta,
un po' sola e tanto indaffarata
Tante le sorprese dalla lettura dei dati -
Il popolo che ha ricostruito l'Italia ha una pensione media di
900 euro
Volevano "leggere" gli anziani, per capire chi sono e
di cosa hanno bisogno. Per prevenire il disagio che - dopo i 75
anni – quando arriva non si frena più. E così i Servizi
sociali della Comunità montana Valli Chisone e Germanasca,
guidati dall'assessore Clara Bounous e dal direttore Vigna nel
2003 hanno messo in piedi il progetto "Universo
anziani", con la volontà di migliorare la qualità della
vita di questi valligiani, per combattere solitudine e malattia.
Tre infatti le parole chiave: ricerca, prevenzione, interventi.
Come target la popolazione delle Valli Chisone e Germanasca,
con più di 75 anni di età: 2.366 persone. Un campione che poi
però si è ristretto, vuoi per i decessi (52), vuoi per i
trasferimenti (39). Altri 147 non sono stati intervistati perché
già residenti in strutture di cura. Così si è scesi a 2.128. «Più
della metà, però, non ha accettato l’intervista», spiega
Gianni Capitani, operatore dei Servizi sociali che ha svolto il
lavoro con Ilaria Brasola. Il 24 per cento ha detto no per scelta:
«Molti ci hanno spiegato che non avevano tempo, perché erano
troppo occupati tra l’orto e i nipotini». Poi ancora si
toglie il 26 per cento di chi assistenza ce l’ha già e ben
organizzata, il 16 per cento di chi sta bene e pensa di non aver
bisogno dei Servizi sociali, il 15 degli indecisi, il 9 dei
diffidenti e l’11 dei malati.
Un dato significativo: con il 33 per cento degli anziani gli
operatori non sono riusciti a stabilire contatti. Questo perché
sono in tanti ad avere la residenza sul territorio, ma a vivere
altrove, magari vicino ai figli. Alcuni anche al mare, ché fa più
caldo.
E così si arriva al campione vero e proprio, 904 persone
intervistate: «Erano contenti di raccontarsi – spiega
Capitani -. Apprezzavano che noi fossimo lì per loro». E
così tra qualche lacrima e i ricordi che riaffiorano è stato
possibile, per i Servizi sociali, entrare in contatto diretto con
l’utenza.
«Un lavoro di ricerca-azione: noi raccoglievamo le
interviste e intanto davamo informazioni sui servizi attivi. Sui
casi più urgenti abbiamo anche fatto richiesta diretta dei
servizi necessari».
La ricerca ha messo in luce un dato positivo, in contro
tendenza rispetto al pensiero comune: gli anziani in valle stanno
bene. Leggendo i tanti grafici e gli schemi, i numeri delineano
una popolazione attiva, autonoma, giovane insomma. Dal punto di
vista dei Servizi sociali, però, sono i numeri
"piccoli" a interessare: «Non è trascurabile dire
che il 3,8 per cento (circa 38 persone, ndr) della
popolazione in valle è trascurata e che la stessa percentuale ha
anche bisogno di assistenza sanitaria. In più si deve considerare
che bisogni sociali e sanitari non coincidono quasi mai».
Ma.Bo.
vedi testi
Universo anziani- eco del
chisone pdf
Ricerca
anziani over 75 - Comunità Montana -pdf
eco 20.2.08
al
sommario
****
Pochissimi fanno il mio
lavoro. Lo vivo con difficoltà perché qui l’agricoltura è
dura. In valle ormai si vive in modo sempre più simile al
territorio più ampio, anche se non quello della città – più
stressante.
Credo
che l’ottica di sviluppo attuale e prevista dagli enti
pubblici – unici propulsori, perché ormai quasi nessuno fa
qualcosa di testa sua – mi sembra che stia diventando il
riempimento del tempo libero di chi lavora in città. Nel senso
che tutto appartenga ad un grande sistema in cui c’è chi si
occupa di organizzare il lavoro al cittadino ed altri, ai margini,
si occupano del tempo libero. Il tutto coordinato dagli enti
pubblici.
Sempre
più è tutto in mano ai poteri forti istituzionali. Questi –
che dovrebbero occuparsi dei cittadini – sono attenti a parlare
delle loro iniziative come risultato di spinte dal basso, del
‘patrimonio popolare’ – ormai molti ci credono e ci si
rispecchiano. A me non sembra così.
Da
un punto di vista pratico ci sono le difficoltà di vita di chi è
fuori mano. Arrivano anche in questi territori marginali problemi e
stress dovuti alla burocrazia. Il mio lavoro di allevare animali
deve sempre più rispondere alla burocrazia, tenere documentazione
a ogni livello. C’ è uno stress e un’attività fuorviante che
a me non va, per me chi lavora dovrebbe essere in prima persona
responsabile del proprio lavoro, invece ci si sente perdere la
propria dignità.
Il
futuro che ci preparano gli enti pubblici secondo me non avrà le
gambe lunghe, l’ennesimo esperimento per risollevare delle aree
che si dicono marginali. Secondo me la popolazione non sente
veramente una propria identità. Viene anche a mancare
l’elemento umano.
Il
problema vero è che subentra
una nuova mentalità. Questo dal momento in cui la montagna si
sentita denigrata - da una generazione prima della mia - si è
abbandonata la montagna, ci si è vergognati di essere considerati
dei montanari rispetto agli altri. C’era certo il confronto con
una via più ricca, avere le ferie, costruirsi la casa.
Questo
ha provocato un cambiamento di mentalità. A Massello si faceva un
lavoro misero, che però accomunava tutti nella necessità, Adesso
chi torna ad agire sul territorio porta una mentalità
individualistica e esigenze che non credo appartenessero alla
cultura della montagna. Ci sono dei valori del lavoro agricolo di
cui nessuno parla, la collaborazione, le decisioni assembleari, le
corvèè volontarie: anche queste sono delle conquiste di una
storia secolare, mica solo le ferie e i diritti degli operai.
In
molti che sono andati
via dalla montagna c’è stato anche una disaffezione e un
rinnegare, un non voler approfondire i valori che si lasciavano.
Adesso,
con il parziale ritorno, c’è una nuova mentalità. I giovani
non sono invogliati dagli stessi anziani a tornare, semmai a
importare nuovi lavori. Anche quando ci
sono relazioni sono sempre finalizzati a scopi lavorativi,
di interesse, non alla comunità.
Nella
valle è come se ci fosse stata una interruzione, una rottura.
Ricordo i morti delle due guerre che hanno decimato i giovani. Poi
la resistenza che però non ha sedimentato in modo duraturo
l’orgoglio, la presa di coscienza che ne è nata.
Chi
è andato a fare delle riflessioni nelle valli su cos’era stato
il fascismo e su cos’è oggi? C’è chi non si pone nemmeno il
problema, non capisce cosa significa subire l’imposizione. Non
c’è stata una sufficiente elaborazione, c’è stata una
rimozione.
In
questo periodo mi sono letto un libro sulle incursioni saracene e
poi un altro sulla castellania della Valle di Samartino. C’era
una economia di autosufficienza di una intera comunità, che certo
rispondeva al castellano, c’erano le tasse. Nella valle
c’erano i mulini, i battitoi per la canapa, le segherie ad acqua
per le assi, C’era un’economia che apparteneva ad una stessa
comunità. Era a portata di vista dei valligiani l’intreccio dei
lavori, cosa significava battersi il ferro ecc.
Parlando
di futuro, come persona che vive in un modo molto coinvolta nei
fatti di Massello, mi dispiace vedere che ulteriormente si sta
rimandando di proporre una alternativa di vita in montagna e si
sta strumentalizzando quel poco di cultura che ci si ricorda di
avere, per delle finalità esterne, collegate al resto del sistema.
Vedo
nella valle una attenzione se si fanno certi discorsi, ma poi
questa riflessione è staccata dalla vita quotidiana. Penso che
sia dovuto a un condizionamento religioso che mi sembra porti ad
‘accettare’.
Quello
che io vedo come una possibile alternativa non è condivisa da
altri. Così quello che nella realtà si potrà fare è tutto nelle mani delle istituzioni e del
'privato' in grado di investire risorse, con risvolti magari un po’
mafiosi. Il resto della popolazione, in genere non ci crede più
nelle proprie possibilità di organizzarsi al di fuori delle
comunità religiose, dei programmi delle istituzioni, in un modo
più vero.
Credo
che sarà difficile sopravvivere solo con l’agricoltura e
l’allevamento, e le istituzioni infatti stanno proponendo di integrare
le attività.
Sono
contraria ai contributi, in genere, perché creano una forma di
assistenzialismo. Possono essere utili per certe iniziative, ne ho
avuti anch’io. Ritengo invece più utile rendere gratuito un servizio alla montagna, come
l’acqua , i trasporti per chi va sa scuola, togliere certe
tasse. Per la mia attività di allevamento sarebbe utile fossero
gratuiti gli esami del latte, vaccinazioni ecc. che incidono di più
in montagna che in pianura.
Carmen Moiani
locandina 54 9
al
sommario
*****


locandina 550
al
sommario
*+*+*

locandina 5 51
al
sommario
Io ho un’immagine
molto parziale, la frequento solo per motivi di lavoro. In Val di Susa è
una situazione assai diversa. L’alta e la bassa valle sono infrastrutturate,
meno rurali, l’economia turistica è di tipo industriale, e poi c’è un ‘
economia legatala mondo dei trasporti. Si è un po’ snaturata l’economia
montana.
I
vantaggi sono quelli dei maggiori
servizi, scolastici, che permettono di mantenere la residenza senza patire le
scomodità. Però tutto questo porta a perdere attrazioni di paesaggio montano
presenti invece in val Chisone. Da noi le scuole sono molto presenti in valle,
non c’è bisogno di farsi una mezzora di pulman. Qui in val Chisone
c’è meno traffico, è più ordinato, c’è più pulizia, più bello.
Oulx
in pochi anni anni è passato da 2400 a tremila e passa abitanti.
In
alta alle Susa l’industria non esiste, a meno che non si contino gli impianti
del Sestiere. In bassa valle una antica tradizione industriale, che si è
trasformata come nel resto d’Italia, passando dalle medie aziende alle piccole
aziende. C’è pendolarismo in entrata. In valle si vive di commercio e
turismo, chi lavora gli impianti nel resto dell’anno fa il muratore. Poi ci
sono molti artigiani. In alta valle ci sono persone che hanno fatto la scelta di
vivere a Oulx e dintorni e lavorano a Torino- professionisti. La popolazione è
giovane, ci sono molti immigrati.
Lo
spopolamento è interno alla valle, ci si è spostati nei centri più grandi.
La
val Chisone , più isolata ha dei vantaggi. Ci sono due realtà distinte: la
bassa valle e le due valli da Perosa in su. Le alte valli possono mantenere
anche dal punto di vista di qualificazione turistica un’immagine migliore
della val Susa, specie su Prali e Massello, in un’ottica di sviluppo
turistico, se ci saranno soldi per le vacanze possono avere uno sviluppo. Ci
sono i week end più o meno lunghi, per il ceto medio e gli stranieri. Un po’
di anni fa il flusso turistico era solo legato al torinese in villeggiatura.
Le
due zone sono più vicine e possono coesistere nella stessa famiglia una
pluralità di occupazioni.
In
altre vallate alpine c’è meno equilibrio. pensiamo alla val d’Orco, con una
ex economia industriale che sta calando vistosamente. Ci sono grandi spazi
abbandonati. Ci sono paesi da cui emigravano tutti. Turismo scomodo come
Ceresole Reale. Oggi non c’è più l’industria, non ci sono grosse speranze
turistiche, c’è grossa crisi e marginalità sociale. Anche le vallate cuneesi.
Qui c’è ancora un certo equilibrio.
Da
Perosa in su si sono fatti degli
errori ma qualche spazio di prospettiva c’è per mantenere in vita un sistema
economico di piccoli numeri.
In
Val Susa c’è per esempio il modello TAV che può portare lavoro per alcuni
anni di cantiere, ma diminuisce l’attrattiva turistica. Fra i principali
oppositori al secondo traforo del Frejus ci sono gli albergatori di Bardonecchia.
Il turista non va a fare le vacanze vicino a un cantiere o a un sito
industriale.
Ognuno
deve essere responsabile delle proprie scelte, chi viene da via a proporre
scelte ha degli interessi suoi di massimo reddito, perdente dal punto di vista
dello sviluppo locale. Ognuno deve essere artefice di se stesso, cercando di
condizionare le politiche a livelli più alti.
Paolo
– febbraio 2008
al
sommario
PENNELLATE
DI RICORDI
Conosco la Val Germanasca perché ci sono
nata e ci ho abitato per 30 anni, di cui i primi 10 in alta Valle, a
Serrevecchio, e gli altri 20 in fondo valle, a Pomaretto. Era una Valle viva.
Ogni villaggio era abitato, gli uomini lavoravano in miniera alla Gianna o a
Fontane, le donne si occupavano dei figli e degli animali (mucche, galline,
conigli, maiali). Era una vita dura, non c’era macchinario agricolo, tutto era
fatto a forza di braccia e di spalle. La miniera forniva i pochi soldi liquidi
per le spese, ma la vera vita era quella di montagna.
Poi negli anni ’60 è cominciato lo spopolamento: le fabbriche
meccaniche e tessili del fondo Valle offrivano un’alternativa alla vita
malsana della miniera, così molte famiglie, come la mia, sono scese a valle.
Mio padre ha deciso di scendere Pomaretto,
dove c’era la scuola media. Non voleva che i suoi figli andassero a lavorare
in miniera. L’affitto di un alloggio equivaleva ad una retta del Convitto
valdese. Le femmine hanno studiato e lavorato in vari impieghi, i figli alla RIV,
alla FIAT e nelle fabbriche tessili. In generale, pochi figli dei minatori che
sono scesi a fondo valle hanno continuato a lavorare in miniera. Le case di
montagna sono state poco alla volta ristrutturate e usate per le vacanze estive.
Va detto che in quegli anni la Val
Germanasca, pur essendo una valle chiusa, era molto viva. L’immigrazione dal
Veneto e dalla Sardegna, sollecitata dal lavoro nelle fabbriche del territorio,
da un lato, e Prali con le sue piste da sci e il Centro Ecumenico di Agape,
portarono in Valle nuove idee e nuove risorse, altre lingue, oltre il patoua e
il piemontese, cominciarono a circolare. Io ho vivo il ricordo degli africani
che partecipavano ai campi Africa di Agape, portando un pezzetto di un mondo
lontano, fino ad allora presente solo nell’immaginazione.
A Prali, in particolare, ma in tutta la
Valle, nascevano alberghi e pensioni a conduzione famigliare per ospitare i
turisti, specie durante l’estate e l’inverno.
In alto i turisti, in basso la città: tra
Perosa e Pomaretto c’erano ben tre Cinema! un ospedale e si costruivano i
grandi condomini.
Negli anni ‘68-‘70 si discuteva molto:
in fabbrica, a scuola, nelle Chiese valdesi (credo anche in quelle cattoliche,
ma non ho elementi in merito) sulla spinta delle nuove idee che movimentavano il
mondo e che erano tutte presenti anche lì, in Valle.
Negli anni ’80 i servizi sociali e
sanitari pubblici si strutturarono per rispondere in modo adeguato ai bisogni
della popolazione del territorio e quella fu veramente una grande stagione per i
servizi pubblici, in tutta Italia, certo, ma anche lì, anche in Val Germanasca.
C’erano le idee, gli operatori e le operatrici erano motivate, si osava
sperimentare e alla fine in qualche modo i soldi per realizzare i progetti si
trovavano: penso alla ristrutturazione del Convitto di Pomaretto da istituto per
minori a comunità alloggio per minori, alla nascita del CST di Perosa e alla
Comunità Alloggio per disabili, alle piccole comunità per anziani di Perrero e
in Val Chisone, al Centro Anziani di Perosa, ecc...
