Sonoro/LETTURA
scorrono foto
GLI ANNI
‘90: LA GESTIONE LUZENAC
Con la vendita della Talco & Grafite alla multinazionale francese
Talc de Luzenac iniziò un nuovo periodo di ristrutturazioni, con profonde
modifiche produttive e periodiche riduzioni di personale, con mobilità,
prepensionamenti e incentivi ai dimissionari.
Gli addetti dell’azienda erano 292 così divisi: miniera 163, stabilimenti
78, centrali elettriche 11, sede 30.
Ci fu un salto
di qualità nell’organizzazione del lavoro della miniera tale da modificare
sostanzialmente il principio organizzativo dell’estrazione del talco e mettere
in discussione la centralità della figura del "minatore di mestiere".
Questa ristrutturazione ha agito in profondità perchè ha operato
contemporaneamente su tutti i versanti che caratterizzano il lavoro in miniera:
- sul talco:
non viene più estratto tutto (di qui il vecchio termine ‘coltivazione’) ma
solo quello che si presenta in filoni così consistenti da poter essere estratto
rapidamente e con l’ausilio di mezzi meccanici (e quindi con grandi risparmi
ma spreco del giacimento –fino a giungere a metodi sperimentali i di
estrazione per caduta con fornelli sostanzialmente a ‘rapina’.)
- sui
macchinari : gli strumenti utilizzati che tendono a trasformare sempre più
la miniera in una cava
-
sull’organizzazione del lavoro: dopo
aver spezzato l’unificazione delle mansioni che era rappresentata dalla coppia
vengono redistribuite responsabilità e compiti frammentandoli tra diverse
figure)
(i
minatori addetti all’ estrazione, quelli addetti alla ripiena, ecc.), ponendo
la professionalità operaia in una posizione assai più marginale dentro il
ciclo produttivo..
Sonoro/rai
Sonoro/LETTURA scorrono foto video rai pensioni video onda verde
OBBIETTIVI DELLA LOTTA AZIENDALE NELL’ULTIMO DECENNIO
LUZENAC VAL
CHISONE - ORARI
Nel 1991 si fa
un accordo per nuovi orari, eliminazione del Sabato , sette ore e mezza di
lavoro con pausa mensa a fine turno; durerà per alcuni anni poi si tornerà
alle 8 ore ( in realtà 7.30 di lavoro e 11 giornate di recupero in parte pagate
in parte godute)..
Sonoro/LETTURA scorrono foto
LUZENAC VAL
CHISONE- AMBIENTE DI LAVORO E INFORTUNI
Uno dei primi
problemi posti dalla gestione Luzenac nasce in miniera con la sperimentazione
delle pale diesel, di cui si denuncia la nocività. L’azienda poi si
concentra sugli infortuni tradizionali, inviando anche lettere di
ammonimento E PROVVEDIMENTI DISCIPLINARI, ma sono i minatori e non lei a far
rilevare le lesioni all’udito che finora non erano state preventivate. L’Inail
apre un contenzioso per il passato.
Nel
1993 la direzione fa il bilancio della sua campagna contro gli infortuni in
miniera. l’indice (numero degli incidenti per 200.000 ore di lavoro) è
passato da 45 nel 1990 a 7,8 a ottobre ‘93.
Intanto
si usa dare permessi retribuito a chi subisce infortuni lievi per risparmiare
sui contributi INAIL. Proseguono i controlli interni sulla polverosità, il
rumore e l’inquinamento dei mezzi diesel (dal 1996 con macchinette portatili
personali).
Nello stesso
anno comincia il corso per tutti i dipendenti sulla sicurezza ambientale, in
parziale applicazione della legge 626. Nel 2000 si registrano 5 infortuni e poi
caleranno ancora .
I
minatori intanto devono lavorare bardati di tutto punto (tuta, casco, cuffie,
occhiali ,maschera per la polvere,
guanti, stivali, borsa respiratore d’emergenza).
