Presentato il bilancio della Skf Industrie-Eco
del Chisone febbraio 2001
IL FATTURATO SALE, MA LA DOMANDA HA IL FIATONE- www.piw.it/eco
TORINO - Nel 2000, il fatturato consolidato
della Skf Industrie, la principale consociata italiana del Gruppo
svedese Skf, è cresciuto del 2,7 per cento, passando dai 1.500
miliardi di lire dell'esercizio precedente ai 1.541 dello scorso
anno. L'utile, al netto dei proventi e degli oneri finanziari, ha
sfiorato gli 89 miliardi, mentre l'anno prima era stato di circa
45 miliardi. "Questo risultato - ha subito precisato
l'amministratore delegato della Skf Industrie Giuseppe Donato
all'incontro di presentazione del bilancio presso il consolato
svedese - include il saldo tra le plusvalenze derivanti dalla
cessione dello stabilimento di Pinerolo e gli oneri di gestione
non ricorrenti". A proposito di cessioni di stabilimenti,
l'amministratore delegato ha detto che "per la Divisione
Acciaio di Villar Perosa non è ancora stato trovato un partner
adeguato; la ricerca continua nella direzione del miglior
soggetto con cui continuare il rapporto".
Tornando al bilancio, l'andamento della domanda di prodotti e
servizi Skf - che al 31 dicembre 2000 aveva 4.272 dipendenti - ha
confermato, nel primo semestre 2000, il miglioramento già
iniziato nell'ultima parte del '99. L'andamento ha poi mostrato,
sia pure con differenze tra i vari settori applicativi, segnali
di "progressivo indebolimento, in modo particolare durante
l'ultimo trimestre".
"La società italiana - ha detto Giuseppe Donato - in linea
con la strategia globale del Gruppo, si è impegnata per
aumentare l'offerta di prodotti e soluzioni ad alto valore
aggiunto nei vari settori industriali e di servizi nel campo
delle manutenzioni rivolti alle aziende manifatturiere; inoltre,
a partire dalla fine del 2000, tutti i concessionari industriali
Skf in Italia sono collegati al portale di e-business
Endorsia.com".
UNA CITTÀ DI NOTTE A ORBASSANO CON 5.000 ADDETTI- marzo 2001
Il 17 aprile entrerà in funzione il nuovo Caat ai confini con
Orbassano su una superficie di circa mezzo milione di metri
quadrati. Il Centro agro alimentare di Torino, ovvero gli
ex-mercati generali di via Giordano Bruno, inizieranno la loro
attività nella nostra cintura, collegati con tangenziale e
austostrade. Nella nuovissima struttura di via del Portone si
sistemeranno gli 86 grossisti del Piemonte. Al Caat ogni notte
tonnellate di frutta e verdura saranno vendute a centinaia di
dettaglianti che giungeranno da ogni parte del Piemonte. Arturo
Arduino, direttore generale della società che ha realizzato le
strutture e gestirà il comprensorio, afferma: "Ogni notte
il Caat si popolerà di quasi 5000 addetti con un notevole giro
d'affari".
La cintura si arricchisce di un nuovo e interessante polo
economico.
Il mercato dei fiori, per adesso, non si trasferirà da Torino.
Finanziati Torrione e ponte Chisone
ARGINI, IL MAGISTRATO DEL PO FA MEZZA MARCIA
Eco del Chisone22/03/01
Il pressing sul Magistrato del Po messo in atto dai sindaci
del Pinerolese, Alberto Barbero in testa, contro il mancato
finanziamento di alcuni interventi di messa in sicurezza delle
sponde del Chisone, ha sortito i suoi primi effetti. "Ho
avuto un colloquio telefonico con il Magistrato del Po, Ernesto
Reali - spiega il sindaco Barbero - il quale si è dichiarato
disponibile a reperire i finanziamenti per almeno due dei
progetti esclusi dall'elenco delle priorità".
Si tratta degli interventi in zona Torrione e ponte Chisone.
Entrambi erano stati ritenuti indispensabili dagli amministratori
pinerolesi. Il rifacimento delle sponde in zona Torrione infatti
consentirà di proteggere in particolare gli abitati di
Baudenasca, Macello e Vigone colpiti duramente dall'ultima
alluvione. Mentre i lavori nell'area di via Saluzzo consentiranno
un iter più celere nella ricostruzione del ponte Chisone e la
difesa dell'abitato di Osasco.