Poi, poco alla volta è finita la fase della
sperimentazione e della costruzione, come nel resto d’Italia d’altronde, e
si è passati alla cristallizazione delle idee e delle iniziative e lo sbocco
non è stato: ripensiamoci, chi siamo oggi? ma, come nel resto del mondo, la
globalizzazione: proiettiamoci altrove. E così le fabbriche hanno cominciato ad
avere difficoltà, sono state vendute, i nuovi proprietari più interessati al
guadagno che alla vita del territorio, sono rimasti fino a quando conveniva e
poi via! e potendo farlo più o meno allo stesso prezzo, i turisti hanno scelto
il mondo invece che la Val Germanasca, ed eccoci qui, alla ricerca di nuove idee
e stimoli. L’impoverimento materiale rischia di portare anche quello
culturale. Queste valli sono state valli ricche di storia e di relazioni, oggi
bisognerebbe recuperare un po’ di voglia di confrontarsi. Mi viene
in mente una bella esperienza, dei Tobas dell’Amazzonia argentina.
Avevano perso la loro identità, hanno deciso di recuperarla: è stato un
processo faticoso, culminato in un’esperienza molto bella: il confronto con un
gruppo di Kanak della Nuova Caledonia, che ha fatto un percorso simile,
attraverso due visite scambio. Dal confronto è nata una salda e solidale
amicizia che ha dato e preso nuove idee e consigli pratici che hanno favorito lo
sviluppo delle due popolazioni. Perché non fare qualcosa di simile, qui, con
valli della Francia e del Trentino, per esempio: confrontare le coltivazioni, le
tecniche, la storia, la cultura?
A. 21.3.08
locandina 552
al
sommario
riforma 14.3
al
sommario
quale sviluppo
La Fondazione post-olimpica non può
vivere solo di neve
È stata una giornata triste domenica a Pragelato. Poche
decine di persone sui bordi dei campi di gara per la Coppa del mondo
B di combinata nordica. Eppure il battage, massiccio, non è
mancato ma probabilmente c'è una causa di fondo a questo
"deserto" che si è riscontrato in alcune manifestazioni
post-olimpiche. Non si può vivere infatti soltanto di eventi legati
alla neve; poi gli eventi non sono tutti uguali. Più sono di
nicchia, più selezionano il pubblico.
Un esame che la Fondazione post-olimpica dovrà pur fare
appena insediato il nuovo Consiglio di amministrazione. Altrimenti
si rischia soltanto di sprecare risorse senza ottenere alcun
risultato. Una Fondazione che deve esprimere fantasia e creatività,
ricercando eventi più coinvolgenti sia per i ritorni mediatici, sia
soprattutto per pareggiare i conti della gestione degli impianti.
Solo nell'ultimo anno gli impianti di Pinerolo, Pragelato e Torre
Pellice sono costati 700mila euro.
p.g.t. eco 19.3
locandina 553
al
sommario
Io sto
facendo una vita abbastanza isolata, non vivo male, penso che i giovani e anche
gli altri abbiano problemi. Un forte invecchiamento, lavoro precario per i
giovani, fabbriche in crisi, turismo inesistente. Sono i problemi del resto del
paese. I risparmi delle famiglie non serviranno ancora a lungo: deve esserci una
fase buona dopo. Dal lato occupazionale la parte alta della valle ha dei grossi
problemi. L’agricoltura va verso una quasi estinzione. La parte alta della Val
Chisone ha qualche occasione di lavoro precario saltuario. nella Val Germanasca
il turismo è diverso. Prali ha avuto un periodo di profonda crisi, ora sembra
che migliori. Sono nati agriturismo, si sono cercate altre attività oltre lo
sci.
Le
grandi industrie della valle le conosciamo coi loro problemi.
Non
conosco la situazione delle industrie minori. Nelle attività artigianali nelle
aree apposite c’è un certo sviluppo.
Mancano
professionalità sulla coibentazione delle case e il fotovoltaico, che è un
settore del futuro.
Penso
che c’è possibilità di sviluppare il telelavoro, per le professioni ed il
socioassistenziale per gli anziani. Ci sono molti spostamenti a valle per
problemi sanitari.
Nella
parte bassa della valle aumenta il pendolarismo, da una zona buona per la qualità
della via alle aree di lavoro. C’ stata immigrazione , vedi Pragelato, prima e
dopo le Olimpiadi.
Qualcuno
col gruzzoletto sta cominciando a rientrare in patria.
Il
motore di un possibile sviluppo è lo Stato, che non ha mai preso molto a cuore
il problema. La Regione di più, ma con le Olimpiadi ha puntato a un turismo che
compromette la valle. Quali sono gli effetti del Sestriere sulla valle: qualche
centinaio di precari negli impianti e nei servizi e nell’edilizia,provenienti
a tutto il mondo. L’agricoltura è difficile da rilanciare. Sulla montagna ci
sono stati i contributi a pioggia per i giovani,era meglio concentrare gli
aiuti. Penso che sia difficile rilanciare l’industria,
meglio l’artigianato. La viabilità adesso è discreta.
Gli
amministratori variano da comune a comune. Per esperienza so che sono molto più
popolari le scelte di investimenti su impianti sportivi che sulle fognature. Col
risultato che ogni comune ha il suo invece di una struttura centrale per tutti,
con la sicurezza dovuta. La Cm. Montana rischia di diventare un ente inutile se
taglieranno ancora i fondi.
La
classe giovane non vuole entrare nei meccanismi politici. Ho seguito Blob in
questi giorni e la totalità dei giovani non considerano la politica una buona
prospettiva, preferiscono il volontariato. Mi ha colpito che hanno obiettivi
come il lavoro e la famiglia, percepiscono la difficoltà nel poter vivere in
modo indipendente. Ai nostri tempi entrambi non erano dei problemi.
R.P.
31/3/08
locandina 554
al
sommario
il villaggio operaio
vedi editoriale Valados Usitano88 pdf
locandina 555
al
sommario

locandina 556
>
Sabato 29 marzo 13a Assemblea Generale di Alpcub - ore
15 - arci
-
via bignone 89- Pinerolo - vedi:
Relazione-
1°interv. 2°
Interv. 3° Interv. audio
rel.
Lanza13a
Assemblea 2008 -pdf interv.
F.Breuza -pdf


risultati
locali - link
> Ciclo
di iniziative 'Noi Nelle Alpi'-pdf -
Venerdì
18 Aprile ore 21 a Perosa Argentina salone
Centro
Anziani
Tema: Metamorfosi
di una valle 2h audio
TAVOLA ROTONDA:Giorgio Faraggiana
(Mountain Wilderness),
Fassone Elvio, Andrea Coucourde
(Presidente
Comunità Montana Valli Chisone e
Germanasca), Massimo
Manavella (gestore rifugio
Selleries), Ivano Challier
(Presidente sezione Coltivatori
di Usseaux).
Modera: Furio Chiaretta (direttore rivista
Alp).
Sintesi - Andrea Coucourde- Pres. C.Montana
Le
Olimpiadi hanno avuto ricadute varie in zona. L’evento ci è passato un po’
sopra la testa. Sul futuro accenno al possibile uso del Forte di Fenestrelle.La
Provincia intende presentare un progetto molto interessante. Ricordo poi gli
investimenti in alta val Germanasca, miniera Paola e Prali. Abbiamo avuto
contatti interessanti coi vicini colleghi francesi. Mi preoccupa il futuro della
C- Montana dopo il 30 giugno di quest’anno.
Sintesi
– Laurenti Sindaco Perosa
I
nostri comuni in una serie di regioni non autonome sono penalizzati. Siamo
comuni di serie zeta. Come si può governare una metamorfosi della valle senza
risorse certe? Il nostro comune deve fornire anche servizi a livello
sovracomunale. Lo stato trasferisce ai comuni 220 euro l’anno a testa. Anche
noi vorremmo poter erogare fondi per trattenere le nostre industrie sul
territorio come invece fa la val d’Aosta. La Costituzione in più articoli
parla di autonomia e federalismo fiscale, ma devono essere finanziati e
garantiti. Un 30 % di trasferimento ai comuni da gestire comunitariamente
sarebbe appena sufficiente.
Una
valle come la nostra ha subito varie metamorfosi, con la forte
industrializzazione del passato, eravamo un po’ un’anomalia.
Si
sono ‘create’ le vocazioni industriali, bisogna scoprirne altre. Noi siamo
andati alla ricerca della storia e della produzioni. Abbiamo legato la storia ad
un prodotto, il formaggio Plaisentif. Prima c’erano pochissimi alpeggi
certificati, oggi sono circa 12.
Abbiamo
portato questa esperienza all’estero. Gli amministratori locali non stanno con
le mani in mano,non hanno le mani piene di finanziamenti… La lotteria dei
progetti europei è un percorso incerto se non si hanno agganci, ci guadagnano
solo i consulenti.
sintesi
intervento Elvio Fassone
La
metamorfosi della valle è dovuta alla sua progressiva industrializzazione della
valle -Nel 1961 gli abitanti erano circa 22700 e i posti di lavoro 11mila di cui
9 mila nell’industria.
Nel
2005 i posti di lavoro nell’industria sono scesi a 3238.
Spopolamento,
pendolarismo, crisi nell’indotto , nei servizi.
Popolazione
stabile ma invecchiata, la valle ha comunque una potenzialità di attrazione.
La
risorsa compensativa.il turismo deve cambiare atteggiamento. L’economia della
neve è matura, cambiamenti climatici, costi ecc.
I
comuni montani sono 3545 (il 20% sono turistici, 7,6% ad elevato sviluppo
turistico).
La
montagna occupa il 54% della superficie, 11 milioni d abitanti. Dei 3545 comuni
1500 sono montagna povera).
Non
è il turismo di massa e di consumo che può salvare la montagna. non basta
trattenere chi già ci vive, i migliori sono già partiti; occorre attirare
persone a vivere e lavorare in montagna tutto l’anno.
Un
lavoro sicuro in montagna c’è già: è la manutenzione della montagna
stessa.La politica non lo capisce.
La
montagna è dura e difficile: bisogna che ci siano dei lavori per la montagna,
che attraggano anche i giovani.
Le
Dolomiti sono certo in una regione autonoma, ma sono divenute belle in una
generazione che le ha curate. Le corvees non si fanno più.
Le
risorse ci sono la legge Galli e la legge regionale 13 del ’97.
Almeno
a livello sperimentale si può cominciare con finanziamenti regionali, per tre
anni, per vedere se i residenti vecchi e nuovi sono in grado di rendere
‘bello’ il territorio.
Macchinari
per la C. Montana, e un reddito per la manutenzione a residenti o imprese.
Disegno
di legge sulla possibilità di usare terreni incolti di montagna a fini
produttivi. E’ stato fatto proprio al senato nella Commissione Ambiente, poi
è caduto il Governo. Prevedeva la possibilità per il sindaco di individuare
aree abbandonate che con una procedura pubblica vengono inseriti in un settore
pubblico con affitto coattivo e messi a disposizione di piccoli imprenditori
montani.
Propongo
di farlo approvare dalla Regione come quello sull’economia forestale e
pastorale.
Non
basta offrire la possibilità di utilizzare un terreno, bisogna dare
incentivi.Per avere botteghe artigiane, per alpeggi qualificati, per il taglio
dei boschi, l’edilizia specializzata, gli apicoltori, occorrono incentivi.
C’è una complessità amministrativa, mi dicono, ma ho bisogno di
suggerimenti.
Occorre
defiscalizzazione, normativa sulle pluri attività, una autorizzazione in deroga
per le multilicenze dei commestibili…
L’università
della montagna. Ce n’è n’è una in provincia di Brescia. In ogni caso un
istituto di formazione professionale dei mestieri alpini. Vivaisti, muratori
specializzati nell’architettura alpina e nell’edilizia ecologica, allevatori
specializzati, ristoratori di montagna.
Elvio
Fassone
al
sommario


Cari colleghi
pendolari,
Vi informiamo che a
partire da venerdì 02
maggio, la Provincia di Torino ha inserito 5 nuove
corse dirette sulla tratta Pinerolo - Torino:
da
Torino a Pinerolo alle ore 15,00 - 15,20 - 15,50 - 20,55
da
Pinerolo a Torino alle ore 09,30
Da più di un
anno il Comitato sta lavorando - con raccolte firme,
comunicati ed incontri con la Sapav e la
Provincia - per ottenere un miglior servizio nelle ore di punta.
Riteniamo che
questo sia un primo risultato su cui porre le basi per un continuo
monitoraggio del servizio da parte di tutta l'utenza. Siamo infatti convinti
che solo una collaborazione continua tra i pendolari ,
attraverso la comunicazione di disservizi, proposte, osservazioni, sia la via
migliore e più responsabile per "viaggiare meglio"!
Per maggiori
informazioni - in attesa dei nuovi orari in formato cartaceo - Vi
invitiamo a consultare il nostro sito www.comitato275.it
Grazie a tutti.
Saluti.
per il COMITATO275
Angelo SUPPA
Marta ARDUSSO
Come cambiano le Comunità montane
Dopo le prime proposte a livello nazionale la decisione da
Roma è stata affidata agli esecutivi delle singole Regioni. La giunta regionale
del Piemonte ha recentemente licenziato una proposta di legge in materia di
Comunità montane che prevede tra l'altro che alle valli valdesi la Comunità
Pinerolese pedemontano sia accorpata alla Comunità valli Chisone e Germanasca.
Nascerebbe così una nuova Comunità di circa 40000 abitanti. La proposta di
legge cambia anche sostanzialmente le modalità per la nomina dei consiglieri e
dei presidenti di Comunità che sempre alle Valli passerebbero da 48 più 21
delle valli Chisone e Germanasca e Pedemontana e 27 della val Pellice a un
totale di 40.
Piervaldo Rostan-riforma18
La discussione sul taglio dei costi della politica nei mesi
scorsi aveva assunti toni decisamente accesi; alla fine uno degli elementi
introdotti dal vecchio Parlamento era stato il taglio delle Comunità montane.
Ve ne sono, in effetti, al livello del mare, che nulla hanno da spartire con i
reali problemi della montagna che ben conosciamo. Si sono così introdotte le
quote altimetriche come parametro di base, poi il rinvio della questione alle
Regioni, chiamate a individuare entro il 30 giugno gli elementi di
razionalizzazione delle Comunità montane, la loro riduzione di numero, gli
accorpamenti.
Per il Piemonte si è arrivati così alla fine di
aprile, quando una delibera di riordino è stata portata nella Giunta
regionale; ci saranno margini di «trattativa» o siamo di fronte al classico
«prendere o lasciare»? Molte cose cambiano, secondo il nuovo testo, sia sui
confini territoriali sia sulle modalità operative. In termini assoluti le
Comunità montane del Piemonte passerebbero dalle attuali 48 a 31, e proprio
dalla scena pinerolese ne sparirebbe una, la Pedemontana. La proposta della
Giunta regionale prevede l’accorpamento tout court alla Comunità montana
Valli Chisone e Germanasca che passerebbe da poco meno di 20. 000 abitanti a
circa 40. 000, da 16 a 23 Comuni; invariato invece il territorio della val
Pellice, da dove, secondo le ipotesi del governo Prodi, avrebbe dovuto uscire
Bibiana.
Previste anche misure finanziarie di «compensazione»
per le Comunità che cambiano il loro territorio: per l’anno 2009, una quota
pari al dieci per cento del fondo per la montagna è riservata a esse. Per lo
stesso anno, i «progetti integrati» presentati dalle Comunità montane che
hanno mutato la disposizione territoriale sono ritenuti prioritari
nell’ambito della definizione dei criteri.