Ricordiamo
alcuni infortuni .
*Sempre
nel 1991, il 17 dicembre, il grave infortunio a Dino Bertalmio, meccanico
che lavorava all’esterno ad una tubatura dell’aria compressa. Sta a lungo in
coma alle Molinette, poi sarà tentata una riabilitazione ma resterà invalido e
non riprenderà il lavoro.
*Il
26 ottobre 1994 muore, all’imbocco della galleria Paola, Marco Brugiafreddo,
tecnico della miniera, di 23 anni. Usciva su un locomotore e urtando contro le
tramogge della ghiaia muore sul colpo. La miniera si ferma. I compagni di lavoro
partecipano in massa ai funerali a Pinerolo . Non verrà fatta nessuna
contestazione nè dal sindacato nè dalla famiglia, ma seguirà un procedimento
giudiziario. Si comincia a pensare anche ai rischi passivi della miniera.
Nel
1995 un mezzo gommato resta sotto una frana : il minatore si toglie all’ultimo
momento... Capita altre volte.
1996 Si continua ad
avere infortuni ad una media di uno al mese. Ad aprile grave infortunio al capo
dell’esterno che ha lesioni di varia gravità a tre dita della mano destra.
Viene istitituito su
proposta della direzione un premio-infortuni ( monte di 300.000 lire annue
riducibili secondo gli infortuni, ma che confluisce se non pagato in una cassa
di mutuo soccorso gestita dai lavoratori).
Nel 1998 fra gli
altri un infortunio a un minatore prossimo alla pensione che si rompe una gamba.
In aprile un altro serio infortunio a un minatore travolto da una caduta di
talco. La sera prima aveva chiesto che fosse rinforzato l’armamento del
cantiere ( dopo la convalescenza verrà trasferito al mulino).. A maggio grave
infortunio a un operaio della Negroni, che appalta i lavori nella nuova
galleria di Rodoretto. Rimarrà paralizzato alle gambe. Il lavoro in appalto
si svolge con orari intensivi, infatti si applica il contratto edile. Non si
rispettano le norme sui fumi dei diesel e delle volate. Nessuna forma di
sindacalizzazione è presente all’interno dell’appalto.
La Luzenac prosegue nella sua campagna per la
sicurezza , preoccupata anche dalla tragedia austriaca in una miniera del
gruppo: A fine luglio ‘98, in Austria, grave incidente in miniera per una
frana di materiale fangoso a Lassing, della Luzenac Austria. Le squadre di
soccorso riescono a recuperare sano e salvo il primo minatore rimasto
intrappolato; purtroppo la prima squadra di soccorso è stata bloccata in un
pozzo. Alla fine risultano morti i dieci soccorritori. La miniera di Lassing
verrà chiusa..
Sonoro/LETTURA scorre video diesel
1991.
LA LOTTA CONTRO I DIESEL: La FULC convoca un professore di Medicina del
lavoro dell’università di Siena per iniziare controlli sui fumi. I minatori
si fermano ad aprile per tre turni, l’azienda sospende l’uso delle pale nei
cantieri ma non al minaggio.
Le
prove sui fumi dei diesel si fanno nonostante i minatori dicano che conta il
loro giudizio e non quello dei tecnici. La direzione a questo punto , le spalle
coperte dai rilevamenti, dichiara che senza i diesel la miniera chiude. Minaccia
di richiamare i cassintegrati e dichiarare una settantina di esuberi, per
ultimare le coltivazioni esistenti in vista di un abbandono della miniera.
E’
un segnale forte, che si riproporrà negli anni seguenti ogni volta che qualche
cambiamento non accettato dai minatori darà luogo a un conflitto di interessi.