Soddisfatti naturalmente i sindaci più direttamente interessati
dagli interventi, anche se si aspetta di avere una conferma
ufficiale nero su bianco.
"L'allarme sulla vicenda non è ancora rientrato - avverte
Barbero -aspettiamo di avere certezze.
Le prossime iniziative annunciate dalla Sachs e dalla Skf
DEINDUSTRIALIZZAZIONE? LA CISL SUONA LA CARICA eco
5/04/01
PINEROLO - "È arrivato - dice Enrico
Tron - il momento di progettare lo sviluppo del territorio, se
vogliamo evitare la continua perdita di posti di lavoro: e allora
ognuno deve assumersi le proprie responsabilità. Ciò significa
che non è possibile dare sempre ragione a tutti". A queste
considerazioni, il responsabile della Fim-Cisl pinerolese arriva
dopo l'analisi delle novità che riguardano due aziende della Val
Chisone: la Skf acciai e la Sachs Siemens, entrambe a Villar
Perosa. I vertici di quest'ultima, che occupa oltre 300 persone,
venerdì scorso hanno incontrato il sindacato. Il Gruppo Siemens
è presente in 49 Paesi, ha 22mila dipendenti e fattura 5
miliardi di marchi.
"Ci è stato riferito che l'impianto di Villar Perosa, negli
ultimi anni, non va a gonfie vele", dice Tron. Che aggiunge:
"Qui la produttività è buona, anche se può migliorare, ma
in Germania, sede della casa madre, c'è maggiore flessibilità,
che ora serve anche in Italia per dare risposte ai clienti".
Altro problema individuato dalla Sach, l'assenteismo. Che,
tuttavia, "deve essere affrontato - dice Enrico Tron - con
gli strumenti previsti nel contratto".
Se questa è la diagnosi, la terapia individuata dalla società
prevede tre interventi alternativi, che il responsabile della
Fim-Cisl sintetizza così: "Trasferimento di una parte della
produzione di ammortizzatori, con conseguente calo
dell'occupazione; avvio della procedura per la messa in
mobilità; chiusura dello stabilimento di Villar Perosa nell'arco
di un paio d'anni". A meno che? "A meno che non si
voglia scommettere sul futuro, cercando un percorso con
l'azienda, mirato ai prodotti che meglio si conoscono e si sanno
fare, chiedendo alla casa madre un aumento di volumi con relativi
investimenti; quindi, saturati i turni, si possono fare accordi
sulla flessibilità. In Germania hanno 17 o 18 turni, a seconda
delle necessità, pur facendo le 35 ore, che però sono la media
annua, e non settimanale. Pertanto in alcuni periodi si lavora
cumulando ore, che vengono utilizzate nei periodi in cui cala la
produzione".
"In un mondo globalizzato - continua Enrico Tron - occorre
dar prova di serietà, difendendo, come sindacato, i valori, i
diritti, i progetti; in caso contrario, c'è l'anarchia".
Anche alla Skf, la scorsa settimana, c'è stato l'incontro con il
sindacato. "Dal 1º giugno, lo stabilimento acciai di Villar
Perosa cambierà ragione sociale: si chiamerà Officine
meccaniche Villar Perosa. Ad Airasca, la vendita delle gabbie
sembra essere in dirittura d'arrivo, mentre le punterie saranno
trasferite a Cassino". Sotto il profilo occupazionale, non
pare ci siano problemi insuperabili, almeno per il momento.
"Cinque o sei persone potrebbero essere trasferite a Villar,
poco più di venti distribuite nel comprensorio del nord".
Le nuove strategie del gruppo svedese, quindi, peraltro già
annunciate, "cominciano a concretizzarsi".
Schematicamente, la società di cuscinetti intende
"recuperare profitto negli acciai in Svezia, terziarizzare i
servizi interni e i componenti, vendere gli immobili non
strategici e ridurre le scorie. Il nostro compito è quello di
partecipare attivamente, contrattando per non perdere posti di
lavoro e avere garanzie per il futuro". Alcuni indicatori,
infatti, segnalano un "indebolimento della domanda su tutta
la gamma dei prodotti", dice ancora Enrico Tron. "E
questo - aggiunge - potrebbe comportare una riduzione degli
investimenti programmati". La conseguenza? "Il
possibile disinteresse per lo stabilimento di Villar - ipotizza
Tron - dove le presse sono ormai obsolete. Ma con le macchine
d'epoca non si fa competizione".