Rafforzato sarebbe anche il ruolo delle Comunità
montane, enti destinati a «promuovere lo sviluppo socioeconomico del proprio
territorio e perseguendo l’armonico riequilibrio delle condizioni di
esistenza delle popolazioni montane, anche garantendo il mantenimento dei
servizi essenziali sul proprio territorio e una più efficace erogazione dei
servizi comunali». «La Comunità montana concorre – si legge nella legge
–, nell’ambito della legislazione vigente, alla difesa del suolo e alla
difesa ambientale, tutela e valorizza la cultura locale e favorisce
l’elevazione culturale e professionale delle popolazioni montane anche
attraverso un’adeguata formazione professionale che tenga conto, nei suoi
moduli organizzativi, delle peculiarità delle realtà montane».
Il disegno di legge regionale prosegue poi in una
lunga, e coinvolgente serie di attribuzioni su materie centrali per questo
tipo di ente, dal turismo all’assetto idrogeologico, alla gestione delle
foreste e a quella dei servizi associati. Novità essenziali invece sugli
organismi: Giunte più snelle e lo stesso per i Consigli. Questi ultimi
saranno nominati non più come ora da ogni Consiglio comunale con due
rappresentanti per la maggioranza e uno per le minoranze, ma in una grande
assemblea di tutti i consiglieri comunali dei Comuni compresi in una
determinata Comunità montana; il loro numero dipenderà dalle dimensioni
dell’ente. Restando nel Pinerolese, alla nuova Comunità montana Pinerolese
e valli Chisone e Germanasca toccherebbero 25 consiglieri (oggi la sola val
Chisone e Germanasca ne conta 48 a cui aggiungere i 21 della Pedemontana),
mentre per la val Pellice gli attuali 27 consiglieri sarebbero ridotti a 15.
Il presidente della Comunità montana sarà eletto, contemporaneamente al
Consiglio, dall’assemblea di tutti i consiglieri comunali sulla base di
programmi e liste di candidati ben definiti; gli assessori (4 per le Comunità
fino a 30. 000 abitanti 6 per le Comunità montane più grandi) saranno
nominati direttamente dal presidente.
Chiusura alle moto delle strade sterrate
Assietta e Finestre, rinviata in autunno la scelta
finale- eco del chisone
|
Sono rimasti due i giorni di chiusura settimanale stabiliti dalla
Provincia di Torino insieme a Comuni, Comunità montane ed Enti parco, per
le strade sterrate dell'Assietta e delle Finestre.
Il protocollo d'intesa con gli enti locali firmato nelle scorse
settimane per la stagione estiva (1º giugno-31 ottobre) prevedeva
chiusure "sperimentali" al traffico motorizzato della Sp 173 (Assietta)
di mercoledì e sabato nei mesi di luglio e agosto. Apertura totale,
invece, sia pure con limitazioni di velocità e divieti di sorpasso, sulla
Sp 172 del Colle delle Finestre.
Il protocollo, però, era vincolato all'incontro di lunedì 5 in
Provincia con i rappresentanti di associazioni ambientaliste, comitato
"Noi nelle Alpi", albergatori dell'Ascom - in particolare quelli
di Susa -, motociclisti.
«Nell'incontro sono emerse tutte le diverse opinioni sul futuro
delle due strade», racconta il sindaco di Usseaux Adriano Sgarbanti.
In pratica due fronti contrapposti: si esprimono per la chiusura ai
motori, magari totale, le associazioni ambientaliste e i sostenitori
dell'escursionismo a piedi, a cavallo o in bici. Sono per il libero
transito motociclisti e albergatori, che in estate lavorano soprattutto
con i moto-turisti dell'Europa centrale e settentrionale e - spiegano -
non vogliono perdere un turismo sicuro in cambio di uno oggi debole.
Una possibile sintesi è forse impersonata da Massimo Manavella,
gestore del rifugio Selleries di Roure, non lontano dal comprensorio in
questione: «Anche la nostra strada è chiusa dal 31 ottobre al 1º
giugno - spiega - e i nostri clienti cambiano moltissimo nei due
periodi. L'estate, grazie ad auto e moto, ci "ossigena" e non
dobbiamo inventare molte iniziative. Ma anche in inverno abbiamo avuto
successo, con un'utenza di veri appassionati. Si tratta di non demonizzare
nessuno e capire bene la realtà, adeguando l'offerta».
Giorgio Gardiol, del comitato che ha organizzato il ciclo di incontri
"Noi nelle Alpi": «Abbiamo ribadito la nostra posizione per
la chiusura almeno di sabato e domenica, anche se sappiamo che i danni non
li fanno i motociclisti che vengono da lontano, ma i locali che vanno
fuori strada». Per Gardiol, «bisogna trovare una regolamentazione
che vada bene per tutti, ma che si accordi anche con l'intenzione della
Regione di promuovere la mobilità in bici». Sulla proposta di
istituire navette, «secondo il vice-presidente Bisacca - aggiunge
Gardiol - la Provincia non potrebbe pagarle, ma cerchiamo di capire
come fanno nella Vallée de la Clarée ad auto-mantenersi».
In autunno la discussione sarà riproposta per una decisione
definitiva, che però non sarà operativa prima del 2010, a causa dei
lavori di sistemazione delle due strade.
Luca Prot
|

La Comunità Montana Val Chisone risponde no
all'accorpamento
«Non ci sono le condizioni» - Replica Elvi Rossi: «Pensiamo
all'Agenzia di sviluppo» eco 21-5-08
|
E alla fine, come ampiamente previsto sin da due settimane fa, le Valli
Chisone e Germanasca hanno detto "no" all'accorpamento con la
Comunità montana Pinerolese pedemontano.
L'occasione per farlo - formalmente - è giunta lunedì 19 maggio, a
Torino, nel corso delle audizioni organizzate dalla Terza e l'Ottava
Commissione del Consiglio regionale, in seduta congiunta.
Il presidente della Cm Valli Chisone e Germanasca, Andrea Coucourde, ha
presentato il documento firmato dalla Giunta e dai sindaci: un lungo
testo, in sostanza favorevole alla legge - che rivaluta il ruolo di questi
enti e li salva quasi tutti dalla mannaia della Finanziaria - ma contrario
all'accorpamento. La ragione principale: la mancanza di omogeneità del
territorio. Viller Manfredini, assessore al Lavoro in Cm Valli Chisone e
Germanasca e capogruppo di maggioranza, era presente all'audizione: «Sono
preoccupato - commenta a titolo personale - perché si è persa
l'occasione di fare una vera riforma. Questo è solo un ridimensionamento.
Ma i tempi (la scadenza del 30 giugno) e i costi (da contenere) dovevano
essere gli obiettivi e non i riferimenti iniziali. Mi auguro che possa
esserci un ripensamento dopo il confronto vero visto in Regione. Ma è
prima che c'è stata molta fretta e poca consultazione».
Il fatto positivo, per Manfredini, è che la possibilità di riformare
le Cm sia stata data alle Regioni, «però parlare di tagli e
accorpamenti senza analizzare insieme le esperienze avute in 30 anni e
senza ragionare sul ruolo delle Comunità ha impaurito i dirigenti
politici delle aree montane e di conseguenza i cittadini. Che poi lo
dimostrano con il voto. Se pensiamo che in Val Chisone il 45 per cento del
bilancio è dedicato ai servizi sociali, lo credo bene che i cittadini si
preoccupano!». Lo conferma anche l'assessore alla Politiche sociali
Clara Bounous: «Temo che l'accorpamento possa rendere i Servizi
sociali impossibili da gestire». Il gruppo di maggioranza in Cm Valli
Chisone e Germanasca è stato convocato per la prima decade di giugno per
discutere del ddl della Regione.
Del tutto opposta la posizione dei Comuni della Pedemontana. Il
presidente della Comunità montana, Mario Mauro, ha ribadito con grande
partecipazione emotiva la volontà di tutti di aderire alla proposta della
Regione senza se e senza ma. Spiega Elvi Rossi, rappresentante di
Frossasco in Comunità montana, uno dei Comuni che rischia di rimanere
fuori da tutto: «La nostra adesione alla proposta della Regione è
limpida - afferma - capisco i dubbi della Val Chisone, ma al tempo
stesso penso che la solidarietà in ambito Pinerolese, in prospettiva
della creazione di un'agenzia di sviluppo, sarebbe un gesto apprezzabile;
a questo punto la partita si sposta in Consiglio regionale: se qualcuno
non è d'accordo lo dovrà dire in quella sede e assumersene le
responsabilità». Potrebbe anche succedere che il disegno di legge
non venga approvato entro il 30 giugno: «In quel caso si dovrà
ridiscutere la posizione di tutti i Comuni a rischio, compresi quelli che
l'attuale legge ha ricompreso tra le aree montane come Porte e Bibiana».
Sull'ipotesi di far confluire la Val Noce in una Comunità collinare con
Pinerolo, Rossi è lapidario: «Le Comunità collinare non consentono
l'accesso ai finanziamenti che in questi anni ci hanno consentito di
realizzare cose importanti, quindi non c'interessa».
Tra i consiglieri regionali, da registrare il commento del pinerolese
Gian Piero Clement (Prc), dispiaciuto che il dibattito si sia concentrato
sugli accorpamenti e non su questioni di sostanza: «Sarebbe opportuno,
invece, ragionare sul ruolo da attribuire a questi enti. Mi ha colpito
l'intervento di un amministratore locale che ha sottolineato come
trent'anni fa, quando nacquero le Comunità, certi Comuni avessero mille
abitanti, mentre ora ne hanno un centinaio. In generale bisognerebbe che
alla montagna non fossero dedicate leggi specifiche, ma piuttosto che,
redigendo ogni normativa, si tenesse presente il punto di vista della
montagna».
Il torrese Marco Bellion (Pd) - indicando la gran mole di memorie
scritte che, come presidente della III Commissione, dovrà valutare -
parla di «un'audizione molto animata, con molti suggerimenti e
proposte di modifica. Mi è parso di capire che la Val Chisone non abbia
escluso di accogliere i Comuni montani della Cm Pinerolese pedemontano (S.
Pietro e Prarostino, ndr)».
Poi una sottolineatura non certo casuale: «Questo Consiglio
regionale ha recentemente approvato una legge che parifica le Comunità
collinari alle Comunità montane sulla possibilità di disporre delle
risorse derivanti dall'addizionale sul metano. È una possibilità che non
andrebbe scartata a priori. Mi sembra, tra l'altro, che anche il Comune di
Pinerolo abbia caratteristiche collinari».
|

piena 29.5.08 ponte Perosa-Pomaretto


il Germanasca a Pomaretto

Dal 2000 episodi più frequenti
Abbonati alle alluvioni dal 1977 a oggi
|
Ogni volta che il cielo si fa grigio ci sono famiglie a cui tremano i
polsi: il ricordo dell'acqua in casa è recente. Dal 2000 ad oggi quante
alluvioni?
In molti ricordano quella del 1977, paradossalmente così simile a
quella di oggi.
• Era un giovedì, era il 19 maggio 1977 e pioveva
intensamente da alcuni giorni. Sul ponte di Bibiana per tutto il giorno
passano auto e gruppi di persone per osservare la piena del Pellice. Alle
20,29 il ponte crolla: sette vittime vengono inghiottite dal cedimento.
Crollano nove ponti in Val Pellice e cinque sono danneggiati. Crolla il
ponte Montebruno a Garzigliana (l'allarme per la piena arriva nella notte
dal suono delle campane). In Val Pellice: la zona Bertanga di Torre è
isolata. Disastrosa la situazione in Val d'Angrogna, spazzata via la
strada per Pradeltorno, isolata Serre. A Villar Pellice una frana sulla
Provinciale cade sugli orti e i campi della frazione Garin, quella in cui
oggi si è consumata la tragedia.
Danni ingenti alle aziende Filseta di Perosa, Riv di Villar Perosa,
Talco e Grafite del Malanaggio a Porte, e in Val Pellice manifattura di
Pralafera e filatura Turaglio. Anche in Val Germanasca le cose vanno male:
Perrero è sotto un mare di fango. Danni un po' in tutti i Comuni della
Val Chisone. L'acqua arriva anche in pianura, esonda e allaga le colture a
Vigone, Villafranca, Pancalieri.
Se il disastro del '77 è per alcuni un ricordo sbiadito, quello del
2000 è ancora ben vivido. Il 15 ottobre 2000 l'alluvione colpisce
la Val Chisone, la Val Pellice, Pinerolo e la pianura fino a Torino. La
Val Germanasca resta isolata per giorni per colpa di frane e smottamenti.
265 i millimetri di pioggia caduta in 4 giorni. 200 gli ettari di terreni
agricoli "mangiati" dall'acqua. 46 i ponti crollati od
inagibili. Tra i principali quelli sul Chisone a Pinerolo (auto e linea
ferroviaria), sulla provinciale tra Sanfront e Paesana; in Val Chisone il
ponte Palestro, quello tra Inverso e Pinasca, tra Villar e l'Inverso,
quello di Miradolo tra Pinerolo e S. Secondo, e della Bertenga a Torre
Pellice. Crolla il palaghiaccio a Torre Pellice. In tutto: 75 case,
cascine e fabbricati e 63 aziende artigiane, commerciali e industriali
sono gravemente danneggiate.
Le immagini simbolo: il crollo dei ponti, la Statale 23 franata a Depot,
l'automobilista disperso, gli sfollati nelle scuole e nel municipio di S.
Secondo. E i volti degli abitanti della Cardonata, quell'agglomerato di
case a ridosso del Chisone, alle porte di Pinerolo. Coperti di fango,
disperati.
Da allora e per alcuni anni è un'escalation. Il 4 maggio 2001
Porte rivive l'incubo di ottobre, frane e straripamenti, chiude la Sp 166,
Inverso Pinasca di nuovo isolata. Colpite anche Pomaretto, Fenestrelle,
una frana a Perrero. Allagamenti a S. Secondo e Prarostino. In pianura i
danni maggiori sono a Scalenghe, ma anche a Villafranca (salta il sistema
fognario), Vigone, None (esonda la centrale Gora dei Calzolai), Piobesi,
Candiolo (esonda il rio Gambrero), Vinovo (cedono le fognature).
Il 17 agosto 2001: nuovi allagamenti a Scalenghe, stremata da
quattro alluvioni in dieci mesi. Colture compromesse, acqua e fango nelle
case e nei negozi, traffico deviato. Gli abitanti esasperati assediano il
municipio, intervengono i Carabinieri.
L'8 giugno 2002 cade una frana a Porte, crolla il muro di una
casa in località Barus, al Malanaggio il transito è a senso alternato.
Il 1º settembre 2002 i disastri sono soprattutto in pianura.
L'acqua scorre sui campi coltivati con i mezzi meccanici, come su una
tavola di bigliardo. Corre, corre e scivola nei paesi. Il torrente Chisola
sommerge la pianura: Cumiana, Scalenghe, Airasca, Volvera, Piobesi,
Candiolo. Il conto più salato lo paga None (danni per tre milioni di
euro), gravi danni alle case e alla zona industriale. Chiesto lo stato di
calamità naturale. La linea ferroviaria Torino-Pinerolo è allagata.
Traffico interrotto sulla Ss 23.
Poi qualche anno di tregua, ma a maggio e a ottobre quando il cielo si
fa grigio a molti tremano i polsi.
Paola Molino
rapporto cnr
pdf
Accorpate Val Chisone e Pellice?
Una sola Comunità
Un possibile accordo in Regione
|
Un'unica Comunità montana per il Pinerolese, inteso come Val
Pellice, Val Chisone e Val Germanasca (e magari Prarostino e S.