A inizio settembre la miniera entra in lotta, si tratta in sede e all’Unione Industriale e la direzione Luzenac consegna un documento in cui dice di essere disposta ad ogni controllo sui diesel , a miglioramenti della ventilazione, e depurazione sui mezzi diesel. Lo sciopero dura dieci giorni interi e sarà finora l’ultimo sciopero lungo della nuova gestione: I minatori votano: 35 per sospendere la lotta e una quindicina per continuare lo sciopero ( ha partecipato a questa assemblea metà dei minatori e ha votato anche chi non lavora sui diesel).
Il 16
ottobre 1991 c’è l’accordo: filtri sugli scarichi, registrazione continua
dei valori degli inquinanti, rotazione ampia del personale, intervento
dell’università di Siena. Nei fatti non si riuscirà a gestire bene
l’accordo negli anni seguenti. E’ ancora presto per sapere se il grado di
inquinamento cui sono sottoposti i minatori darà luogo nel lungo periodo a
conseguenze...
video-sonoro
Novant’anni dopo Buggerru. 1993. Quattro minatori della
Talco, di cui due sardi, vanno a fine aprile in Sardegna. Portano una somma per
i minatori in lotta. Vedono il
paesaggio primaverile, il mare, il monumento per l'eccidio di Buggerru, poi parlano coi minatori in lotta di San
Giovanni Miniera. Visitano le gallerie. Vedono i macchinari abbandonati
all’esterno, per loro giganteschi. Vedono miniere abbandonate. La Sardegna
mineraria è a pezzi e i sardi si aggrappano alle loro miniere. Il 1 maggio c’è
il raduno delle motociclette all’imbocco della miniera. Poi via, a trovare i
parenti. Ravioli e provvista di formaggi da portare a casa. Infine il lungo
ritorno per mare. Portano un bel documentario di cui offriamo alcun spezzoni
1997 DIFESA DELLA PENSIONE DEI MINATORI / LETTURA -.SCORRE VIDEO RAI PENSIONI
Venerdì 14MARZO 1997 un pulman di minatori si è recato a Torino (si è concordato con la direzione che ricupereranno il lavoro un sabato) dove si è svolto un incontro di 45 minuti con Pizzinato, sottosegretario al Lavoro. Argomento era la pensione dei minatori bloccata da una legge del '95. Ha risposto ai sindacati che si deve presentare una legge che ripristini i diritti acquisiti, in attesa che le norme sui lavori usuranti riordinino tutto il pro
Giugno.1999 Il sottosegretario al lavoro Claudio Caron invia una lettera ai partecipanti al convegno torinese sui lavori usuranti, in cui parla del decreto che fissa alcune condizioni e pone a carico dello Stato il 20% dei costi. Aggiunge che i minatori non devono preoccuparsi per la pensione perché le norme preesistenti resteranno in vigore. Vedremo...Il 28 giugno alle 9,30 alla Regione incontro sulle pensioni e i lavori usuranti. Partecipa una delegazione di lavoratori.
spezzone video rai uno mattina
Sonoro/LETTURA scorrono foto
LUZENAC VAL
CHISONE- LAVORO IN APPALTO
Uno dei primi
appalti in miniera è quello del trasporto del talco dalla cernita della miniera
allo stabilimento di Malanaggio. Altri appalti sono stati dati per le sonde
esterne per delimitare il giacimento di Rodoretto nel 1992 e poi, tracciata la
galleria principale, per i primi sondaggi interni nell’autunno 1996.
Questione più
spinosa quella dell’appalto per il lavoro in roccia in nuove gallerie. Al
livello 1360, per l’imbocco che si aprì nel 1984, a qualche mese
dall’inizio della galleria di accesso l’Azienda diede in appalto i lavori di
minaggio in roccia ad una Ditta esterna, avanzando presso il Consiglio di
Fabbrica e i Sindacati, ragioni legate al mancato rispetto dei tempi e dei costi
previsti. La Ditta appaltatrice usava tecnologie nuove ( pale più grandi ed una
diversa organizzazione del lavoro ( tre turni ); in seguito tali modifiche sono
state applicate anche dall’Azienda in parecchi altri cantieri.
