"Se vuoi mostrarmi la libertà nel tuo paese,
non farmi visitare il tuo Parlamento,
portami a vedere le tue prigioni" (Voltaire)
2023
Un dossier dove ricapitoliamo il caso che riguarda Alfredo Cospito, detenuto al regime di 41-bis e da oltre 100 giorni in sciopero della fame.
Un documento che ricapitola il quadro complessivo degli eventi, degli addebiti e delle decisioni prese da Corti e Ministero.
Crediamo importante infatti che il caso venga conosciuto e finalmente affrontato nel rispetto della legalità costituzionale e dei diritti inalienabili della persona.
LEGGI IL DOSSIER (IN ITALIANO e IN INGLESE) - https://www.antigone.it/ https://www.antigone.it/chi-siamo/la-storia
http://www.radioarticolo1.it/tag/jailhouse-rock
manifesto 29set2013
Dalmaviva
non è più disponibile
http://www.papillonrebibbia.org/index.php
non è più disponibile
PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE
L'ASSOCIAZIONE
CULTURALE "PAPILLON REBIBBIA" -ONLUS-
NASCE NEL 2001 COME LOGICO SVILUPPO DELL'ATTIVITA' SVOLTA DA UN GRUPPO DI DETENUTI
NELLA BIBLIOTECA CENTRALE DEL CARCERE DI REBIBBIA N.C. FIN DAL 1996.
PRESENTAZIONE DELL'ASSOCIAZIONE
Ildue.it, il giornale telematico di San Vittore. Si chiama IL DUE perché dal "Due", da piazza Filangieri 2,
a Milano, cioè dal carcere, vogliono uscire. Vogliono uscire corpi, ma vogliono uscire anche parole e immagini.
Per avere più
spazio, per dialogare con quelli che stanno fuori, per costruire
qualcosa insieme.
Per sentirsi vivi. Per farlo si sono messi insieme donne e uomini
liberi, donne e uomini prigionieri.
Perché abbia un senso, speriamo che non rimanga un monologo di
quelli che sono al Due,
ma che diventi un colloquio con il mondo.
http://www.ildue.it/Home.htm
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Di sconfitta in sconfitta- Mario Dellacqua
TRANQUILLI! VINCENZO GUAGLIARDO DOPO 33
ANNI RESTA IN CARCERE Questa storia non mi da pace, non interessa quasi nessuno e non ci posso fare niente. Quando Vincenzo Guagliardo è sparito nella lotta armata, non me ne sono accorto. Ero distratto. Quando ne è uscito passando attraverso il carcere –ora sono una vita di 33 anni - ero ancora più distratto e le sue foto sul giornale dietro le sbarre smuovevano al massimo la mia curiosità, ma finiva lì. Poi vennero i suoi libri. Li ho letti e ne ho parlato su queste ospitali colonne. Venne anche la dimessa lotta solitaria, sua e di sua moglie Nadia Ponti, per ottenere il diritto all’affettività in carcere, condotta con implacabile serenità, anche a costo di rinunciare ai benefici di una legislazione che premiava i detenuti a condizione che esprimessero atti di contrizione, esibizioni pubbliche di pentimento, richieste spettacolari di perdono. La giustizia italiana non concesse i benefici e neppure l’affettività, perché l’umanità del trattamento carcerario prescritta dalla Costituzione si accontenta di considerare i detenuti ancor meno di animali rinchiusi in uno Vincenzo e Nadia continuarono a rivendicare la loro dignità di persone senza pretese e rifiutarono persino di tentare la via della spettacolarizzazione massmediatica del loro caso. Scelsero la via del silenzio che reputarono la forma di mediazione più consona alla tragedia della quale erano stati corresponsabili. Perciò i giudici del Tribunale di Sorveglianza di Roma respinsero nel
settembre scorso la prima istanza di liberazione condizionale: Guagliardo era
colpevole della “scelta consapevole di non prendere contatti con i
familiari delle vittime”. La lotta di Nadia e Vincenzo continua con esemplare e magistrale serenità: essa non cancella l’inamovibile tormento, ma lo scioglie e lo distribuisce sotto forma di una domanda e di un’offerta di umanità che colpisce e turba anche i distratti come me, sempre impegnati in cose più importanti, che non so quanto siano effettivamente più importanti.
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