Pietro Val Lemina, gli unici Comuni davvero "montani" -
almeno per la burocrazia - della Cm pedemontana).
Sarebbe parsa un'ipotesi assurda e inaccettabile fino a un paio
di settimane fa. Poi, però, il Governo nazionale - per bocca del
ministro dell'Economia Giulio Tremonti - ha ventilato la
cancellazione tout court di tutte le Comunità montane
d'Italia. E così la Regione Piemonte - che già stava mettendo mano
a una seria revisione della normativa sull'ente sovracomunale
montano - ha deciso di dare un ulteriore colpo di forbice,
ipotizzando la riduzione da 48 a 23 delle Cm piemontesi.
In sostanza, il Governo Berlusconi ha detto: sopprimeremo le
Comunità montane o, come minimo, non le finanzieremo più. La
Regione ha risposto: abbiamo serie intenzioni di difenderle e magari
di mantenerle noi, a costo di dimezzarle.
Una linea che avrebbe trovato, in questi giorni, il consenso
della maggioranza di centrosinistra che sostiene Mercedes Bresso.
Giovedì è prevista l'approvazione della normativa in Commissione,
poi - prima del 30 giugno - il passaggio in Consiglio. Non si
giungerà a definire nel dettaglio gli accorpamenti territoriali
(questo dovrebbe essere delegato a un ulteriore atto deliberativo da
licenziare entro ottobre): ma è evidente che, se le Comunità
montane in Provincia di Torino dovessero scendere da 14 a 6, nel
Pinerolese ci sarebbe posto per un solo ente.
«La Regione intende dare un segnale forte: vogliamo le
Comunità montane e vogliamo che siano entità con dimensioni e
risorse in grado di promuovere davvero lo sviluppo del territorio»,
commenta Marco Bellion, consigliere regionale del Pd. «Non
possiamo far finta di nulla di fronte alle intenzioni del Governo e
alla paventata riduzione delle risorse - gli fa eco il collega
del Prc Gian Piero Clement -. In questo modo la Regione esprime
la volontà di mantenere comunque in vita le Comunità».
Certo, il boccone da ingoiare - per il Pinerolese - sarebbe
amarissimo. I presidenti delle attuali Cm, Claudio Bertalot (Val
Pellice) e Andrea Coucourde (Val Chisone), sono stati informati e
non hanno certo accolto la notizia con entusiasmo.
«Con il collega della Val Chisone abbiamo da tempo avviato
una collaborazione in molti ambiti - afferma Bertalot -. Un
ente unico, però, rischia di non poter rispondere puntualmente alle
esigenze dei paesi più piccoli».
L'impressione è che gli amministratori delle valli - alla fine -
faranno buon viso a cattivo gioco. Purché non siano costretti ad
accogliere anche i Comuni la cui montanità è dubbia: ovvero la
maggior parte degli aderenti alla Cm Pinerolese pedemontano.
Discorso analogo dovrebbe valere per la Cm Valli Po, Bronda e
Infernotto, che - nella riduzione da 13 a 6 delle Comunità montane
cuneesi - sembra destinata all'aggregazione con la Valle Varaita.
Daniele Arghittu
|
comunicato fiom 2008
In Val Chisone si teme un forte calo
occupazionale
Cosa sarà della Omvp dopo l'addio della
Skf?
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La vicenda della vendita dello storico stabilimento della Omvp
(cuscinetti) di Villar Perosa non è un problema d'immagine. Non ha
nulla a che fare con la nostalgia: la Riv, gli Agnelli, la scuola
professionale, le facce sporche degli operai al tornio, appartengono
ad un passato lontano e a cui nessuno in fondo pensa più.
La vendita della Omvp e il paventato passaggio al gruppo
Tekfor-NewMayer con sede legale in Germania, proprietaria di uno
stabilimento del tutto simile ad Avigliana, appartengono a un'altra
storia, per nulla gloriosa, che racconta di una valle, la Val
Chisone, in crisi (pensiamo a Manifattura, Luzenac, Martin, Sachs)
con livelli occupazionali in costante discesa. Oggi le domande che
si pongono le famiglie, i sindacati e gli amministratori del
territorio sono più di una: c'è ancora un futuro per questa
fabbrica? Quanti lavoratori sono destinati a fare i conti con la
mobilità e la ricerca di un nuovo lavoro? Quale sarà la tenuta del
territorio sul piano sociale? E così la Comunità montana si
prepara a chiedere interventi di tipo straordinario alla Regione e
al Governo.
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La scommessa della decrescita mp3 (reg.ne
Senigallia)
Serge Latouche – Università di Parigi
riforma
1agosto
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I lavoratori chiedono tutela in vista
dell'accorpamento
Comunità montane: «Difendere i dipendenti per
difendere i servizi»
La definizione delle maxi-Comunità, prevista entro
ottobre, dovrebbe slittare a fine anno
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Di 13 Comunità montane in provincia di Torino se ne faranno sei e
questa è una certezza, stabilita dalla recente (e ormai celebre) legge
regionale di riorganizzazione. L'accorpamento più probabile resta
quello tra la Cm Valli Chisone e Germanasca e la Cm Val Pellice, con
possibile inserimento di due o più Comuni dell'attuale Cm Pinerolese
pedemontano (e su questo il confronto è apertissimo, con le prime due
Comunità restie ad aprire le braccia a realtà considerate «non
montane»).
Sul tavolo degli amministratori, tuttavia, campeggiano anche altre
ipotesi, che coinvolgono ad esempio l'alta Val di Susa. E gli incontri
politici proseguono, per cercare di trovare una "quadra"
accettabile.
La situazione è incerta e non è detto che sia chiarita entro il 31
ottobre, termine entro cui la Giunta regionale dovrebbe definire gli
accorpamenti. Una proroga, anzi, è data per certa.
Nel frattempo, i lavoratori fanno sentire la loro voce. Riunitisi
mercoledì 23 luglio nella sede della Cm Pinerolese pedemontano, i
dipendenti e i collaboratori dei tre enti del Pinerolese hanno discusso
del loro futuro, invitando a partecipare i presidenti (Andrea Coucourde,
Claudio Bertalot e Mario Mauro) e ricevendo la visita di due funzionari
della Regione e dei consiglieri regionali Marco Bellion e Gian Piero
Clement.
Esito dell'incontro un documento, sottoscritto da tutti gli
operatori, in cui si chiede «una condivisione generale dei problemi
legati all'accorpamento delle Comunità montane, con particolare
attenzione alla salvaguardia dei posti di lavoro», compresi quelli
precari, nonché il coinvolgimento diretto delle Rsu nelle
discussioni sulla nuova organizzazione.
«In gioco c'è il nostro futuro, la nostra professionalità e
competenza, ma anche il servizio svolto a favore del territorio montano»,
spiega Cecilia Poli, Rsu della Val Pellice.
Un patrimonio che, secondo i lavoratori, «va salvaguardato e
mantenuto». L'accorpamento non dovrà mettere a rischio le attività.
Al contrario, «l’unione delle forze dovrà produrre nuove
sinergie, compensare i tagli economici dei trasferimenti e garantire la
continuità ed il miglioramento qualitativo dei servizi esistenti».
Conclude il documento approvato dagli operatori: «Crediamo
fortemente nel lavoro pubblico, nei pubblici servizi, e nell’attività
che svolgiamo (…) e siamo disposti a dare battaglia affinché venga
valorizzato il nostro lavoro ed il ruolo delle Comunità montane».
Amalgamare piante organiche tanto diverse sarà un'impresa.
Pubblichiamo a fianco la tabella riassuntiva degli addetti nelle tre Cm
del Pinerolese, cui abbiamo aggiunto quelli dell'Alta Val Susa (che
comprende Sestriere) e quelli della Val Po, Bronda e Infernotto.
Anna Lorenzino, segretaria delle Comunità montane Valli Chisone e
Germanasca e Pinerolese pedemontano, prova a interpretare i dati
relativi agli organici: «Bisogna distinguere chi di fatto lavora per
l’ente in sé, come gli addetti a segreteria e ragioneria, e le figure
tecniche. Alcuni tra i primi, in caso di accorpamento, rischierebbero di
dover cambiare mansione: chi si occupa di calcolare gli stipendi di 20
dipendenti, ad esempio, può farlo anche per 30».
Discorso diverso, invece, per chi svolge servizi verso l'esterno: «Penso
che sia opportuno decidere subito dopo le elezioni di maggio 2009, e il
conseguente rinnovo degli organismi amministrativi delle Comunità
aggregate, quali servizi s'intendono offrire al territorio e con quali
persone. La nuova pianta organica andrà dunque definita entro l’anno,
per andare a regime nel 2010».
Lorenzino ricorda però la vera spada di Damocle che pende sulle
teste dei dipendenti: «La Finanziaria di Prodi ha prodotto un taglio
al fondo ordinario, cioè alle spese di funzionamento, di 33,4 milioni
di euro per il 2008 e 66,8 per il 2009, in quanto si prevedeva già da
allora la riduzione delle Comunità non montane. Poi, non avendo ancora
stabilito quali abolire, il taglio è stato spalmato su tutte. A quello
si aggiunge un ulteriore riduzione di 30 milioni per l'emendamento sul
decreto legge 112. Per il 2009, in definitiva, significa che giungeranno
96,8 milioni in meno su 156. Come faremo, a quel punto, a pagare gli
stipendi a fine mese?».
Daniele Arghittu-Luca Prot
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Gestioni olimpiche un salto nel buio. Maranetto-
Eco del chisone
Sei milioni di euro per Forte e Pracatinat
A Torino la firma storica per valorizzare
Fenestrelle
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FENESTRELLE - I presidenti Mercedes Bresso della Regione Piemonte e
Antonio Saitta della Provincia di Torino hanno messo la firma, lunedì
1º settembre, sotto i sei milioni di euro destinati alla
valorizzazione del Forte di Fenestrelle e al miglioramento
dell'accesso ai centri di soggiorno di Pracatinat.
L'accordo di programma è stato siglato a Torino. Prevede
interventi strutturali e ai collegamenti verso la fortezza (eletta a
simbolo della Provincia e candidata al patrimonio mondiale Unesco) e
per il parco Orsiera e Pracatinat.
Può ora partire la progettazione definitiva (costo 420mila euro)
alla quale contribuiranno le idee degli architetti del concorso
internazionale ad hoc in scadenza l’8 settembre, legato al Convegno
mondiale di architettura di Torino.
Per le opere, il programma mette in cassa 180mila euro nel 2008,
1,5 milioni nel 2009, due milioni nel 2010 e 1,9 milioni nel 2011.
L'acquisto e il recupero della Ridotta Carlo Alberto, l’ultimo
baluardo della fortezza accanto alla Sr 23, oggi ridotta a rudere, sarà
il più evidente degli interventi per chi risalirà la valle. La messa
in sicurezza è già iniziata. Il progetto prevede anche un ascensore
inclinato e una passerella verso la piazza d'Armi del Forte S. Carlo e
la realizzazione di un parcheggio di attestamento vicino alla ridotta,
che consenta di pedonalizzare l'attuale strada di accesso.
Gli ex-sanatori di Pracatinat potranno invece contare su una strada
più ampia. Che finalmente - dopo 25 anni dall'inizio della loro
attività come centri d'eccellenza nell'educazione ambientale e non
solo - consentirà l'accesso ai pullman da 50 posti. Intanto sta per
essere completato il passaggio da Consorzio a società di capitale,
con l'ingresso della Regione nella compagine.
Alla firma erano presenti anche l'assessore di Fenestrelle Roberto
Blanc, il presidente della Comunità montana Andrea Coucourde, Celeste
Martina presidente di Pracatinat e Mauro Deidier, presidente del Parco
Orsiera-Rocciavré, oltre a numerosi assessori provinciali e
regionali.
VA A RUBA, ALLA'ASTA, IL LEGNO BUONO
DELLA VAL CHISONE
Rialzi fino al 94 per cento, guadagni per i
Comuni
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Nelle valli pinerolesi e di Susa il mercato del legname
cresce. Secondo una parte degli addetti ai lavori andrebbe letto
così il successo della prima asta del settore nella provincia
di Torino, battuta sabato 6 a Usseaux nell'ambito di "Bosco
e territorio".
Sette lotti pubblici e 16 ditte boschive a contenderseli.
Sopra le aspettative i rialzi ottenuti: in media il 47 per
cento. Il larice in piedi ha raggiunto gli 84 euro al metro
cubo, in catasta i 148 euro: prezzi che hanno spinto alcuni
professionisti a sospettare un «effetto prima volta» o
almeno "dopato" dalla competizione. Secondo altri «il
mercato lo fa sempre la situazione di vendita». In ogni
caso la principale kermesse italiana outdoor
dedicata al legno è salita di uno scalino nell'evoluzione da
fiera a motore per l'economia locale.
Tra tutti, il lotto numero 4 era al centro dell'attenzione:
357 metri cubi di larici già tagliati a Massello e portati in
catasta nella piana di Fraisse. Se l'è aggiudicato la ditta
Brunet di Usseaux dopo un duello serrato con Perassi di Cavour.
Rialzo: 23 per cento; 52.836 euro il prezzo finale a 148 euro
al metro cubo. «Se lo avessi messo all'asta - spiega il
dottore forestale Paolo Terzolo, responsabile dell'Ufficio
forestale della Comunità montana -, sarei partito da 20 euro
al metro per arrivare forse a 30-35». Esperimento riuscito:
l'utile, sottratte le spese di taglio e trasporto in piazzale,
è stato di circa 70 euro al metro cubo. Il contributo di 30mila
euro della Regione ha fatto da paracadute per il rischio
d'impresa dell'esbosco e del trasporto, obbligatoriamente con
teleferica (850 metri di linea) vista la zona particolarmente
impervia (lavoro eseguito dalla ditta Mondon). Una parte del
ricavato andrà alla Comunità montana per la valorizzazione del
patrimonio forestale. Al Comune di Massello resterà comunque un
guadagno di 25mila euro.
La formula della catasta, conclude Terzolo «funziona per
i lotti di qualità ma difficili da reggiungere». Il
modello è quello del piazzale alla francese, dove le vendite,
più su larga scala, avvengono a livello dipartimentale.
Con il metodo dell'estinzione di candela vergine (sostituita
da un cronometro con tre minuti per ogni rilancio) messo a punto
dalla segretaria della Cm Anna Lorenzino, sono stati aggiudicati
anche i sei lotti di legname in piedi. Operazione possibile
perché i Comuni proprietari sono consorziati. Faggio a S.
Germano e Pramollo, destinato a legna da ardere sul mercato
locale (aggiudicati dalle ditte Breuza di Salza e Bertalot di S.
Germano). Sorprendenti anche i 38,35 euro al metro del lotto di
abete bianco di Salza, acquistato da una ditta di Corio Canavese.
I larici di Pragelato e Sauze di Cesana se li è aggiudicati il
francese Bertuletti. Quelli di Giaglione la ditta Bellezza di
Lanzo. I rialzi sono andati dal 6 al 94 per cento della base
d'asta. «Nel complesso, ci asettavamo un 20 per cento in
meno», hanno commentato gli organizzatori. Anche se, come
ha suggerito Alberto Dotta, direttore del Consorzio forestale
Alta Valle di Susa, «il confronto tra le ditte sui valori di
vendita potrebbe aver reso tutto più trasparente e aver
avvicinato il mercato ai valori reali».
Tutto in una sola giornata e con un minimo carico
burocratico: «Esperienza da ripetere tutti gli anni, magari
quando "Bosco e territorio" non c’è, alla fiera
Franca di Oulx» ha proposto Dotta.
Luca Prot
|
l.p.
Legge regionale in Consiglio
Per la risorsa legno in arrivo 55
milioni
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Spinte per anni dal Comune di Usseaux, dalla Comunità
montana e dalla politica (provinciale e poi anche regionale) le
azioni che hanno accompagnato "Bosco e territorio"
iniziano a riscuotere l'attenzione degli operatori economici.