Il sistema
dell’appalto del lavoro in roccia sarà ripetuto per tutte le nuove gallerie:
la rampa del 1440 (terminata nel ‘94) e la galleria che da Pomeifré entra per
due chilometri nella montagna verso Rodoretto in direzione dei fori sonda . Poi
si chiederà anche l’appalto per la coltivazione del talco, con vertenze
logoranti che porteranno alla concessione da parte dei minatori di coltivare in
appalto il primo livello Sud di Rodoretto.
I minatori
stanno imparando a proprie spese cosa vuol dire andare ‘sotto’ alle ripiene
cementate fatte dall’appalto a Rodoretto. Infatti per la fretta e la poca
conoscenza delle tecniche di lavoro sul talco da parte della ditta Negroni si
sono fatte ripiene approssimative e ai piani inferiori anche la direzione lavori
Luzenac deve ammettere che bisogna correre ai ripari dove possibile.
Per questo si
è pensato che la direzione giocasse la carta dell’appalto al Crosetto, dove
la coltivazione è al termine, molti livelli fatti dai minatori locali
garantiscono la stabilità della miniera ed anche minatori ‘improvvisati’
possono in qualche modo mandare avanti la produzione.
2000- dicembre
– LA VERTENZA CONTRO L’APPALTO -
La mancanza di
manodopera, problema oggi comune a molte aziende è servita, intorno al 2000,
alla direzione a giustificare la richiesta di appalto.
comunicato FULC
INIZIATIVE DI
MOBILITAZIONE E DI LOTTA DEI LAVORATORI LUZENAC PER IL NO! ALL’APPALTO DELLA COLTIVAZIONE DEL TALCO AD UNA
DITTA ESTERNA, DIFESA DEI DIRITTI DEI MINATORI E DELLE CONDIZIONI DI LAVORO ,CON
QUESTI OBIETTIVI,
Sonoro/LETTURA scorre videorai + foto
2001-
febbraio - cronaca dell’ultimo sciopero in miniera
LO SCIOPERO
SPONTANEO IN MINIERA PER LA MANCATA RICONFERMA DI UN CONTRATTO formazione
lavoro. Sono arrivati 12 minatori polacchi con contratto a termine di 1 anno ed
ora la direzione non intende riconfermare anche gli altri contratti f.lavoro in
corso- per ridurre il personale a tempo indeterminato.
I minatori
del secondo turno si fermano alle 15, dopo un'ora di lavoro, e lo sciopero
prosegue per tutti i tre turni.
La mattina
del 7 in miniera assemblea di tutti e tre i turni con gli operatori sindacali
della Fulc. Si decide di continuare lo sciopero- Al pomeriggio incontro in Sede
a Malanaggio. Una trentina di minatori scendono a Malanaggio. Nuovo incontro il
9.. Si organizza nuova assermblea.
La direzione
il 9 emette un comunicato in 8 punti, inviato anche ai Sindaci in cui dice di
aver fatto la sua parte predisponendo macchinari e personale, chiede
l'applicazione del contratto sugli orari rimasto da firmare nel 2000 e si dice
disposta a riassumere il licenziato e a confermare gli altri se meritevoli.
Rifiuta il
'ricatto' sindacale di ritirare prima il licenziamento e confermare i contratti
in corso e minaccia di mettere in atto il piano di chiusura se non si cerca
l'accordo. Conclude che ora non metterà in CIG a zero ore stabilimento e sede
dal 12 febbraio come aveva minacciato in trattativa, in segno di buona volontà.
L'assemblea
di Perosa organizza le prossime iniziative di lotta, con l'obiettivo immediato
di un attivo intercategoriale dei delegati per sostenere i minatori nella
vertenza.
A Malanaggio
pochissimi scioperano il 13. Nel frattempo i minatori continuano a essere fermi
nella lotta a oltranza.