Secondo Alberto Perassi, uscito "sconfitto"
dall'asta del legname tondo in catasta, «la novità è che
l'impiego di legname nazionale e non estero potrebbe diventare
importante per l'economia del territorio. Tanto più che è
tutto certificato Pefc». Ad oggi l’offerta interna di
legname di conifere non è sufficiente per soddisfare la
domanda.
La riuscita dell'asta, messa in atto per conto dei Comuni
consorziati dall'Ufficio forestale della Comunità montana e dal
Consorzio dell'Alta Val Susa, fa ben sperare gli organizzatori: «Potrebbe
giustificare una squadra di tagliatori» auspica il sindaco
di Usseaux Adriano Sgarbanti. Il prossimo obiettivo? «Una
segheria di valle».
Ora quella che era una fiera con dimostrazioni pratiche, ha
finalmente svelato che nelle valli pinerolesi e di Susa il
mercato del larice ha un potenziale da esprimere. Lo conferma il
funzionario del Corpo forestale Diego Noveri, che si occupa di
assegno e stima di lotti per chi non ha un ente di gestione: «Nel
resto della Provincia i valori sono più bassi perché ci sono
soprattutto latifoglie e la qualità delle conifere è inferiore».
Uno dei padri di Bosco e Territorio, il consigliere regionale
Marco Bellion, riferisce che la legge forestale regionale, che
prevede lo stanziamento di 55 milioni di euro in tre anni, è già
passata in Commissione ed è pronta per affrontare il Consiglio
regionale.
l.p.
|
Vanno
bene le iniziative per l'artigianato e il commercio,
ma
non dimentichiamo
di
difendere i posti di lavoro nell'industria del nostro territorio.
Alla ripresa del
dopo ferie non abbiamo solo il problema di arrivare alla fine del mese
ma nelle prossime settimane dovremo affrontare alcune situazioni molto
critiche in particolare nella Val Chisone.
Alla New Cocot che
ha preso in affitto la ex Manifattura di Perosa non ci sono i segnali
positivi che aveva espresso in Regione e si aspetta da tempo il piano
industriale per capire se ci saranno speranze per il futuro.
La Sachs ZF
di Villar Perosa dopo un breve periodo di normalità ha ripreso la
cassa integrazione straordinaria e il futuro non è roseo anche se la
Direzione Italiana, tra le poche nel territorio, è impegnata in nuovi
investimenti e formazione del personale.
La situazione più
preoccupante è però quella della OMVP lo stabilimento SKF di Villar
Perosa che da anni è in vendita e in questi giorni definirà il
contratto con una multinazionale tedesca la Neumayer.
Le nostre
preoccuapzioni sono legate ad alcuni fattori negativi:
La SKF, a
differenza della Euroball, sembra disimpegnarsi per il futuro.
La multinazionale
tedesca controlla uno stabilimento
ad Avigliana, la Tekfor, molto simile come produzione a quello
di Villar e le voci sono di ridurre ad un solo stabilimento con
pesanti conseguenze sull'occupazione complessiva che oggi
è di circa 700 addetti a Villar Perosa e di circa 500 allo
stabilimento di Avigliana.
L'insieme di
queste tre fabbriche molto significative per la Val Chisone e per il
nostro territorio é di oltre 1100 addetti e con l'indotto possiamo
pensare che almeno 1600 famiglie siano coinvolte e se consideriamo la
Martin, Miniere, Consorzio Pracatinat, Croce Verde Perosa anche loro
non in buona salute, la crisi in valle e nel pinerolese tocca quasi 2000 famiglie.
Noi ci impegneremo
con tutte le lavoratrici e i lavoratori per difendere i posti di
lavoro, le condizioni e i diritti acquisiti in tutte le realtà.
Questa situazione
però non deve essere sottovalutata in particolare dalle Istituzioni
regionali, provinciali, locali, dalle forze politiche e dai
parlamentari eletti nel territorio.
A tutti chiediamo
un impegno vero perchè da come risolveremo queste crisi
dipende il futuro occupazionale del nostro territorio.
Molti avevano
scommesso sulle olimpiadi, molti sperano nella grande distribuzione, noi siamo convinti che senza lavoro nell'industria non c'è
futuro per nessun territorio.
Così come è
stato per la crisi della Beloit noi auspichiamo che tutto il
pinerolese si mobiliti per lasciare ai nostri figli lavoro vero e non
solo precarietà.
Collettivi
ALP/Cub Skf, Omvp, New Cocot, Sachs ZF.
ALP/Cub
Associazione Lavoratori Pinerolesi
via Bignone 89 Pinerolo
ciclinalpcubsett.08
viabignone89pinerolo
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Nell'ex-Mulino un gioiello d'elettronica e
ingegneria che l'Italia ci invidia
APRE A PINASCA IL POLIGONO DI TIRO PIU'
GRANDE D'ITALIA
Porte aperte da lunedì prossimo - 15 linee
di tiro in 2.600 mq tutti al coperto - Un intervento da tre
milioni
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PEROSA E PINASCA - Tre, due, uno… fuoco: dalla prossima
settimana si parte. E Marco Depetris, l'imprenditore pinerolese
che ha fortemente voluto un poligono in Val Chisone, è lo
starter a pieno merito.
Lo sparo a salve di lunedì prossimo (l'inaugurazione vera e
propria arriverà più avanti, entro fine anno) darà il via
alla splendida avventura del poligono di tiro realizzato
nell’ambito della ristrutturazione dell’ex-Mulino del talco
costruito nel 1911 sui terreni dei comuni di Pinasca e Perosa.
«Un gioiello d’elettronica e d’ingegneria»: è
unanime il coro di chi, tecnici e giornalisti specializzati, ha
avuto il privilegio d’apprezzare l’opera.
La superficie totale coperta è di 2.600 mq. Lo spazio
occupato, destinato ad usi sportivi ed anche professionali, per
la preparazione specifica di chi è impegnato nei Corpi di
sorveglianza, è suddiviso in 15 linee di tiro per fucili e
pistole, con distanza da 25 a 75 metri. Ancora 8 linee per tiro
ad aria compressa da 10 m, con tecnologia elettronica omologata
per gare agonistiche, ed uno spazio di 500 mq (la cosiddetta
"combat zone") con avveniristiche tecnologie laser e
computerizzate, per permettere un addestramento simulato in un
vero e proprio ambiente urbano. Ed inoltre aree altamente
avanzate per esercitazioni di tiro dinamico, simulatori di tiro,
reception, magazzini, depositi per la custodia di armi,
munizioni ed attrezzature.
Dal progetto al collaudo, l'intervento ha impegnato, per
quasi tre anni, numerosi professionisti e aziende, con
precedenza assoluta, dove possibile, ad imprese pinerolesi:
dalla Sta del geom. Franco Santiano per la parte tecnica, allo
Studio commercialisti & legali associati per la fase
autorizzativa e amministrativa, dalla Mediapoint Srl di Perosa
per gli aspetti elettronici e l’automazione delle linee di
tiro all'Eurosoft di Villar Perosa per la realizzazione del
software, con il contorno di molti artigiani, imprese e
lavoratori autonomi. Il tutto per un investimento che, tra
immobile e struttura operativa, ha sfiorato i tre milioni di
euro.
Marco Depetris, presidente della Target Srl, proprietaria del
poligono privato più grande d’Italia, è molto orgoglioso
della "sua" creatura e non vede l’ora di poterla far
conoscere a tutto il mondo: «Giornalisti del settore hanno
affermato che la costruzione è unica in Europa, ma alla nostra
società basterebbe mantenere questa peculiarità in Italia.
Sicuramente è un bel fiore all’occhiello anche per la valle.
Abbiamo avuto la fortuna di trovare anche artigiani in zona che
hanno capito le nostre esigenze e sono riusciti a trasformare in
realtà quasi ogni nostra fantasia. All’inizio dei lavori non
era minimamente pensabile di poter realizzare un’opera di
questo spessore».
Mauro Vignola, amministratore: «La struttura è nata per
soddisfare le esigenze sportive delle persone che, con il porto
d’armi, desiderano divertirsi, esercitarsi o addirittura
prepararsi per gare a livelli regionali o nazionali.
L'impostazione base che abbiamo voluto dare al poligono è stata
quella di dividere la struttura in tre parti, una dove sono
posizionate le 15 linee a fuoco con le diverse distanze,
un’altra destinata all’aria compressa ed una terza,
piuttosto vasta ed articolata, per le applicazioni laser ed
interattive».
Precisa Depetris: «L’ambiente è stato studiato in
un’ottica altamente professionale: non è sicuramente una sala
giochi, con tutto il rispetto per gli appassionati di video game
ed i ragazzi. La sua funzione è riservata ad un pubblico
adulto, coscienzioso e responsabile. Attrezzature super
efficienti che vengono usate dai Corpi speciali delle varie
Polizie per addestramento e sono messe a disposizione dell'uomo
comune, ovviamente sempre sotto l’occhio vigile del direttore
di tiro». Il poligono, tra l'altro, è dotato di circa 70
telecamere che controllano e documentano qualsiasi azione che
viene svolta, a tutela degli utenti e del buon funzionamento
della struttura.
Il sito www.sottotiro.it, aperto circa otto mesi fa,
ha già superato le 3.600 unità di visitatori e ad oggi sono già
state eseguite 500 preiscrizioni on line; dal sito
inoltre sarà possibile la prenotazione anche da casa propria
delle linee di tiro, sia con le armi da fuoco, sia con
simulazioni laser.
Giovanni Berger - eco del chsione 1.10.08
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Si terrà a Perosa Argentina il 4 ottobre, al teatro
Piemont, la seconda sessione del secondo convegno dell’Ardp
(Archivio delle donne in Piemonte) dal titolo «Memorie disperse,
memorie salvate. Donne nelle Valli Pellice, Chisone e Germanasca»,
organizzato in collaborazione con numerosi enti, associazioni, gruppi,
con il sostegno della Regione Piemonte e della Provincia di Torino. La
prima sessione, come si ricorderà, si era tenuta in aprile a Torre
Pellice.
L’associazione Ardp, fondata due anni fa, ha
tra gli altri l’obiettivo di «valorizzare materiali e documenti di
interesse per la storia delle donne e creare una rete virtuale di
archivi dedicati o contenenti fonti attinenti alla memoria delle donne».
L’incontro del 5 ottobre proseguirà i lavori già iniziati durante
il primo convegno del 25 maggio scorso, svoltosi a Torino, e alla
prima sessione del convegno tenutosi in val Pellice. I temi che
verranno affrontati saranno relativi al lavoro femminile, delle donne
nel settore della cura e altri, partendo sempre dall’illustrazione
degli archivi e delle fonti per la storia.
Il programma completo del convegno prevede
l’avvio dei lavori alle 9, 15 con il saluto delle autorità; alle 9,
30 «Archivi delle donne e reti della memoria» (Liliana Ellena); ore
10 «Donne al lavoro nelle industrie: gli archivi di carta –
L’archivio Mazzonis» (Renza Tobia); «Gli archivi sulla Riv»
(Alice Cazzaniga); «L’archivio Gütermann: organizzazione delle
opere sociali» (Egidio Rol); ore 11, 20: «Donne al lavoro nelle
industrie: gli archivi di memoria – Raccolta di testimonianze orali:
la Gütermann» (Marta Colangelo); «Raccolta di testimonianze orali:
la Crumière» (Donatella Jourdan e Renzo Tibaldo); ore 12 dibattito;
ore 12, 45 chiusura lavori; ore 13 pranzo all’Ecomuseo del Tessile
di Perosa Argentina e visita all’esposizione permanente di
archeologia industriale; ore 14 trasferimento alla Scuola latina di
Pomaretto e visita alla Collezione Ferrero «Antichi mestieri».
Alle 15: «Donne negli archivi sindacali –
Le Società di Mutuo Soccorso e gli archivi dei sindacati» (Marina
Brondino); ore 15, 15: «Donne nell’assistenza – L’attività
delle suore (Luca Varetto); «L’archivio delle diaconesse valdesi»
(Gabriella Ballesio); «Il comitato locale della Croce Rossa Italiana
di Torre Pellice: documenti, fotografie, testimonianze orali» (Carmen
Bonino); ore 16, 15 dibattito; ore 16, 45 letture teatrali e musica a
cura di Maura Bertin e Jean-Louis Sappé.
In occasione dell’incontro al teatro Piemont
verranno esposte le mostre: «La biblioteca di genere “Lidia Poët”
di Porte», a cura del comune di Porte; «300 anni dei Valdesi in
Germania», a cura della Fondazione Centro culturale valdese di Torre
Pellice. L’ingresso è libero – è gradita però la prenotazione
entro il 3 ottobre alla Comunità montana Valli Chisone e Germanasca,
ufficio cultura, tel. 0121-802515, e-mail. cultura. chisone@reteunitaria.
piemonte. it.
avvisi
MEMORIE
DISPERSE
MEMORIE
SALVATE
Donne
nelle Valli
Pellice,
Chisone e Germanasca
Convegno a Perosa 4 ottobre - pdf1
pdf2
audio Liliana
Ellena mp3 Egidio Rol
mp3
registrazioni con rumore di fond
Comunità
montane, l'opinione del capogruppo di minoranza in Cm Valli Chisone e
Germanasca
Leger:
«L'Unione di Comuni come ultima spiaggia»
Intanto
il presidente cerca con le consultazioni un'ipotesi di accorpamento
condivisa
PEROSA
- «Non escludiamo in assoluto l'ipotesi di un'Unione di Comuni in
alternativa alle Comunità». Riccardo Leger, capogruppo di
minoranza in Comunità montana Valli Chisone e Germanasca e
vice-sindaco di Perrero, conferma l'ipotesi emersa nei mesi scorsi,
mentre si avvicina la scelta regionale sugli accorpamenti delle Cm.
La
motivazione, però, richiede alcune premesse: «L'ho detto in
Consiglio di Comunità montana e l'ho ripetuto al presidente, che in
questi giorni sta svolgendo le consultazioni presso i sindaci: è
fondamentale comprendere i tagli eseguiti dallo Stato ai trasferimenti».
Nell'ultimo
Consiglio a Perosa Leger aveva chiesto che si facesse un'analisi sul
livello di sostenibilità dell'ente, visti i tagli del Governo.
Secondo l'assessore al Bilancio Sergio Pera, «la Comunità montana
sarà penalizzata con una minore entrata di 250.000 euro», e
questo senza considerare la fusione con altri enti.
«La
Regione -
aggiunge Leger - ha detto che non intende sostituirsi allo Stato.
Se si accorpano le tre Comunità montane (Val Chisone, Val Pellice
e Pedemontana, ndr) ci saranno 750.000 euro in meno, e mai e poi
mai i risparmi sui costi della politica potranno sopperire alla
mancanza».
La
domanda che si pone, soprattutto come vice-sindaco, è: «Chi
pagherà? Lo Stato si è già tolto. La Regione non c'è. Come Comuni
non vorremmo rimanere con il cerino in mano. Sarebbe impossibile far
fronte a quelle cifre».
In
sintesi, non si prevedono barricate per il futuro accorpamento, quale
che sia, «purché la Regione fornisca garanzie su chi pagherà i
conti». Leger si dice preoccupato anche per il Fondo nazionale
della montagna, ormai sempre più tendente a zero.
Da
qui l'ipotesi dell'Unione: «Ci sono Comuni soprattutto pedemontani
che hanno espresso l'interesse a rimanere in una Comunità montana per
l'accessibilità a fondi europei. Perrero e altri Comuni ancora rurali
non sono in grado di mettere la loro parte di cofinanziamento. E non
siamo in zone interessate da progetti turistici e di terziario, come
chi sottolinea le proprie analogie con l'alta Valle di Susa».
Quei
Comuni, invece, non disdegnano l'Unione, «ma solo come ultima
soluzione». Con tutti i 16 della precedente Cm, «oppure in
altra forma numerica. Non crediamo di essere soli nel ragionamento.
Pramollo, Salza, Roure, Massello, Pomaretto in parte, anche le
frazioni di grandi Comuni, sono in situazioni simili».
In
caso di Unione, secondo Leger, per erogare i Servizi sociali ci
sarebbero diverse possibilità. Sul ruolo di Agenzia di sviluppo delle
Comunità commenta che «è molto condizionato dai fondi a
disposizione e finirebbe per lavorare per i Comuni più ricchi».
Sui piccoli Comuni, anch'essi a rischio estinzione, osserva che «se
non ci fossero non esisterebbe altra struttura eletta democraticamente
che rappresenti quelle popolazioni».
In
Consiglio il presidente Coucourde aveva precisato: «Oggi non siamo
ancora in grado di conoscere il nostro accorpamento, in quanto ci sono
ancora situazioni da risolvere. In una prossima Conferenza dei sindaci
dovremo definire la nostra proposta definitiva. Occorre senso di
responsabilità».
Luca
Prot
(ha
collaborato Ricardo Lussana)
Clement
rassicura le Comunità
«Nessun
commissario»
Il
consigliere regionale del Prc Gian Piero Clement rassicura le Giunte
delle Comunità montane sulle voci diffuse nei giorni scorsi circa un
imminente commissariamento. Accertata la situazione presso il
funzionario che ha scritto la legge sul riordino e presso l'assessore
regionale Bruna Sibille, riferisce: «Mi hanno assicurato che
nessuno sarà commissariato fino alla prossima tornata elettorale».
A quel punto i commissari subentrerebbero ai presidenti, ma solo nel
periodo di transizione tra il vecchio e il nuovo ordinamento.
«Una
lettera dell'assessore a tutte le Comunità montane dovrebbe chiarire
la situazione in settimana»,
aggiunge Clement. Intanto si avvicina la data del 31 ottobre, quando
la Regione dovrà aver stabilito i criteri per la riduzione e gli
accorpamenti delle Comunità montane. Per consentire il passaggio in
Consiglio entro quella data, la deliberazione della Giunta regionale
dovrebbe ormai essere molto vicina.
«Credo
che si stia andando verso l'accorpamento delle valli Chisone e Pellice
con l'area pedemontana»,
commenta il consigliere, che bolla come «per certi versi delirante»
la proposta resa nota qualche settimana fa sulla possibile annessione
di alcuni Comuni della Pedemontana con la Val Sangone.
«C'è
ancora la resistenza di alcuni Comuni più marginali in Val Chisone e
in Val Germanasca -
aggiunge Clement -, che hanno problemi specifici, senza più le
miniere, senza riuscire ad agganciarsi al turismo dell'alta valle,
insomma senza risorse produttive. Hanno anche pensato all'Unione dei
Comuni, ma secondo me potrebbero piuttosto cercare qualche elemento di
rilancio nella nuova Comunità allargata».
l.p.
notizie
ansa Economia
credito/Bauman - pdf liberazione titoli
italiani - 14.10.08
Sciopero
generalepdf
SCIOPERO
SKF 17 ottobre pdf
Il 14 ottobre
si è svolto un nuovo incontro, si è constatato il peggioramento
produttivo in valle, unito ai provvedimenti annunciati per scuola ed
enti pubblici. Si è decisa per metà novembre una manifestazione
unitaria e nelle settimane seguenti un convegno sul futuro
della valle.
incontro
com. montana 14-ott-08 mp3
Continua la crisi della maggiori aziende
manifatturiere della Val Chisone
C'è una valle in cassa integrazione
A casa decine di lavoratori della Omvp-Skf,
Sachs, ex-Manifattura, Stabilus
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Una valle in cassa integrazione: la frase, pur nella sua
crudezza, riassume il quadro occupazionale della Val Chisone. In
questi giorni le principali aziende della valle hanno lasciato a
casa parte dei propri dipendenti per periodi più o meno lunghi.
Ci riferiamo in particolare a Omvp-Skf (dove venerdì il
sindacato Alp ha indetto una giornata di sciopero), alla Sachs
(anch'essa di Villar Perosa) e alla ex-Manifattura di Perosa.
Anche alla Stabilus, ancora una volta di Villar Perosa, 22
addetti sono rimasti a casa, non a causa di una crisi di mercato
ma per le conseguenze di una complicata causa civile che ha
portato al sequestro di una linea.
Questa settimana riunione straordinaria in Comunità montana
a Perosa per discutere della situazione.
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Nasce la Comunità
montana del Pinerolese. |
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l'Eco
del chisone |
giovedì
16 ottobre 2008 |
Lunedì 13 la Giunta
regionale ha rimandato ancora di qualche ora, ma alla
fine del pomeriggio la decisione sull'accorpamento delle
Comunità montane era presa: 21 le zone omogenee
individuate al posto dei precedenti 48 enti. Per il
Pinerolese vuol dire la divisione in due grandi Comunità:
tutti i 32 Comuni ... di Val Pellice, Valli Chisone e
Germanasca e Pinerolese pedemontano fanno parte di un
solo accorpamento; Alta e Bassa Valle Susa si uniscono
alla Val Sangone, creando una Comunità montana che
parte da Giaveno e arriva a Sestriere, con 43 Comuni e
112.000 abitanti.
Falliti i tentativi dell'ultim'ora di accorpare Val
Sangone e alcuni Comuni dell'area pedemontana. «Per
me è una grandissima soddisfazione - commenta il
presidente della Cm Pedemontana Mario Mauro -. Finalmente
nascono le Agenzie di sviluppo». Era la sua
Comunità ad essere maggiormente in bilico: «L'eventualità
di una Pedemontana fuori da questo accorpamento -
aggiunge Mauro - oppure spezzata in due parti, non
avrebbe avuto alcun senso».
Anche le Valli Po, Bronda e Infernotto si uniscono
alla Valle Varaita: un'unica Comunità montana parte ora
da Ponte Chianale e arriva fino a Bagnolo: 29 Comuni e
47mila abitanti.
Per quanto riguarda la Comunità montana "Valli
Chisone e Germanasca, Pellice e Pinerolese pedemontano",
«se verrà confermata dal Consiglio regionale
- commenta il consigliere regionale Gian Piero Clement -
darà vita a un nuovo grande ente motore di sviluppo».
Con i suoi 63mila abitanti «darà maggior rilievo
al territorio».
La discussione in Consiglio è prevista per martedì
28 ottobre, prima della scadenza del 31 dettata dalla
normativa nazionale. Altre voci indicano una possibile
proroga al 3 novembre. In ogni caso è in quella sede
che il testo, che sarà vagliato lunedì 20 dalle
Commissioni III e IIX in seduta congiunta, potrebbe
essere confermato in via definitiva oppure modificato
dal Consiglio.
Le osservazioni delle 48 Comunità erano già state
raccolte in fase di preparazione della legge regionale
19/2008 sul riordino. È possibile, comunque, che alla
luce della delibera di lunedì le Comunità montane
siano ricevute di nuovo per un'audizione in Commissione:
«Credo che in realtà ci chiedano di fare in fretta
e di essere al loro fianco soprattutto dopo -
commenta il presidente della III commissione Marco
Bellion - ma se qualche consigliere chiederà di
sentire ancora i rappresentanti delle Comunità montane
lo metteremo ai voti».
Soddisfatto della decisione della Giunta, Bellion
aggiunge: «Nella disgrazia di dover riformare il
sistema che aveva funzionato di più nel Paese (fatte
salve le dovute eccezioni) la Regione riafferma
un'identità come quella del Pinerolese ed è un
risultato importante».
Rimane aperto il problema delle risorse e di come
distribuirle: «Bisognerà far seguire altri atti
per tutelare le aree più marginali - prosegue
Bellion - sperando che il taglio al Fondo per la
montagna annunciato dal Governo non venga peggiorato».
Intanto l'assessore alla Montagna Bruna Sibille con una
lettera ha chiarito che nessuna Comunità montana sarà
commissariata in questa fase, come si era temuto in un
Consiglio di comunità della Val Pellice. Accadrà solo
alla scadenza dell'attuale mandato, quando la presidente
Bresso potrà emanare i decreti di costituzione delle
nuove Comunità montane, e i presidenti uscenti saranno
nominati commissari in attesa delle elezioni secondo le
nuove norme. Fino ad allora (prevedibilmente tra aprile
e agosto 2009) tutto rimane invariato e gli organi di
governo delle Cm manterranno i loro poteri.
Luca Prot |
|
L'ingresso della Romania in Europa
contribuisce a portare Pinerolo oltre i duemila immigrati
residenti
Stranieri nel Pinerolese, un mondo che
cresce
Dai dati Istat si delinea un fenomeno
strutturale – Imponente presenza a Nichelino – Singolarità
territoriali
|
Sul versante immigrazione ci sono i conti che tornano, vale a
dire le annuali statistiche sull'andamento demografico proposte
dall'Istat. In Italia risiedono ufficialmente quasi tre milioni
e mezzo di stranieri ed il Pinerolese, la cintura Sud-ovest ed
il Saluzzese presentano un quadro migratorio con alcune
specificità marcate: se il 2007 è stato l'anno dell'ingresso
nell'Unione Europea della Romania, con un conseguente effetto
"raddoppio" di residenti provenienti dal Paese dei
Carpazi (a Pinerolo 957, a Nichelino addirittura 1.316), nella
Provincia Granda è un fenomeno diventato caso di studio a
livello nazionale il radicamento della comunità cinese in un
fazzoletto di Comuni ai piedi del Monviso.
Non ci si può soffermare alla banale lettura dell'elenco di
nazionalità presenti in questo o quel Comune, quasi si fosse di
fronte ad un mappamondo. Oltre le bandierine, le persone, con il
loro carico di slanci e insicurezze, di necessità da soddisfare
e disponibilità da dare. La "fotografia" ha assunto i
contorni della sottolineatura di una presenza strutturale nella
società italiana, attraversata in questi mesi da spinte
razzistiche e per contro da appelli provenienti da più settori
in favore di integrazione e accoglienza, in contrapposizione a
contestati provvedimenti legislativi ed episodi di cronaca di
stampo xenofobo. I numeri sono utili per capire la portata della
trasformazione italiana da Paese di migranti a terra di
emigranti ed in questo caso una visita al Museo dell'emigrazione
di Frossasco è (sarebbe) doppiamente istruttiva.
Nel Pinerolese che guarda ad Est, che 150 romeni risiedano a
Pragelato su 690 risulta eclatante e che dire di quanto avviene
nella zona delle cave di pietra appena sconfinanti in provincia
di Cuneo? Qui si contano 1.715 residenti di nazionalità cinese
e nel raggio di dieci chilometri da Barge ne abitano un
migliaio, ai quali vanno aggiunti i 115 di Bibiana, raro caso
territoriale in cui la Romania cede lo scettro della nazionalità
più rappresentata. Situazione analoga a Pancalieri, anche qui
con una vocazione lavorativa della comunità più numerosa,
quella indiana, inserita in agricoltura.
La polarizzazione legata a vincoli famigliari o di area di
provenienza (giova ricordare che la maggior parte dei romeni del
Pinerolese è originaria della Moldova, splendida terra al
confine con l'Ucraina) è un altro fattore da prendere in esame.
In alta Val Chisone, all'impronta danubiano-pragelatese fa da
contraltare una maggioranza albanese nella vicina Sestriere.
Spostandoci in cintura, a Nichelino gli stranieri hanno superato
le duemila unità, con la bellezza di 62 nazioni rappresentate.
Pinerolo, 15mila abitanti in meno dei nichelinesi, si rivela
dunque una realtà di migrazione: 2.037 stranieri e oltre 60
nazioni rappresentate (Marocco con 308 residenti e Albania a
265)e sprimono una percentuale importante in rapporto al totale
della popolazione. Veja Pinareul in stile multietnico.
Aldo Peinetti
Il
14 ottobre si è svolto un nuovo incontro in C.M., si è constatato il
peggioramento produttivo in valle, unito ai provvedimenti annunciati per
scuola ed enti pubblici. Inoltre la crisi finanziaria mondiale avrà una
ricaduta pesante. Si è deciso:
- per metà novembre una
manifestazione unitaria - nelle settimane seguenti un convegno sul
futuro della valle.
ascolta
incontro
com. montana 14-ott-08 mp3 -47 Mb-
ordine degli
interventi:
Coucourde
(Pres.C.Montana), Manfredini (Ass.lavoro C.m. ), Sanmartino (Salza),
Laurenti (Perosa) Savina (RSU New Cocot ), Tron (cisl), Rossella (Omvp),
Lanza (Apcub), Bordiga (Fiom Avio), Clement (ass. lavoro Regione),
Coucourde (CM), Vercelli (Ass.lavoro Pinerolo, X (Fiom Avio), Manfredini
- conclusioni.
decisione di
manifestazione di valle il 29 novembre e di una serie di consigli comunali
aperti
tavola
rotonda c.montane - eco mese pdf
|
24.10.08
avviso prc serata
sulle c.montane Pomaretto 31 ottobre -pdf
ASSEMBLEA GENERALE DEGLI ASSOCIATI E SIMPATIZZANTI
PER IL CICLO "SERATE CULTURALI"
La nostra Associazione organizza presso il Centro Sociale di Via Lequio,
Pinerolo per venerdì 07.11.2008 ore 21 un confronto/dibattito su:
- Strada dell'Assietta e viabilità
alpina sulle strade in quota.
- Lo sviluppo sostenibile per le Alpi.
Introdurranno: Geom. Gino Baral - direttore dell'area tecnica della Comunità
Montana
Valli Chisone e Germanasca.
Dott. Adriano Sgarbanti - Sindaco di Usseaux.
Partecipazione straordinaria del Magistrato Pinerolese, Dott. Elvio
Fassone.
prc serata
sulle c.montane- Pomaretto 31 ottobre teatro valdese pdf
archivio registrazioni mp3
della serata
4 novembre
- pdf
serata inaugurale della mostra e di presentazione del libro
sulla Grande Guerra (Avondo,Careglio) che si terrà Martedì 04 novembre alle ore 20.30 a Perosa Argentina
presso la sede della Comunità Montana - Via Roma, 22 (To) - estratto
registrazione interventi-mp3 35 Mb Rossetti-Careglio-Avondo-Laurenti
riforma 7.11.08
A cinque anni dal passaggio degli ospedali
valdesi all'Azienda sanitaria il bilancio è positivo
Sanità in tilt senza Torre e Pomaretto
Le due strutture, per la lungodegenza e la
riabilitazione, attutiscono i problemi provocati dalla carenza
di posti letto all'Agnelli
|
Sembrano passate generazioni da quando la Regione Piemonte,
versando simbolicamente un euro alla Ciov (Commissione istituti
ospedalieri valdesi), acquisì le strutture sanitarie di Torre
Pellice, Pomaretto e Torino, oramai schiacciate da 65 milioni di
euro di debiti. Invece era il 20 aprile 2005.
Alla popolazione delle Valli Chisone e Pellice il colpo arrivò
dritto allo stomaco, doloroso anche se non inaspettato. Già
dall'agosto 2003, infatti, gli ospedali valdesi di Torre Pellice
e Pomaretto con il relativo personale erano passati alla
gestione dell'allora Azienda sanitaria 10.
Con la cessione delle due strutture sanitarie nel territorio
dell'Azienda sanitaria 10 si voltò definitivamente pagina,
chiudendo non senza rimpianti un'esperienza sanitaria, ma anche
sociale e umana, di grandissismo valore.