Il 13 la
direzione chiede un incontro. E' presente un dirigente della multinazionale che
dichiara che la situazione è grave e poi riparte per la Francia, lasciando
pieni poteri all'ammministratore delegato ing. Salina che alla fine concede una
apertura : ora la direzione è disponibile a ritirare il licenziamento e a
impegnarsi a confermare un altro contratto di formazione lavoro in scadenza a
fine mese, un terzo non sarà confermato per mancanze varie.
IL 14
mattina assemblea dei minatori che accettano di fermare lo sciopero ma
la direzione ora vuole una garanzia che si tratterà sul sabato
lavorativo. Il 15 riprende il lavoro in miniera e nel pomeriggio inizia la
trattativa. La direzione comunica che vuole oltre al sabato lavorativo mano
libera sulla squadra di polacchi " che vogliono guadagnare e devono essere
lasciati liberi di lavorare come e quanto vogliono". La trattativa viene
aggiornata.
Martedì 20
si è tenuto a Pinerolo un attivo dei delegati di tutte le categorie sulla
vertenza Luzenac. Era una precisa richiesta di ALP che comincia a marciare.
(segue)
Nelle prime
settimane di marzo si è iniziato a lavorare il sabato mattina con le tariffe
del vecchio accordo sui sabati e riposo compensativo, in attesa di raggiungere
un accordo definitivo.
Le
trattative sono proseguite fino a concludersi il 27 aprile con la firma di un
accordo che prevede:
1) 5 turni
mensili di lavoro sul sabato. modifiche al pagamento della notte. 2)calendario
ferie 2001 con ferie collettive a scorrimento 3) definito l'organico attuale in
sottosuolo a 40 persone 4) premio di risultato 2001 per coltivazione
si aggiunge un premio di presenza 5) modifiche premio annuo di produzione
. 6) il premio annuo variabile sulla sicurezza è aumentato 7) del divieto di
fumo e alcool 8) validità biennale del contratto con verifiche semestrali per
aggiustamenti 9)disponibilità ad esaminare la necessità di procedura per messa
in mobilità di alcuni dipendenti.
Letture/sonoro
La Rio Tinto, la più grande multinazionale mineraria, controlla:
10 società nel settore dell'alluminio
13 nel rame
3 nei diamanti
19 nell'energia
17 nei minerali industriali (fra cui la Talc du Luzenac) 7000 addetti
13 nei minerali ferrosi
la miniera di Rodoretto
Sonoro/LETTURA scorrono foto
SCHEDA
EXTRACOMUNITARI
Da marzo 1999,
con la ricerca di nuovo personale da inserire in miniera e vista la cronica
mancanza (secondo la Luzenac Val Chisone) di soggetti residenti in valle, si è
cominciato a vedere una nuova forza lavoro extracomunitaria. Sono giunti fin qui
4 marocchini, 2 tunisini e 1 rumeno.
-aprile 2001. Con
il mese di febbraio la Luzenac ha assunto con contratto a termine di un anno 12
polacchi.Questi sono giunti proprio nella settimana in cui i minatori
incominciavano lo sciopero per la mancata conferma di un giovane in contratto
formazione lavoro e contro la linea aziendale sulla miniera. All’inizio
inquadrati al livello più basso e assunti con contratto a termine di un anno,
poi avanzati di livello ed assunti infine tutti a tempo indeterminato. Per i
primi anni sono stati alloggiati nei locali della Gianna. Col 2006 e il
passaggio della gestione dalla Luzenac alla Rio Tinto Minerals i polaccchi hanno
perso alcune concessioni, come l’alloggio e la mensa presso la vecchia sezione
Gianna. Le loro condizioni sono diventate simili a quelle dei minatori italani.
Si sono alloggiati nelle zona di Perrero.Nel 2006 ci sono 21 polacchi, un
marocchino e 1 rumeno.