Sono passati cinque anni e, va detto, le paure di quel tempo
da parte di cittadini e amministratori di perdere tutto e veder
"chiudere" le due strutture non si sono realizzate.
Con la riorganizzazione molto è cambiato, ma il loro nuovo
ruolo - strutture per la lungodegenza e la riabilitazione -
rimane insostituibile e si integra con l'attività dell'Agnelli,
tant'è che da qualche mese la dizione giusta per identificare
questo insieme sanitario è "Ospedali riuniti di
Pinerolo".
«Oggi pensare di non avere quelle due strutture
organizzate in questo modo sarebbe folle», commenta il
direttore generale dell'Asl To3 Giorgio Rabino, probabilmente
l'amministratore più competente che l'Azienda pinerolese abbia
avuto al suo vertice.
Senza le due strutture, infatti, l'Agnelli di Pinerolo non
sarebbe più in grado di rispondere alle necessità degli
abitanti della sua Asl. «La destinazione principale che
voglio dare a queste due strutture - prosegue Rabino - è
di ospedali di base a servizio delle rispettive comunità, e poi
di tutta l'Azienda. Il loro ruolo è talmente importante da
farci tornare sui nostri passi in merito alla possibilità di
costruire un hospice nel presidio di Pomaretto».
Inizialmente l'Azienda sanitaria aveva pensato di realizzare
l'hospice nel poliambulatorio di Villar Perosa, poi altre
valutazioni logistiche avevano spostato la sua ubicazione nella
struttura di Pomaretto, «ma appena abbiamo capito che
avrebbe ridotto significativamente i posti letto siamo ritornati
alla decisione originaria». Ed entro la fine dell'anno
dovrebbe essere pubblicata la gara per l'assegnazione dei
lavori.
Nell'atto aziendale dell'Azienda sanitaria pinerolese si
legge la volontà di spostare il reparto di Geriatria - oggi nel
presidio di Torre Pellice - presso l'Agnelli: «Perché a
differenza della riabilitazione e della lungodegenza, la
geriatria è una specialità dell'area di acuzie, pertanto - spiega
Rabino - deve essere inserita all'interno di una struttura
dove sia presente un determinato tipo di diagnostica e
possibilità terapeutica».
Sofia D'Agostino eco del chisone 5.11.08


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La riforma regionale è legge: accorpate
le valli e la Pedemontana
La Comunità montana pinerolese
è realtà
|
La riforma delle Comunità
montane è legge. Il Consiglio regionale, al termine di una
frenetica giornata di trattative, ha approvato alle 20,30 di
lunedì 3 novembre il provvedimento che razionalizza gli enti:
il centrodestra ha votato contro, tuttavia - rinunciando
all'ostruzionismo - ha dato di fatto il via libera alla
decisione.
Il Piemonte avrà 22 Comunità, di cui sei nel Torinese e
altrettante nel Cuneese. I tre enti del Pinerolese (Val Chisone
e Germanasca, Val Pellice, Pinerolese pedemontano) saranno
accorpati. La Valle Po si fonderà con la Valle Varaita. La Val
Sangone costituirà una realtà unitaria con l'alta e la bassa
Valle Susa. Uno scenario radicalmente diverso, che sarà realtà
quotidiana dopo le Amministrative della primavera 2009.
«Per il Pinerolese è un risultato positivo - commenta Gian
Piero Clement, consigliere del Prc -. Ora, però, va affrontata
la pesante incognita delle risorse. Con i tagli imposti da Roma,
il Governo sta adottando una misura di federalismo al contrario:
sta delegando alle Regioni gli oneri e sta riducendo le risorse».
Il consigliere Marco Bellion (Pd) sottolinea il grande lavoro
preparatorio: «Ora le Comunità montane piemontesi hanno un
assetto che risponde alle indicazioni della Finanziaria. Al
contempo, avendo acquisito spessore numerico, possono far
sentire in modo più netto la voce dei territori montani».
Bellion è il primo firmatario di un ordine del giorno
bi-partisan, che è stato presentato in Consiglio regionale nel
pomeriggio di martedì 4, in cui si chiede alla Giunta di
modificare la legge regionale sulla montagna (quella, per
intendersi, approvata durate la gestione Ghigo-Vaglio): «Sarebbe
opportuno introdurre, tra i parametri di riparto del fondo
regionale per la montagna, anche altimetria e marginalità». Un
modo per venire incontro a quei Comuni che, anche nel
Pinerolese, temono l'accorpamento con realtà meno disagiate,
che concorrerebbero - con gli stessi diritti - alla spartizione
di una torta sempre meno ricca.
Le reazioni sono tutte favorevoli. «Abbiamo finalmente delle
certezze - dice il presidente della Cm Val Pellice Claudio
Bertalot -. Da oggi possiamo darci da fare per risolvere tutte
le questioni aperte. Penso al personale e ai servizi offerti
alla popolazione, temi strettamente legati alle risorse a
disposizione. Poi bisognerà valutare l'organizzazione
territoriale del nuovo ente, in modo da rispondere adeguatamente
alle esigenze dei cittadini».
«Direi che al Pinerolese non è andata male - è la valutazione
del presidente della Cm Valli Chisone e Germanasca Andrea
Coucourde -. È importante che la Regione recepisca le esigenze
peculiari delle zone marginali. Esistono senza dubbio delle
diversità territoriali, ma non solo: le attuali Comunità
montane hanno adottato politiche diverse e certe esperienze
vanno tutelate. Noi ci sentiamo difesi dal buon lavoro compiuto
in questi anni».
Mario Mauro non nasconde la sua soddisfazione. Tutti i Comuni
del suo Pinerolese pedemontano restano sotto l'ombrello di una
Comunità: «Per noi è una grande vittoria - commenta -. Certo,
ora è necessaria tanta buona volontà. Il Pinerolese unito
costituirà una delle Comunità montane più grandi del
Piemonte. Avrà un peso non indifferente, ma andrà gestito con
oculatezza».
Mauro ha ricoperto un ruolo determinante, in questi mesi
concitati: «Sono felice soprattutto di una cosa. Ho combattuto
molte battaglie, e talvolta ho perso, ma quando ho vinto è
perché dietro c'era un esercito. Così è stato per la Comunità
montana. Quando invece questa unità d'intenti è mancata, il
territorio ci ha rimesso: mi riferisco all'Asl e all'Atl. Il mio
ringraziamento, quindi, va ai tanti che hanno operato per
arrivare a questo traguardo. Un metodo che andrà riproposto con
la Comunità unica».
«Io non ci sarò, ho 82 anni e mezzo - sorride Mauro -. Ma chi
avrà la responsabilità di guidarla dovrà porsi in modo
aperto, con la disponibilità a ragionare a livello di zona e
non con l'ottica del singolo Comune, ferme restando le legittime
esigenze dei territori marginali».
Daniele Arghittu
(hanno collaborato Riccardo Lussana e Alberto Maranetto) eco del
chisone 7.11.08
|
val pellice- dopo alluvione
Di
seguito trovate l'audio della trasmissione Ritagli di Radio
Beckwith che si è occupata del Post alluvione in Val Pellice. Tra
le altre cose è interessante ascoltare l'intervista al Sindaco di
Torre Pellice che si trova costretto a dire che, per ora, gli abitanti
della valle non possono sperare nella risistemazione degli alvei,
perchè i soldi non ci sono.
[Download
MP3 64 kbps - 14,5 Mb]
Crisi industriale: ci sono
anche le buone notizie
|
Nella valanga di cattive notizie relative a chiusure per
tempi più o meno lunghi di numerosi stabilimenti del Pinerolese
rimasti senza ordinativi, questa settimana si possono cogliere
alcuni fatti positivi.
Si riferiscono alla vicenda giudiziaria che ha messo in crisi
la Stabilus di Villar Perosa, del caso Dayco (con stabilimenti
ad Airasca e Chivasso) e della Magna Electronics Srl,
stabilimenti di Campiglione Fenile.
Cominciamo dalla Stabilus di Villar Perosa. L'azienda che
produce ammortizzatori per i portelloni delle auto, a fine
settembre era stata colpita da un provvedimento del giudice
Sergio Pochettino del Tribunale di Pinerolo, con il quale era
stata messa sotto sequestro la principale linea produttiva. Una
decisione scaturita dalla causa civile intentata oltre dieci
anni fa dalla 3T Srl con sede a Rivoli, che rivendicava il
brevetto relativo al trattamento di nitrurazione degli steli
degli ammortizzatori adottato dalla Stabilus.
Martedì 4 novembre, proprio quando avrebbe dovuto giurare il
Consulente tecnico incaricato dal Tribunale collegiale di
approfondire la questione, finalmente è stato raggiunto un
accordo extragiudiziale tra le parti. La firma non è ancora
stata posta, ma per quello che si è saputo, la Stabilus
ammetterebbe le ragioni della 3T. L'entità della cifra è
ancora coperta da assoluto riserbo, ma sicuramente si tratta di
un esborso non indifferente.
Ad oggi sono in stand by pure i giudici (presidente
Teodora Spagnoli, giudice relatore Eleonora Pappalettere, a
latere Giuseppe Salerno): attendono gli esiti della trattativa.
Se questa andrà in porto, il procedimento sarà estinto. In
caso contrario, nell'udienza del 21 novembre il Tribunale
nominerà un collegio di consulenti, ma è assai probabile che
non ce ne sarà bisogno.
La notizia dell'accordo forse non farà sorridere i soci di
maggioranza della Stabilus, ma certo riporta il sereno tra le
famiglie dei dipendenti. Non solo perché la linea di produzione
potrà ripartire, ma anche per il fatto che se il gruppo si è
impegnato finanziariamente per sanare il tutto, significa che
intende mantenere la sua presenza a Villar Perosa. Il
raggiungimento dell'accordo ha anche permesso la firma
dell'accordo per la cassa integrazione in deroga per i 22
dipendenti addetti alla linea, mentre altri 18 sono già stati
posti in cassa integrazione ordinaria.
a.Ma. Eco del chisone 12.11.08
|
Torino, sequestrato il "Pragelato
Village Resort", nelle valli "Olimpiche"
(14/11/2008 10:19) |

(Sesto Potere) - Torino - 14 novembre 2008 - Il personale del
Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale e Forestale del Corpo
forestale dello Stato di Torino ha in corso un'operazione delegata di
polizia giudiziaria per il sequestro preventivo di una struttura
alberghiera in Comune di Pragelato in Alta Valle Chisone. Il sequestro
preventivo disposto dal Gip di Pinerolo, riguarda un terreno sito in
Pragelato Località Pattemouche e il "Pragelato Village
Resort", struttura alberghiera costituita da 101 camere, 104
chalet residenziali, tre ristoranti, una piscina, un cinema e
palestre, per un valore di circa 130 milioni di euro. I reati
contestati riguardano l'abuso d'ufficio, il disastro doloso ed altri
reati ambientali e urbanistici, conseguenti alla realizzazione
dell'insediamento immobiliare in un'area di conoide attiva ad
altissimo rischio idrogeologico e in presenza di condizioni di
dissesto orografico. Risultano indagate 7 persone: tecnici comunali,
un libero professionista e i legali rappresentanti della società
immobiliare che ha realizzato il complesso. Le indagini sono state
condotte dalla Procura della Repubblica di Pinerolo.
Resort- sequestro- la stampa
14.11.08
Manfredini (Assessore al lavoro della C.M.)
Come hanno detto altri la valle si regge sullo standard medio sapendo che siamo in presenza d
situazioni di incertezza. Gli abitanti contengono le spese e la vita
sociale risente dell’insicurezza.
Siamo ancora in una situazione sostenibile,
reggiamo grazie alle generazioni che ci hanno preceduto e ai loro
livelli di risparmio. Vedremo nel prossimo convegno di verificare
anche questo aspetto.
Il futuro condiziona anche l’umore, viene anche
meno il coraggio.
Il futuro dipende da due elementi. Una condizione
generale del paese, e la possibilità del Pinerolese di ritrovare una
propria identità. Significa affrontare il nodo del mantenimento sul
territorio della popolazione attiva. Pesa anche lo squilibrio del
territorio, con un ritardo della sostituzione del lavoro industriale
col terziario e i servizi. In altre zone in genere il 70%
dell’occupazione non è più nell’industria, quindi anche in una
situazione di crisi ci sono delle compensazioni.
Dovremo affrontare la possibilità di
riequilibrare, ma non è un compito facile – dobbiamo intervenire su
tutto il Pinerolese.
Credo che queste questioni le deve affrontare la
politica in senso vero, attraverso il confronto fra i vari soggetti
della società, senza abdicare alle proprie responsabilità.
Il nostro territorio non ha bisogno solo di
sostegno al reddito ma anche di sviluppare servizi e terziario, con le
necessarie risorse.
Le prossime scadenze del 29 novembre è la
manifestazione e i consigli comunali aperti.
C’è un ritardo da parte del partito di
maggioranza in valle del centro sinistra.
riforma 28.11.08
* Sabato 29
novembre manifestazione di valle in difesa delkl'occupazione e per lo
sviluppo - Partenza corteo dalla Sachs, arrivo alla sala Finestra sulle
valli di Villar e conclusioni. Due cortei con circa 600
persone e discorsi- qui registrati
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altre
foto
Protesta per occupazione e tagli a scuola
e Comuni
Villar Perosa: due cortei per difendere
le valli
Metà lavoratori in cassa integrazione - «Si
aiutino anche i precari»
|
VILLAR PEROSA - C'erano fasce tricolori e gonfaloni dei
Comuni, sabato 29, in testa il corteo partito dal piazzale della
Stabilus di Villar Perosa. Lungo il serpentone, bandiere e
striscioni dei sindacati, dell'istituto comprensivo F. Marro e
del personale scolastico Ata.
Il corteo si è unito a quello che proveniva dal centro del
paese - al motto di «Il lavoro deve restare in valle» -
davanti alla "Finestra sulle valli". Circa 500 i
manifestanti, altri aspettavano all'arrivo. Secondo un
comunicato di Rifondazione comunista (presenti i consiglieri
regionali Gian Piero Clement e Iuri Bossuto) avrebbero
partecipato in tutto «un migliaio di persone» alla
mobilitazione promossa dalla Comunità montana Valli Chisone e
Germanasca.
Lungo il dibattito, aperto dal sindaco Dario Costantino: «È
una valle mortificata». I delegati sindacali di Alp Cub,
Fim Cisl e Fiom Cgil hanno dato voce alla crisi che attanaglia i
lavoratori e le fabbriche superstiti. Il rappresentante del
coordinamento scolastico è intervenuto «a difesa della
scuola pubblica, una ricchezza anche per il mondo del lavoro».
L'assessore al Lavoro della Cm Viller Manfredini ha parlato
delle politiche del Governo che rendono più poveri i Comuni («Altro
che federalismo!») e della cassa integrazione («5.176
persone nel Pinerolese, il 50 per cento in valle, perdendo 500
euro al mese di stipendio»). Ha aggiunto: «Oggi il
problema è la perdita del lavoro, ma le imprese non hanno
niente da dire?». Si sono chiesti ammortizzatori sociali
anche per i precari. Presenti, tra gli altri, il parlamentare
Giorgio Merlo e il consigliere regionale Marco Bellion.
|
Sabato 20 e domenica 21 al
"Mulino" di Perosa-Pinasca
Porte aperte a "Sottotiro", il
poligono proiettato nel futuro
|
"Sottotiro", il nuovo poligono indoor sorto nel
centro commerciale "Il Mulino" di Perosa e Pinasca, si
presenta ufficialmente al pubblico con una due giorni, sabato 20
e domenica 21 dicembre, "a porte aperte", dove gli
appassionati che non conoscono ancora la struttura potranno
visitare quello che, da più parti, è stato indicato come il
poligono del futuro, tra i più moderni d'Europa.