Ricordiamo
che il pù grande esodo della storia moderna è stato quello degli italiani. A
partire dal 1861 sono state registrate più di ventiquattro milioni di partenze.
Oggi continua l’emigrazione italiana ma è in avanzato stadio l‘immigrazione
in Italia di forza lavoro. Sono 18 milioni i migranti insediati in 15 paesi
dell’Unione (5%). Germania, Belgio e Austria 9%, Francia 6,3%, Svizzera 18%,
Italia 2,2%- in tutto compresi i clandestini 1 milione 250mila. Nella
nostra zona ci sono molti lavoratori stranieri.Ad esempio i cinesi nella zona di
Barge e Bagnolo. I polacchi sono circa centomila, in maggioranza donne. 65% con laurea o
diploma. Hanno anche un mensile in polacco: NASZ SWIAT.
Sonoro/LETTURA scorrono foto
QUALE CONTRATTAZIONE negli
anni 2000?
I contratti
nazionali negli anni hanno’ perso il ritmo’ tendendo a slittare oltre le
scadenze. Il settore minerario si sta riducendo a poche centinaia di addetti
nelle miniere e il resto nelle cave. Tanto che si parla da anni di accorparlo (
i confederali vorrebbero unirsi al settore chimico ma il padronato non ci sta
per il divario salariale da quest’ultimo). Nell’industria mineraria, settore
in crisi, sottoposto ad una spietata concorrenza internazionale - ricordano
Filcem-Cgil, Femca-Cisl, Uilcem-Uil - operano circa 300 imprese nel 2006 (tra le
piu’ significative, Italcali e Carbosulcis) con poco piu’ di 4.000 addetti
che lavorano nelle miniere, cave e saline, in impianti metallurgici e in quelli
per la produzione di metalli e metalloidi.
Così
si giungerà a nemmeno più organizzare delle lotte e delle discussioni sulle
piattaforme. Basti vedere il contratto nazionale rinnovato nel 2000 con 72.000
lire lorde di aumento al 5° livello, come se non si dovesse recuperare almeno
l’inflazione ( gli insegnanti ottengono negli stessi giorni 300.000 lorde di
aumento al mese, ma almeno hanno scioperato). Così tutto resta affidato alla
contrattazione aziendale, dove possibile, è il caso della Luzenac dove però la
contrattazione aziendale si sfilaccia nel tempo a seconda delle contraddizioni
su orari, premi, appalti che si creano tra direzione e minatori e si svolge con
discussioni e pochi momenti di lotta. Il rinnovo del contratto naz. Del 2006
porta 85 euro al 5°liv. scaglionati e sale a 10 euro al giorno l’indennità
di sottosuolo.
Sonoro/lettura foto di Peyran e Deschino
Questa storia è un po grigia. Per ravvivarla ci serviamo delle testimonianze di due protagonisti, Aldo Peyran leader degli anni 60-84 e Mario Deschino leader dei minatori dall'84 fino al suo pensionamento nel 2004.
Aldo Peyran
Mario Deschino
Sonoro/lettura
Come ogni anno a S.Barbara i minatori si riuniscono per festeggiare la loro patrona. Queste sono immagini
dal pranzo di S.Barbara 1998 a Salza. – spezzone video festa/musica dalfin
Sonoro/LETTURA
scorre video
Ricordo
di marcinelleA causa di un errore umano,
l'otto agosto 1956 il Belgio venne scosso da una tragedia senza
precedenti, un incendio scoppiato in uno dei pozzi della miniera di carbon
fossile del Bois du Cazier, causò la morte di 262 persone di dodici diverse
nazionalità, soprattutto italiane, 136 vittime, poi belghe, 95; fu
una tragedia agghiacciante, i minatori rimasero senza via di scampo, soffocati
dalle esalazioni di gas. --Le
operazioni di salvataggio furono disperate fino al 23 agosto quando uno dei
soccorritori pronunciò in italiano: "Tutti cadaveri!"
scorre video- sonoro doppiato per difetti di audio
Sonoro/LETTURA
Marco l’ho incontrato durante il periodo della scuola, frequentava la terza C Geometri. Abbiamo chiacchierato, gli ho proposto di venire all’oratorio S.Domenico.Il primo anno ha dato una partecipazione un po’ saltuaria. Poi c’è stato un inserimento sempre più intenso. Gli si è proposto di fare lavoro di gruppo, che è una delle attività dell’oratorio. Attraverso questa esperienza ha maturato la scelta del servizio civile. All’oratorio c’erano già esperienze di questo genere. Questo l’ha portato a vivere un anno a contatto diretto coi ragazzi del centro storico. L’esperienza l’ha vissuta inizialmente con molta decisione, poi com’era abituato a fare lui ha iniziato a mettere in discussione il suo lavoro. Emergeva una volta fatta la scelta un impegno abbastanza costante e deciso, soprattutto la convinzione che manifestava . Una delle motivazioni del servizio civile era dare una parte del suo tempo per i ragazzini del centro storico. Dalla sua agenda:
“Sono ormai alcuni anni che viviamo a contatto con la realtà del centro storico. Mi è sempre stato difficile capire come la stessa realtà possa essere considerata dalla gente in modi diversi. Tanti considerano il centro storico come un luogo poco raccomandabile, fatto di piccoli teppistelli, di gente che spaccia, di ragazzi che non sanno come passare il tempo. Come tutte le cose che si conoscono poco ci si spaventa. Fa rabbia vedere che sono solo pregiudizi. Personalmente viviamo il centro storico come fatto di ragazzi con molti problemi alle spalle, sovente senza una famiglia che li segue, di ragazzi che chiedono un aiuto per riuscire a vivere, che cercano di uscire dalla droga ecc.”
Finita la scuola iniziò a ricerca del lavoro.. La Talco&Grafite cercava un geometra per la miniera, gli ho parlato e lui si è presentato. E’ cominciata l’esperienza del lavoro dove ha potuto mettere a frutto a sua professionalità. Ha vissuto per un periodo a Prali, dove leggeva, pensava, con gli amici o da solo. Riusciva più facilmente a riflettere e a pensare. Era significativo per lui l’ambiente della montagna, dei panorami alpini.
Sac.Bruno Marabotto
Per me è stato un grande amico, uno dei pochi amici, uno che era ben visto praticamente da tutti. A qualcuno seccava la sua caratteristica di dire la verità e sempre quel che pensava. Abbiamo passato due notti assieme alla Gianna bloccati da una slavina, abbiamo giocato a poker la sera, dormito in parte sulle assi. Mi diceva che mi avrebbe sempre vinto a giocare a poker- non giocavamo a soldi. Un altro episodio è un’escursione sulla montagna di Rodoretto. Voleva arrampicarsi ma i suoi compagni di scalata l’hanno dovuto trainare con le corde. Lui si ea ben raccomandato di non raccontare l’episodio. Io l’avevo saputo e gli chiesi se sarebbe stato disponibile come esperto per farmi da guida. Si era seccato. Lavoravamo quasi assieme, tutti i giorni eravamo a contatto, ci si prendeva in giro e debbo dire che il giorno che è successo l’incidente – io ero a casa- mi sono messo a piangere. Mi è veramente spiaciuto, sono ferite che non si rimarginano più.
Franco Gill, sindaco di Prali e collega di Marco
Il
4 dicembre 1998, festa di Santa Barbara,
una
ventina di minatori, parenti, sindacalisti hanno ricordato Marco Brugiafreddo e
scoperto una lapide presso il museo dello Scopriminiera.
“Vi
ho chiamati amici” Giov. 15,13
Marco
Brugiafreddo 24/10/1994
Ecco
le parole dei presenti.