Dopo il taglio del nastro di venerdì 19, alla presenza dei
sindaci dei due Comuni e riservato alle autorità civili e
militari, il nuovo poligono rimarrà infatti aperto per l'intero
week-end dalle 10 di mattina alle 20 di sera, con la
possibilità di essere accompagnati, dai direttori di tiro e
dagli ideatori del complesso, nelle varie aree della struttura,
tutte tecnologicamente all'avanguardia e dotate delle
attrezzature più avanzate per l'allenamento e l'addestramento
di sportivi, appassionati e professionisti.
Il poligono sorto in Val Chisone si sviluppa su una
superficie di quasi tremila metri quadrati, con sei linee a
fuoco da 25 metri, altre sei da 50 metri e tre da 75, tutte
completamente automatizzate, con distanza del bersaglio
personalizzabile elettronicamente, monitor touch screen
multifunzione, telecamere che visualizzano in tempo reale i
colpi andati a segno e la possibilità di sparare con armi corte
o lunghe, a partire dal calibro 22 per arrivare fino al 308
Winchester.
A "Sottotiro" sono anche presenti 10 modernissime
linee ad aria compressa, omologate fino ai campionati mondiali,
un'area virtuale con cinque box con filmati interattivi per
pistole, fucili e mitragliette laser, un percorso accidentato,
denominato "training path", dove l'addestramento viene
effettuato con pistole con proiettili a salve e puntatori laser
e bersagli costituiti da sagome in movimento.
Ma l'attrazione più innovativa rimane la cosiddetta
"Combat zone", 500 metri quadri che riproducono
un'area urbana, con abitazioni, negozi, cantieri e garage
(murata all'interno della struttura, al secondo piano del
vecchio mulino ristrutturato della ex-Talco & Grafite, c'è
persino una Lancia Delta), dove è possibile creare
ambientazioni diurne o notturne con sottofondi che riproducono i
rumori della vita quotidiana e dove l'addestramento viene
effettuato con repliche fedeli di pistole vere, caricate con
proiettili a salve e dotate di raggio laser da indirizzare su
appositi giubbotti, con rilevatori luminosi ed acustici che
segnalano il bersaglio colpito e permettono di memorizzare la
sequenza su uno specifico computer.
Giancarlo Percivati
|
Mai un dicembre così bianco da
trent’anni
Neve e pioggia senza fine
flagellate valli e pianura
|
Neve e slavine, pioggia e allagamenti. Strade e servizi
essenziali interrotti. Il maltempo ha flagellato la nostra zona
(a Pinerolo 224 mm di pioggia in 72 ore, nelle alte Valli
Chisone, Germanasca e Po anche due metri di neve).
E la presidente della Regione Mercedes Bresso ha chiesto, nel
pomeriggio di martedì 16, lo stato di emergenza.
«Domani giungerà a Torino il sottosegretario Bertolaso»,
annuncia il consigliere regionale Marco Bellion.
Tante le emergenze sul territorio: Prali isolata e minacciata
dalle slavine, interi paesi senza elettricità (come Ostana e
Oncino), la campagna di Piobesi e alcune vie di None allagate
per l’esondazione del Chisola, Cardè con l’acqua alta in
pieno centro a causa dell’ostruzione di una bealera.
Si prevede un’attenuazione dei fenomeni, finalmente, nella
giornata di oggi (mercoledì).
Frana a Revello, slavine a Fenestrelle
(sei persone bloccate)
Tragedia sfiorata, alle 12 di martedì 16, a Revello. La pioggia
battente ha fatto franare un ampio versante della collina di S.
Leonardo, che si è abbattuto sul cascinale delle famiglie
Bolla. Contusa una passante.
A Fenestrelle, nel pomeriggio, due enormi lingue di neve
hanno bloccato la Sr 23, travolgendo un’auto (salvo il
conducente) e “imprigionando” sei persone nel tratto
intermedio: mentre “L’Eco” andava in stampa era in corso
l’intervento di salvataggio da parte del Soccorso alpino e dei
Carabinieri.
|
prali

Scesa dal vallone di Faussimagna martedì 16, ha portato
sulla Sr 23, poco lontano dall''abitato di Soucheres Basses, una media di 12 o
13 metri di neve, ed è stata rimossa aprendo un passaggio per i soccorsi (e in
seguito anche per i residenti) solo il venerdì successivo. La Provincia sperava
di aprire la Regionale a tutti entro oggi, martedì 23.
l'eco del chisone
2009
112 in cassa integrazione
«Ancora timori sul futuro Pmt»
|
È iniziata in questi giorni la cassa integrazione per 112
(ma è stata chiesta per 130) lavoratori della Pmt (ex-Beloit)
di Pinerolo, la nota azienda che produce macchine per cartiere e
che attualmente occupa 255 lavoratori, mentre altri 52 sono in
mobilità.
«La cassa integrazione non ci preoccupa, perché le
dinamiche attuali la giustificano: siamo infatti in piena crisi
mondiale e un'importante commessa dall'estero è stata al
momento sospesa; quello che ci preoccupa invece è il futuro»
spiega Claudio Bounus, Rsu alla Pmt.
L'azienda ha la sua casa madre nel Verbano, con tanto di
stabilimento all'avanguardia: «A Pinerolo negli ultimi anni
invece non si sono più fatti investimenti; al tempo stesso si
sono perse delle attività, come il reparto che si occupava del
montaggio delle macchine. Sono tutti segnali non
tranquillizzanti che ci fanno chiedere: questa fabbrica ha
ancora un futuro oppure no?». Conclude Enrico Lanza, del
sindacato di base Alp: «Continueremo a seguire da vicino le
vicende della Pmt, pronti a denunciare ogni ipotesi di
disimpegno da parte della proprietà. Penso però che anche le
istituzioni pinerolesi debbano fare la stessa cosa, senza
dimenticare gli accordi che erano stati presi per consentire
alla Pmt di subentrare alla Beloit».
A.M.
|
Edizione del 18 febbraio 2009 eco
Finanziamenti a enti pubblici e ai privati nelle Comunità
montane
La Regione cerca borgate da recuperare
Invito a presentare programmi di recupero
per aree di pregio
|
La Regione Piemonte, nell’ambito della misura 322 del Piano
di sviluppo rurale 2007-2013, ha avviato una procedura
finalizzata al finanziamento di progetti integrati per il
recupero, lo sviluppo e la rivitalizzazione delle borgate
alpine; la procedura prevede il coinvolgimento di enti locali
(Comuni e Comunità montane) per l’individuazione delle aree e
per la definizione dei programmi di intervento.
La misura intende promuovere interventi volti al recupero
architettonico e funzionale dei manufatti edilizi e delle
infrastrutture singole o collettive presenti nelle borgate,
unitamente al sostegno delle attività produttive o culturali
che in esse si esercitano.
Per la selezione delle borgate suscettibili di intervento la
Regione ha già provveduto ad una indagine conoscitiva
individuando una griglia di requisiti: il numero di edifici deve
essere compreso tra 10 e 100; gli edifici non utilizzabili
devono essere inferiori al 20 per cento; non devono essere
presenti edifici di nuova costruzione; la borgata deve essere
definita "nucleo di antica formazione", o in
alternativa gli edifici antecedenti al 1946 devono essere pari
ad almeno il 60 per cento della superficie della borgata.
Dal 13 febbraio la Regione rivolgerà alle Comunità montane
un invito per la presentazione di programmi di massima e ciascun
ente potrà presentare da uno a cinque programmi di recupero; a
seguito della presentazione dei programmi, in estate, la Regione
inviterà i Comuni sui quali sono collocati gli edifici alla
presentazione di programmi integrati di intervento, coinvolgendo
direttamente soggetti privati. Gli interventi ammissibili a
contributo sono: predisposizione di manuali per definire le
linee guida del recupero (100 per cento di contributo);
adeguamento e realizzazione di opere di urbanizzazione primaria
e qualificazione degli spazi aperti ad uso pubblico (100 per
cento di contributo); restauro di manufatti edilizi (90 per
cento a soggetti pubblici, 60 per cento a soggetti privati). Per
gli edifici privati gli interventi consentono il rifacimento
delle coperture e il rifacimento delle opere di finitura
esterne. A seguito della presentazione dei programmi di
intervento verrà stilata una graduatoria formale dei progetti
ammissibili e si darà il via alla realizzazione degli
interventi.
Sandra Bianciotto
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riforma
giovedì
19 alle 11 a Perosa Argentina presidio
davanti
alla banca per la crisi della Newcocot

Una
quarantina di operaie,delegati,amministratori.Dopo due interventi dei sindacati
Cisl e Alpcub, una delegazione sindacale e gli amministratori sono entrati a
portare alla direttrice della filiale la richiesta di segnalare il problema
del credito bancario per la Newcocot di Perosa (la banca
S.Paolo ha trasformato i suoi crediti verso la Newcocot in azioni e anticipa
le retribuzioni,ma potrebbe fare di più e fornire i soldi per comprare in
tempo il cotone).
Quindi un breve corteo e un
incontro col direttore della Manifattura

convegno
occupazione Val Chisone
sabato
7 marzo
Finestra
sulle valli- Villar Perosa
al
sommario
Un’ultima chance per il
pinerolese? (RBE.IT)
12 dicembre 2013
Matteo Scali
E così da ieri nel pinerolese i tamburi di guerra hanno cessato di
suonare – almeno temporaneamente – dalle valli alla città. Le
rotonde sono state liberate, la circolazione è ripresa regolare e i
rifornimenti sono arrivati ad aziende e distributori.
Il merito, questa volta, va a quegli amministratori locali che
hanno saputo e
voluto essere ponte tra le diverse esigenze, tra chi interpretava
attraverso la sua protesta il senso di una misura colma e chi era
preoccupato per le derive spesso non chiare che la mobilitazione
poteva assumere.
Merito anche di chi ha saputo fermarsi, di fronte alla promessa
fatta in prima persona da sindaci e assessori, di occuparsi delle
questioni sollevate. «Abbiamo sbagliato modalità di protesta, ma
dovevamo far sentire la nostra voce» hanno detto ieri sera
poco prima dell’annuncio con cui si ritiravano dalla rotonde fino ad
allora presidiate.
Mercoledì sera, davanti al Municipio di
Pinerolo
Tutto bene, quindi? La strada del dialogo vince e possiamo
archiviare questa storia? Le campagne dove è (ri)nata la
mobilitazione dei forconi in Piemonte, mentre nel resto d’Italia si
moltiplicano occupazioni, blocchi e cortei, tornano al loro ritmo di
sempre?
No, e tutti gli attori di ieri lo sanno bene. I problemi sollevati
dalla molteplicità (ed eterogeneità) di persone scese in piazza in
questi giorni restano e non sarà facile porvi rimedio, perché il
territorio è allo stremo, la disoccupazione è alle stelle e si
moltiplicano i fantasmi del passato industriale ed artigianale. E
perché le istanze portate dalla maggior parte dei manifestanti sono
reali.
Dove sta, allora, la vittoria, se di vittoria si può parlare? Il
dato veramente nuovo è che questi giorni di conflitto hanno fatto
emergere una chance, forse unica ed irripetibile, per il futuro di
tutti. Hanno permesso a persone che normalmente non si sarebbero
incontrate, di ritrovarsi sulla piazza, litigare, fischiare, esprimere
la propria rabbia. Per ore, a Pinerolo di fronte al comune, i
capannelli di persone di due presidi teoricamente contrapposti si
sono confrontati su come uscire dal fango di questi mesi. Una
discussione che forse mancava da anni e che poteva essere ben più
dura.
Alla rotonda di Bibiana, giovedì matina
E che dire della Val Pellice, dove i sindaci – dopo
un’assemblea molto partecipata – hanno raggiunto a piedi
(con una camminata che ha del simbolico, dal Municipio di Luserna fino
alla rotonda dove erano assiepati) i presidianti al ponte di Bibiana.
Sono stati segnali importanti che non potevano non essere recepiti.
C’è una testimonianza
su Facebook che racconta il senso di quanto avvenuto su quel ponte,
nel quarto giorno di mobilitazione:
Più si discute, e più si riescono a trovare punti in comune. La
rabbia si tramuta in interesse, e ogni parte cerca di spiegare le
proprie motivazioni, e sempre meno di convincere l’altro. In
alcuni gruppi non è facile distinguere le due parti. (…) Il
tentativo di differenziare il “noi” dal“voi” va scemando con
il passare del tempo e il diradarsi delle persone. I sindaci sono già
andati via da un pezzo con la promessa di promuovere un incontro in
giornata con i “forconi” («no, non siamo forconi, siamo un
movimento spontaneo che presidia la rotonda di Bibiana!»). Gli
ultimi gruppetti si stringono le mani, gelate dal freddo. I
presidianti offrono un caffè a chi rimane, ma è per tutti tempo di
andare. Saluti calorosi, e si cerca un posto caldo nel quale
rintanarsi.
«Eravamo qui per farci ascoltare dai sindaci e ce l’abbiamo
fatta – ci
hanno detto gli organizzatori dei blocchi – ora vedremo come
prosegue la discussione. Se i sindaci porteranno la nostra protesta in
Prefettura, li accompagneremo. Se la Prefettura non ci ascolterà,
ricominceremo la protesta».
Perché il “nemico” contro cui scagliarsi, e questo è stato
chiaro a tutti, non risiede nella casa del vicino, ma in un
“altrove” spesso neanche tangibile, lontano dal territorio ma che
in esso si rispecchia. Non per nulla ieri, anche dopo le proteste di
chi si spostava, i blocchi erano diventati più che altro presìdi
informativi. «Abbiamo rotto le balle, e l’abbiamo capito
– diceva un manifestante – ma più pulita di così la protesta
non la potevamo fare. Mancavano solo i cioccolatini alle macchine».
Non a caso il modo con cui nelle quasi 30 ore di diretta in due
giorni abbiamo scelto in radio di narrare questa vicenda è stato –
per quanto possibile – limitato ai fatti: senza schierarsi, cercando
di comprendere le ragioni e di permettere a tutti di esprimerle,
raccontando la cronaca e non interpretandola senza il tempo per farlo.
Rispettando il conflitto e le ragioni che lo muovono, da ovunque
provengano. Non giudicando, ma provando ad essere uno strumento
giornalistico al servizio del territorio.
Alla rotonda di Bibiana
Certo, altrove, nelle grandi città, le cose sono diverse e
decisamente più complesse, anche da raccontare. Il pinerolese e le
sue Valli non sono certo rappresentativi dell’intera vicenda dei
“forconi” e dei suoi tratti
più inquietanti. Ma quel che si può dire è che in questi giorni
il territorio, con il sudore, il coraggio e la discussione, si è
ritagliato un’occasione per non morire d’inedia, per non
accantonare i problemi e per provare ad affrontarli in modo nuovo, così
come fino ad ora la politica pinerolese non è riuscita a fare a causa
delle sue divisioni e della sua mancanza di visione comune. Perché
non è un mistero che questo territorio si vada progressivamente
marginalizzando dal punto di vista economico e politico. E il merito,
dunque, va a chiunque si sia sentito chiamato in causa.
Sarebbe però un errore pensare che si tratti di una chance in mano
solo agli amministratori: riguarda tutti e tutte, perchè
collettivamente si risanano le ferite e ci si deve prendere cura degli
altri e delle altre. Tutti gli attori sono chiamati a fare la loro
parte, anche alla luce di quel che è emerso in questi giorni, uscendo
dalle proprie logiche, a volte novecentesche, a volte succubi e timide
di decisioni più grandi, a volte provinciali nel senso deleterio
della parola.
Perché questa è una chance che difficilmente si ripeterà
e che se non verrà colta non lascerà più alibi a nessuno.
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