Franco
Grill
Chiediamo
scusa perché doveva intervenire don Marabotto. Non ha potuto e dovremo
improvvisare.
Nel
trovarmi qui in questo momento a scoprire una lapide sono preso dalla
commozione. Eravamo compagni di lavoro, abbiamo lavorato assieme. Era una
persona spontanea, sincera, aveva quella genuinità che conoscete. Questo momento è di grande commozione…
(scopre la lapide)
Mori
(CISL)
Siamo
qui a ricordare un ragazzo che è scomparso. Non è una cosa semplice. Né
è detto che la morte in giovane età abbia un valore diverso
Fa
piacere che i compagni di lavoro, passato il tempo abbiano dentro di loro,
dentro la loro coscienza, il ricordo. Chi viene alla mostra si renderà conto
dei rischi del lavoro dei minatori. Certamente è stato un grande dolore e ringrazio i compagni di lavoro che
non hanno dimenticato.
Elide
Brugiafeddo (mamma)
Vi
ringrazio tutti quanti che lo ricordate e gli volete ancora bene. Grazie.
Baral
(ALPCUB)
Vorrei
ricordare i momenti più legati all’amicizia e alla solidarietà durante la
lotta.
Nel
’94 siamo andati a Roma a una manifestazione, poco dopo che Marco era morto. A
Roma dicevamo: Marco voleva venire, si era iscritto, siamo qui per lui.
Marco era un lavoratore anomalo in questa miniera che aveva sempre visto
una grande divisione tra tecnici e minatori.
Un
tecnico che non aveva paura di partecipare alle assemblee, che veniva alle
manifestazioni. Ha partecipato ala manifestazione di Perosa con uno striscione
un po’ forte.
Il
cambiamento Luzenac in questa ditta
aveva portato alla richiesta ai lavoratori di stringersi attorno all’azienda,
una cosa difficile a farsi. Non ci furono molti passi avanti, i problemi sono
rimasti. Invece Marco aveva scelto di stare coi minatori, facendo il suo lavoro,
ma partecipando alle loro lotte. Ricordo questo momento di unità, che si faceva
anche nelle feste, nei momenti di
pausa sul lavoro.
Furfaro
(CGIL)
Io
non ho conosciuto questo lavoratore. E’da poco che mi sono avvicinato alla
realtà della miniera. Credo che sia bella
la scelta di rcordare questo lavoratore il giorno della festa dei
minatori, all’interno la storia della miniera.
Noi
abbiamo sempre detto che il museo non deve essere una realtà staccata dalla
miniera. Noi non abbiamo un’idea
romantica del lavoro, pertanto ricordo che questo incontro di oggi sia giusto.
Credo
anche che nell’insieme dei
lavoratori e del sindacato sia giusto oggi commemorare Marco dentro l’insieme
della storia del lavoro in miniera, sperando di migliorare. Ne approfitto per
essere vicino alla famiglia. Auguri a tutti quanti i minatori di prosperare
insieme. Vi ringrazio di avermi dato la possibilità di partecipare.
Ing.Trogolo
Penso
che questa partecipazione sia una bella dimostrazione di amicizia tra chi lavora
e chi comunque deve andare avanti con la vita di tutti i giorni. La realtà del
lavoro va avanti, come ha detto Furfaro.
E’
una realtà che va avanti. In un mondo come quello di oggi che ha sempre meno
valori, l’amicizia è un valore che si trova poco. Oggi vediamo che invece si
è ancora in grado di essere amici.
Monica
Brugiafreddo (sorella)
Gli avevo detto che non era facile fare sciopero non essendo nelle stesse condizioni dei minatori. Mi rispose che non se la sarebbe più sentita di guardare in faccia i suoi compagni. Io non lo conoscevo come lavoratore. Sono contenta che gli siate rimasti vicini.
scorre video
Un ringraziamento a Radio Beckwith per le registrazioni